La denuncia: nei cantieri Alptransit “turni massacranti e sfruttamento”
La sinistra svizzera denuncia le condizioni di lavoro nel tunnel che viene inaugurato venerdì 4 settembre. "Una gloriosa opera costruita da mani straniere"
Turni troppo lunghi e condizioni di lavoro durissime, riposi saltati. La sinistra svizzera denuncia una situazione del lavoro molto dura, dietro al grande cantiere di Alptransit, che venerdì 4 settembre verrà ufficialmente completato.
Uno scenario di «sfruttamento brutale» in cui si lavorava anche «sotto intimidazione», denunciano Partito Comunista svizzero, Partito Operaio e Popolare, Partito Socialista, Forum Alternativo, i Verdi, Movimento per il Socialismo.
La questione – rilanciata in Italia dalla sezione varesina del Partito Comunista Italiano – riguarderebbe i «lavoratori distaccati» di due imprese italiane del Gruppo Rossi con sede a Roma, che operavano nel gigantesco cantiere. «I tre turni previsti sull’arco della giornata e comunicati alla Seco non sarebbero mai stati rispettati. Alcuni operai che hanno denunciato i fatti hanno raccontato di essere stati costretti a svolgere frequentemente due turni di lavoro nell’arco delle 24 ore».
Lavoro senza pause (va ricordato che in galleria ci sono temperature alte e altissima umidità, un quadro riconosciuto come a rischio) e per non meno di 12 ore al giorno, denuncia la sinistra elvetica. «C’è pure chi ha raccontato di aver dovuto lavorare, in alcune occasioni, per ben 24 ore di fila e addirittura in alcuni periodi del mese di agosto, quando erano pianificate le vacanze e la centrale di comando non era operativa. Tutto questo sarebbe avvenuto nonostante in Svizzera nel settore delle costruzioni ferroviarie esista un Contratto collettivo decretato dal Consiglio Federale di obbligatorietà generale».
Nel reclutamento di alcuni degli operai albanesi residenti in Italia sarebbero poi state usate, secondo la sinistra, forme di caporalato, con lo “storno” di una parte di stipendio a chi faceva da mediatore.
Sulla vicenda – va detto – c’è anche una denuncia ufficiale presentata da diversi lavoratori e la cosa è stata anche al centro di una inchiesta della tv pubblica ticinese Rsi.
Per questo ancora oggi la sinistra ticinese chiede un pool di magistrati specializzati sul lavoro, per contrastare abusi sui grandi cantieri. E alla vigilia della cerimonia di consegna del tunnel del Monte Ceneri, che completa il sistema Alptransit, ricordano: «La gloriosa opera è stata costruita da mani straniere, come sempre è stato per le grandi opere infrastrutturali in Svizzera da oltre un secolo».
Nel cantiere Alpransit si sono registrati due infortuni mortali nel 2010 e nel 2015, entrambi di lavoratori italiani. Uno dei due episodi, quello del 2010, ha portato a due condanne in primo gradoper omicidio colposo, inflitte all’ingegnere e un operaio presenti quel giorno sul cantiere, ribaltate poi in appello con la assoluzione.
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