Andrea Kerbaker, una vita a inseguire libri: “La cultura va condivisa con tutti”
Il bibliofilo ha appena inaugurato il Kapannone dei libri ad Angera, un grande spazio interamente composto da riviste, locandine, cimeli dalle librerie di tutto il mondo. “Possiedo migliaia di libri: perché dovrei tenerli per me?”
Per comprendere l’origine dell’immensa collezione è utile fare un giro in un piccolo reparto a sinistra all’interno del Kapannone dei libri, dove sono esposti tutte le buste e i sacchetti delle librerie visitate: Dublino, Cambridge, Parigi, Buenos Aires, Londra, e poi Roma, Firenze, e tanto Milano. È da tutti questi luoghi che provengono i migliaia di libri conservati negli anni da Andrea Kerbaker, milanese doc – nonostante il cognome che mette in risalto le lontane origini bretoni – e ossequioso collezionista di libri praticamente dalla nascita. «Ho iniziato da piccolo a comprare e tenere i libri che volevo leggere. Ma essendo sempre stato curioso, negli anni i libri che avevo erano sempre di più di quelli che potevo veramente leggere. Effettivamente – riflette Kerbaker, con un sorriso sincero sulle labbra – col tempo è diventata un’abitudine un po’ compulsiva».
I libri che si possono trovare – e sfogliare, e consultare, e leggere indisturbati con tutta calma – ad Angera sono solo una piccola parte del catalogo del bibliofilo. Il resto lo si può visitare alla Kasa dei libri, l’analoga casa-museo in largo de Benedetti nel quartiere di Isola a Milano. Aperta nel 2012, i libri sono pian piano aumentati, ma lo spazio (il tipico appartamento dalle dimensioni contenute di una metropoli) si è rivelato insufficiente, e ha cominciato ad accusare il peso crescente dei volumi. Alla Kasa sono conservati più di 30mila titoli, oltre alle preziose opere d’arte. Ma è anche un posto vivace dove ospitare mostre e incontri.
«Così sarà anche il Kapannone dei libri» assicura Kerbaker, che sottolinea il valore aggregante della cultura. «Mi piace immaginare un posto dove le persone possano incontrarsi e arricchirsi. Del resto, l’idea di un luogo pubblico dove conservare i miei libri nasce con questo intento: condividere la gioia di scoprire autori nuovi, ripescare vecchie riviste ormai dimenticate. Capii presto che non avrei mai potuto leggere tutti questi libri, e allora mi chiesi: perché non condividerli? È bellissimo vedere arrivare persone che frugano tra gli scaffali, prendono un libro, si siedono e si immergono nella lettura».
Mentre parliamo Kerbaker viene continuamente fermato dai tanti ospiti che sono venuti a vedere il nuovo spazio. Ci sono molti milanesi che ne hanno approfittato per sfuggire alla calura meneghina per visitare la nuova creatura di Kerbaker.
Scrittore, professore alla Cattolica, e ovviamente bibliofilo, Kerbaker è un’istituzione a Milano. Il 14 luglio la direttrice del teatro Franco Parenti Andrée Ruth Shammah (a proposito di istituzioni milanesi) lo ha invitato alla serata ‘un canto per Milano‘ a leggere un estratto della lunga storia della città, insieme a una lunga sequela di attori, scrittori, cantanti, giornalisti e personalità influenti di Milano. E la stessa Shammah ha voluto essere presente nella nuova casa sul lago Maggiore dei libri di Kerbaker.
L’artista Rebecca Forster, Andrea Kerbaker e Andrée Ruth ShammahCome si conviene a un vero luogo di cultura, c’è anche spazio per immaginare qualcosa di diverso. Nel giorno dell’inaugurazione era presente Rebecca Forster, un’artista visuale originaria del Missouri che ha voluto ridisegnare, letteralmente, il pavimento centrale.
Uno dei primi scaffali in cui ci si imbatte è dedicato alla figura di Giorgio de Chirico e la sua pittura metafisica. Ma non si tratta di un affastellamento confuso; i libri sono divisi in maxi sezioni. C’è quella artistica, dove oltre alle opere sul pittore si possono trovare libri su Dalì, Picasso, e sulle principali correnti artistiche dei secoli passati. C’è quella dedicata al cinema – con monografie su François Truffaut, Martin Scorsese, Dino Risi, i fratelli Marx – che prevede anche un’ampia raccolta di locandine: dai film di Alberto Sordi ai classici americani degli anni Sessanta e non solo.
E anche quella delle riviste del Novecento. Si trovano alcune perle come Il paragone di Roberto Longhi, Nuovi Argomenti di Alberto Moravia, e poi L’europeo, Belfagor, Marcatré, nonché tante riviste francesi e tedesche di nicchia. Ci si può perdere per ore tra gli alti scaffali, a caccia di qualche libro ormai dimenticato, o di qualche fotografia dei Beatles, come nel libro di Robert Freeman A private view, in cui ha inserito tante fotografie inedite dei fab four durante i loro tour.
Tutto questo sarà corredato presto, si augura Kerbaker, da eventi, mostre e conferenze. Ma già adesso si può visitare (con prenotazione) questo ex edificio industriale e perdersi tra le migliaia di titoli, lasciandosi incuriosire da una copertina segnata dal tempo o da una fotografia d’antan.
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