Intesa-Ubi, firmato accordo per l’integrazione: 5000 esuberi volontari e 2500 assunzioni
Le uscite saranno scaglionate dal 2021 e il 2026, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023. Fabi: "È il primo passo del gruppo Intesa per l’integrazione dei 20.000 dipendenti Ubi"
È stato firmato dopo la mezzanotte di ieri a Milano, il protocollo per l’avvio dell’integrazione di Ubi Banca nel Gruppo Intesa Sanpaolo. L’accordo, sottoscritto da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin e dal gruppo bancario guidato da Carlo Messina, prevede 5.000 uscite volontarie e 2.500 assunzioni.
Le uscite saranno scaglionate dal 2021 e il 2026, mentre le assunzioni saranno effettuate entro il 2023. Le assunzioni, nel dettaglio, saranno realizzate entro il 31 dicembre 2023 con attenzione al supporto alla rete chiesta dal sindacato e alle zone svantaggiate del Paese, alla stabilizzazione dei tempi determinati in servizio alla data di firma dell’accordo e ai lavoratori collocati nella sezione emergenziale del Fondo di solidarietà di settore. Per quanto riguarda le uscite, che saranno gestite con pensionamenti e prepensionamenti solo su base volontaria, è prevista una dettagliata tabella di marcia che tiene conto della maturazione dei requisiti pensionistici in relazione al quale andrà presentata la domanda entro precisi termini.
L’accordo consente anche l’utilizzo delle norme relative a “Opzione donna” e “Quota 100” (i particolari sul sito www.fabi.it).
«Siamo soddisfatti, abbiamo creato le migliori condizioni per gestire l’integrazione del gruppo Ubi in Intesa – ha commentato il segretario nazionale Fabi e coordinatore del gruppo Intesa, Giuseppe Milazzo -. Non ci sono ricadute sociali ne sulle condizioni di lavoro di alcun genere ma abbiamo gettato le basi per lo sviluppo professionale ed economico del lavoratori di tutto il nuovo gruppo. Infine, abbiamo prestato la massima attenzione verso i lavoratori Ubi che saranno ceduti a Bper, anche loro, se lo vorranno, potranno accedere al piano delle uscite. Nell’ambito delle assunzioni abbiamo impegnato la banca a valorizzare la rete, oggi particolarmente sotto pressione, e verso le zone svantaggiate del Paese nonché verso il colleghi del settore che hanno perso il posto di lavoro ed ora si trovano nel Fondo emergenziale».
«Questo accordo è il primo importante passo del nuovo gruppo Intesa per l’integrazione dei 20.000 dipendenti Ubi – conclude il coordinatore Fabi del gruppo Ubi, Paolo Citterio -. Una fase di integrazione che vedrà altri due momenti fondamentali, il passaggio di un ramo d’azienda a Bper e l’integrazione nel gruppo Ubi, due momenti da seguire con la massima attenzione per assicurare la tutela e la migliore valorizzazione delle risorse. Con questo accordo si concede a tutti i dipendenti di Intesa e Ubi di accedere alle uscite volontarie anche per quelli che verrano ceduti a Bper».
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