La tragedia di Luvinate: Mario Farsetti, una vita per lo sport e la famiglia
La vittima del maltempo a Luvinate era un grande sportivo e conoscitore della montagna. Amici e conoscenti non si capacitano della tragedia
Lo conoscevano in tanti in paese, a Barasso: scarpe da running e tuta. Migliaia di chilometri corsi l’anno. Fatica e soddisfazioni di uno sport che Mario Farsetti amava: adorava la corsa nei boschi, anche quelle dure come i “trail“ in salita, che combinava spesso e volentieri con bicicletta e nuoto.
Il triatleta di 61 anni, geometra con una moglie e una figlia, ha perso la vita mentre faceva una corsa nei sentieri di cui il massiccio del Campo dei fiori è ricco.
Ma l’imprevedibilità degli eventi atmosferici non ha lasciato scampo a quest’uomo in età matura con fisico di un giovane atleta che ben conosceva il territorio.
Per questo tutti, in paese si chiedono come sia potuta succedere una tale tragedia. Se lo chiede il sindaco di Barasso Antonio Braida che ha seguito la vicenda delle ricerche e che è stato informato questa mattina dell’avvenuto ritrovamento. Se lo chiede anche la vicina di casa e amante dei sentieri nei boschi, amica di famiglia Emanuele Crivellaro: «Quando ho saputo di una persona dispersa nel bosco, mai avrei immaginato che si trattasse di Mario», ha spiegato al telefono con voce carica di sconforto e ancora sotto shock per la notizia.
«Mario era uno sportivo di prim’ordine, una gran persona che ho conosciuto dai tempi dell’asilo dei nostri figli, e poi è diventato un amico, come spesso accade. Ci incrociavamo sul sentiero 10 come accade per tanti sportivi, ed è davvero difficile credere a questa fatalità, accaduta in una zona che conosceva benissimo».
Farsetti era iscritto nella categoria amatori dell’Atletica Gavirate: gli sportivi che l’hanno conosciuto parlano di una persona preparatissima, appassionata dello sport ma anche del territorio.
Conoscenza dei luoghi e grande preparazione fisica che tuttavia non sono state qualità bastevoli a evitare la tragedia, dettata a quanto pare dall’ingrossamento repentino del livello del torrente Tinella: nella zona attorno alle 19 di giovedì sono caduti 360 millimetri d’acqua nel giro di poco più di un’ora.
Un evento che si verifica secondo gli esperti del Parco campo dei fiori una volta ogni 400 anni. Il pubblico ministero di Varese ha disposto sul corpo l’autopsia.
Sulla dinamica i carabinieri della compagnia di Varese hanno effettuato rilievi legati all’ipotesi della morte per fatto accidentale: una svista, una caduta in una condizione meteo proibitiva che è stato probabilmente in questo caso l’elemento determinante.
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