Il coronavirus ha inferto un duro colpo alle FFS: un terzo di viaggiatori in meno
Dopo un buon inizio anno, il coronavirus frena il primo semestre 2020: la media giornaliera è stata di 810 000 viaggiatori, un terzo in meno rispetto all’anno precedente
Dopo un buon inizio, il coronavirus frena il primo semestre 2020 delle Ferrovie svizzere: da gennaio a giugno la media giornaliera è stata di 810mila viaggiatori, cioè oltre un terzo in meno rispetto all’anno precedente.
Con questi dati, le FFS registrano una perdita semestrale di 479 milioni di franchi, mentre nell’anno precedente avevano conseguito un risultato positivo di 279 milioni. Inoltre, se i ricavi sono crollati non è stato possibile contenere più di tanto i costi per il mantenimento dell’offerta di base durante il lockdown. Già ad aprile le FFS hanno avviato misure di risparmio per un ammontare di circa 250 milioni di franchi, senza però ridurre i salari di collaboratrici e collaboratori.
«Grazie al sostegno della Confederazione, per il momento la liquidità delle FFS è assicurata – spiegano i vertici dell’azienda – Inoltre la Confederazione ha adottato un messaggio speciale concernente il sostegno ai settori dei trasporti pubblici con diritto di indennità trasmettendolo al Parlamento».
Ma ci sono anche buone notizie. Da giugno, infatti, il numero di viaggiatori è in aumento e nel secondo semestre le FFS contano su un graduale aumento della domanda, anche se a medio termine prevedono un cambiamento delle abitudini di mobilità legato alla pandemia.
Alla luce di questa situazione di crisi, la Confederazione ha presentato al Parlamento un messaggio speciale concernente i costi non coperti. Le Camere ne discuteranno durante la sessione autunnale. Nel traffico a lunga percorrenza e nel settore immobiliare, entrambi economicamente indipendenti, le FFS coprono le perdite da sole.
La domanda di lavoro ridotto delle FFS è stata rifiutata dalle autorità cantonali preposte al mercato del lavoro, nonostante negli ultimi 20 anni le FFS e i suoi collaboratori abbiano versato alla cassa di disoccupazione oltre un miliardo di franchi. Le FFS hanno presentato ricorso contro la decisione.
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