Caos sulle mascherine in classe, Cerini (M5s): “La Regione chiarisca. Bastano le norme statali”
Il Miur non obbliga a farle tenere anche mentre si è seduti al banco ma la Regione le ha rese obbligatorie in tutti gli ambienti chiusi, mandando nel panico alcuni dirigenti scolastici
Mascherina in classe sì o no? È questa la domanda che risuonava con maggiore frequenza davanti agli ingressi degli istituti scolastici di tutta la provincia e non solo, questa mattina (lunedì) in occasione della riapertura della scuola. Dopo che per giorni il Ministero del’Istruzione aveva tranquillizzato spiegando che in classe gli alunni avrebbero potuto tenerla abbassata, laddove era assicurato il distanziamento sociale tra i banchi, ecco che ieri sera molti hanno ricevuto una comunicazione in senso restrittivo mandando le scuole nel caos per un mancato chiarimento di Regione Lombardia sull’obbligo mascherine.
A sottolineare questo cambio di direzione è la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Busto Arsizio, Claudia Cerini: «Alcune scuole hanno chiesto chiarimenti sull’articolo 1 della Delibera di giunta regionale 604 del 10 settembre scorso, che dà indicazione di utilizzare di mascherine nei luoghi chiusi aperti al pubblico. Pur essendo la DGR riferita ad attività produttive, economiche e ricreative, a vari istituti è sorto il dubbio che si facesse riferimento anche alle scuole di ogni ordine e grado e tant’è che hanno avanzato richiesta di chiarimento alla Regione. Chiarimento che, a quanto mi risulta, non è ancora pervenuto, lasciando le scuole nel caos. Vero è che negli ultimi 2 giorni sono state emesse in fretta e furia, da vari istituti, circolari che chiedono l’utilizzo continuativo delle mascherine, anche ai banchi».
La consigliera Cerini rincara la dose: «Le norme nazionali sulle scuole ci sono già e le linee guida dell’ISS sono chiare: nelle scuole le mascherine sono necessarie solo negli spostamenti e solo in quei casi dove non è stato possibile distanziare i banchi. La Lombardia dovrebbe avere un serio motivo per inasprire quanto già previsto a livello nazionale. Inoltre le scuole hanno lavorato duramente questa estate per ottenere gli standard di sicurezza necessari e non credo sia corretto che ora una mancata risposta da chi governa la Regione vanifichi questi sforzi e crei nuovi disagi per i bambini e i ragazzi che hanno diritto a un anno scolastico in serenità. Pertanto lancio un appello all’assessore regionale all’istruzione o a chi di competenza affinché chiarisca al più presto il nodo sulle mascherine che sta interessando e creando disagi in varie scuole della Lombardia».
Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti: «In molte province lombarde questo problema non si è neanche posto. Credo che qualcuno abbia fatto un gran casino». Il sindaco Emanuele Antonelli, che proprio questa mattina ha avuto un confronto con alcuni genitori delle scuole Tommaseo, dal canto suo sottolinea che «i sindaci non hanno alcuna autorità in merito. Al massimo possono restringere le maglie di una norma e non allargarle».
Molti genitori hanno commentato anche sulla sua pagina facebook dove aveva pubblicato un post di auguri ad alunni e studenti di tutte le scuole di Busto Arsizio, chiedendo di chiarire la faccenda delle mascherine anche in classe. Per molti una misura inutilmente vessatoria che limita fortemente la tranquillità dei ragazzi e soprattutto dei bambini delle scuole elementari che si ritrovano ad affrontare l’ambiente scolastico per la prima volta.
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