Laveno Mombello fa i conti con la crisi: “Sul Lago Maggiore mancano gli stranieri”
Le strutture ricettive hanno poche prenotazioni, concentrate nel weekend, e mancano i turisti stranieri che solitamente si fermano sul Verbano. "Comunque vada i mesi persi non potranno essere recuperati"
La speranza è che il mese di agosto porti gli stranieri e che la stagione non sia del tutto da buttar via . Fino ad ora infatti, la sponda magra ha sofferto la mancanza di turisti e sul lungolago manca il tipico via vai di questi tempi. «Non avevo mai visto una situazione così in vent’anni», commenta Paolo, gestore dell’Hotel Moderno Mouble di Laveno Mombello.
Nei mesi scorsi infatti, ha ricevuto moltissime chiamate per annullare le prenotazioni fatte in autunno, la pandemia da Coronavirus ha cambiato i piani per tutti. «Da metà maggio fino ai primi di luglio è stata durissima, adesso qualcosa si sta muovendo ma non andrà certo a coprire i mesi persi».
Nel fine settimana si vedono gli italiani che hanno scoperto il turismo di prossimità e scelgono il lago per trascorrere il fine settimana. «Mancano gli stranieri. Ci sono pochi svizzeri, francesi e tedeschi che solitamente si fermano da queste parti per una sosta di diversi giorni, prima di continuare il viaggio verso sud».
A raccontare la crisi che stanno vivendo le strutture ricettive del paese è anche Anna Beatrice, della Locanda Calianna, attività a gestione familiare dal 1983: «Ricordo un’estate difficile quando c’è stato il cambio dalla lira all’euro ma quest’anno è davvero dura. Lavoriamo nel fine settimana con gli italiani e con i clienti affezionati. Non so se ci sia una soluzione, ma credo che tutti noi dovremmo trovarci per promuovere al meglio questa sponda».
«Una stagione rallentata, con gli italiani che si fermano una notte o due e staccano dalla città per godere del Lago. Dopo Ferragosto si potrebbe muovere ancora qualcosa e in diversi mi hanno chiesto di poter utilizzare il Bonus Vacanze», racconta invece Nando dell’ostello Casa Rossa di Laveno Mombello che durante l’emergenza ha continuato l’attività ospitando il personale socio sanitario della Casa di riposo del paese.
Va certamente meglio a bar e ristoranti che nonostante il calo di presenze, sono stati premiati dalla voglia di uscire e di riscoprire le bellezze del Varesotto. «Credo che ci sia ancora molta paura di viaggiare», conclude un ristoratore mentre prende le consegne con la mascherina sul volto.
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