A Busto Arsizio cresce la preoccupazione per i casi di legionella
Tardive e imprecise, le comunicazioni sono arrivate dalle autorità sanitarie solo una settimana dopo i primi casi. Si lavora per capire dove sono i focolai del batterio che prolifera nell'acqua stagnante

A due giorni dalla comunicazione di Regione Lombardia sui casi di legionella che si sono verificati a Busto Arsizio non cala l’allarme tra la popolazione, in particolare nell’area nord della città dove si sono concentrati i contagi: nella zona tra il cimitero e l’Ospedale, il quartiere Madonna Regina, Beata Giuliana e San Michele.
Preoccupazione accresciuta dalle modalità e dal ritardo con cui è stata diffusa l’informazione, arrivata nella serata di venerdì 4 settembre con una stringata nota di Regione Lombardia, assessorato al Welfare che parlava di casi registrati “nelle ultime ore”, mentre in una successiva precisazione del presidente della Commissione sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti si chiariva che i primi casi si erano verificati alcuni giorni prima, il primo addirittura una settimana prima della nota di Regione Lombardia.
Ad aumentare la preoccupazione la mancanza di comunicazioni ufficiali e dirette da Ats Insubria e dal Comune di Busto Arsizio al manifestarsi dei primi casi. A quanto pare, come lo stesso sindaco Emanuele Antonelli ha dichiarato in un’intervista, nemmeno lui sarebbe stato tempestivamente informato da Ats, e sarebbe venuto a conoscenza dei casi di legionella solo nella mattinata di giovedì 3 settembre. Solo nella giornata di ieri – sabato 5 settembre, due giorni dopo – il sindaco ha pubblicato su Facebook e sul sito del Comune una nota per tranquillizzare la cittadinanza e dettagliare le zone della città interessate.
Sempre il sindaco Antonelli, in relazione alla notizia diffusa oggi, smentisce di essere a conoscenza di un secondo decesso legato ad un’infezione da legionella.
Non ci sono notizie, ad oggi, sull’esito attività di controllo che le autorità sanitarie stanno effettuando già da alcuni giorni per capire dove siano i focolai di legionella.
«Gli uffici del Comune sono costantemente in contatto con Ats Insubria, i cui tecnici si stanno occupando delle ricerche e dei controlli – rassicura il sindaco – e forniranno ogni informazione che verrà loro comunicata e che si riterrà utile a consentire ai cittadini di Busto di utilizzare l’acqua in sicurezza, evidenziando che il batterio della legionella si diffonde per inalazione e non per ingestione. Si comunica che l’uso delle docce degli impianti sportivi gestiti da Agesp sarà inibito in attesa dell’esecuzione degli interventi già programmati».
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