“Professionista” dell’evasione totale, sequestrati a un comasco beni per un milione di euro
L'uomo, che operava nel settore edile, dovrà rispondere di frode fiscale. Parcelle "pesanti" ma per cinque anni non ha versato imposte all'erario

Operava nel settore edile, incassava cifre “importanti” ma non pagava le tasse. E così la Guardia di Finanza di Olgiate Comasco ha sequestrato ad un professionista beni e disponibilità finanziarie per un valore di quasi 1 milione di euro. L’uomo, un comasco, dovrà rispondere di frode fiscale.
Il decreto è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Como, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Il sequestro è stato eseguito a seguito di un’attività di polizia economico-finanziaria condotta dalle Fiamme Gialle nei confronti di questo professionista comasco, che, tra il 2015 ed il 2020, aveva omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali e il versamento delle imposte dovute, pur in presenza di rilevanti parcelle incassate.
Oltre alla sistematica evasione fiscale il professionista si era anche adoperato per evitare che l’erario potesse nel tempo individuare il suo patrimonio, provvedendo ad intestare ogni risorsa finanziaria ai propri parenti e veicolando gli introiti derivanti dall’attività professionale su conti correnti formalmente intestati a terzi soggetti.
L’uomo è stato quindi denunciato alla Procura della Repubblica di Como per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed è stata richiesta ed ottenuta l’emissione di un provvedimento di sequestro delle disponibilità finanziarie e patrimoniali per un valore di quasi 1 milione di euro, pari all’ammontare del valore dei beni sottratti all’erario. Complessivamente, sono stati sottoposti a vincolo cautelare 6 rapporti finanziari e quote societarie a lui riconducibili.
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Il difetto nella lotta all’evasione fiscale in Italia sono i tempi per “scoprire” i cosiddetti furbetti. In questo caso si parte dal 2015 ossia 5 anni fa, guarda caso prima che l’evasione del 2015 vada in prescrizione. L’Agenzia delle Entrate dovrebbe fare controlli, almeno per le partite IVA, già dopo un anno di mancata denuncia dei redditi e non alle calende greche.