Cutaia (Feneal Uil): ammortizzatori sociali e blocco dei licenziamenti hanno salvato l’edilizia
Da gennaio a giugno 2020 le ore lavorate sono calate del 27%, quelle di cassa integrazione aumentate del 1300 %
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«Gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti sono stati determinanti per la salvaguardia dei posti di lavoro e quindi delle professionalità presenti nelle imprese edili, in attesa della ripartenza del settore suggerita dai dati relativi al mese di giugno». L’affermazione di Riccardo Cutaia, segretario della Feneal Uil Altalombardia, è il frutto del confronto dei dati occupazionali in edilizia, forniti dalle casse edili delle province di Como, Lecco, Sondrio e Varese, relativi al primo semestre 2020 e al primo semestre 2019 .
Durante l’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19, in particolare durante il lockdown delle attività produttive del mese di aprile, è stata rilevato un crollo delle ore lavorate e una crescita vertiginosa delle ore di cassa integrazione, che ha colpito molto duramente il settore. In provincia di Varese nel primo semestre del 2020 le ore lavorate sono state 2.388.224 (nello stesso periodo del 2019 erano 3.272.829) mentre le ore di cassa integrazione si attestavano a quota 1.293.811 (erano solo 92.201 nel primo semestre del 2019). «Nei mesi di maggio e giugno – spiega Cutaia – abbiamo assistito ad una pur lenta ripresa, con una diminuzione considerevole delle ore di cassa integrazione e un aumento delle ore lavorate. Il confronto rispetto agli stessi mesi del 2019 indica un comprensibile aumento delle ore di cassa integrazione ed un calo di quelle lavorate».
Secondo il segretario della Feneal Uil Altalombardia, la crescita economica può essere sostenuta attraverso un’attenta gestione del sistema degli incentivi fiscali messi in campo dal governo, strumenti che si sono rivelati determinanti per la creazione di posti di lavoro e funzionali a rendere il patrimonio immobiliare pubblico e privato maggiormente efficiente dal punto di vista energetico, risultando inoltre capaci di dare una prima risposta agli obiettivi dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Per il sindacato però tutto questo è praticabile a condizione che la ripresa economica del settore, caratterizzato da una forte frammentazione, sia basata sul rispetto dell’applicazione del contrato collettivo, della sicurezza e formazione ai lavoratori. «Pertanto – conclude Cutaia – gli investimenti pubblici devono essere indirizzati a quelle imprese garanti di questi punti fondamentali, della buona occupazione e del lavoro di qualità».
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