Gallarate: il ritorno del teatro, in piazza, con la dedica a don Alberto

Lo spettacolo itinerante del "Franco Parenti" ha fatto tappa in città rendendo omaggio al sacerdote scomparso pochi giorni fa, capace di portare i grandi nomi nei teatri di periferia

franco parenti gallarate

Un palcoscenico itinerante che si rimpossessa delle piazze cittadine, un moderno Carro di Tespi per far riassaporare il valore unico e insostituibile del teatro, dell’esibizione dal vivo. I Camios del Franco Parenti sono arrivati a Gallarate.

Generico 2018

Un’iniziativa fortemente voluta dalla storica direttrice del teatro milanese Andrée Ruth Shammah, regista di lunghissimo corso che ha lavorato con i più grandi, come Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Un camion in tour per la Lombardia in piazze poco altisonanti, dai nomi trascurati dal grande pubblico. «Gallarate è la prima città che conosco di questo tour» ammette candidamente Davide Calgaro nel suo monologo comico. Forse non è scontato: Gallarate, in campo teatrale, qualcosa da dire ce l’ha. Lo storico volontario del teatro delle Arti Francesco Carù ha ricordato l’amicizia e la collaborazione tra Giovanni Testori, Shammah (che in questo video racconta il primo incontro con lo stesso Testori) e don Alberto dell’Orto, scomparso pochi giorni fa.

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Da sinistra verso destra: Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah e Giovanni Testori

Lo spettacolo è stato dedicato al parroco, capace di portare in un piccolo teatro di provincia grandi nomi e grandi spettacoli, con una mentalità apertissima alle novità, alle sperimentazioni e anche alle voci scomode nei confronti della Chiesa. Il regista Marco Rampoldi (con radici gallaratesi) ha raccontato che «noi teatranti siamo abituati a lavorare con i parroci: il 90% degli spettacoli sono in teatri parrocchiali. Ma questo con don Alberto non è mai stato un problema. Era sempre curioso verso le novità, e non gli dispiacevano i testi un po’ irriverenti». Carù ha inoltre sottolineato la peculiarità di quelle amicizie: «Franco Parenti era un non credente, Testori un cattolico, Shammah un’ebrea sefardita. Si trovò meravigliosamente con tutti e tre».

Un’amicizia nata già agli esordi del Parenti, inaugurato nel ’72 sotto il nome di Salone Pier Lombardo dalla via discreta e tipicamente milanese in cui si trova. «L’ultima volta che Franco Parenti portò uno spettacolo a Gallarate fu nell’84, con I promessi sposi alla prova di Testori». Ma la collaborazione non si è mai fermata: negli anni tutti gli spettacoli firmati dalla Shammah sono stati portati alle Arti. La stagione si concluse – prematuramente – il 5-6 febbraio con Buon anno ragazzi, di marca Parenti. «È bello ripartire con loro – ha affermato Carù -. Può essere il segnale di una vera ripartenza; un modo per riprendere il filo da dove si era fermato».

(I promessi sposi alla prova al Salone Pier Lombardo con Franco Parenti)

La serata

Il duo di attori teatrali DUperDU si sono avvicendati in piazza Libertà con la band dall’età media bassissima dei Watt – che hanno alternato loro canzoni con rivisitazioni di classici, da Lucio Battisti a Caterina Caselli – e il comico Davide Calgaro, già ospite di Colorado e Zelig.

La “canzone per Gallarate”

I DUperDU hanno aperto la serata con un’overture scritta apposta per la città, come hanno fatto in tutte le piazze a partire da Codogno – una scelta non casuale.

Dire Gallarate è già poesia

suona bene questo nome

la città più bella che ci sia

qui nell’Alto Milanese.

Ha natura e acqua a volontà

C’è l’Arnetta, il Sorgiorile

Hanno attratto gente in quantità

fin dall’era medievale.

Nel suo stemma spicca il gallo

nell’origine è il suggello

poi sei stata anche Romana

sulla strada Severiana

che collegava Milano

con tutto il Verbano.

Gallarate è bello essere qui

cassœula, polenta coi bruscitt.

Della torre Sforza erano qui

e così anche i Visconti

hanno fatto chiese eccezionali

e a Crenna un bel castello

Poi c’è stato Carlo Borromeo

Hai sconfitto anche la peste

E il tuo San Rocco è bello sai

lui resiste alle saette.

Arrivò Napoleone

poi le nozze per l’unione

epoca già ben descritta

a Gerolamo Rovetta

che nel libro immortalò

la gran farmacia Daho’.

Gallarate splendida tu sei

di stupire non finisci mai

Dell’industria eri un capital

le duecento ciminiere

ma è successo tanti anni fa

e ora torni a respirare.

Qui si ama il teatro più che mai

c’è il teatro delle Arti

Don Alberto vive sempre lì

saprà sempre emozionarci.

E son belli i tuoi giardini

la Boschina e i Fontanili

sono parchi cittadini

di cui non vedi i confini

se vai in centro c’è san Pietro

la loggetta sta lì dietro

la basilica mariana

col suo antico campanile

Gallarate sei la mia città

amo la tua originalità

ma non basta certo una canzone

per descriver Gallarate

e noi per lenire la passion

restiam qua

a Galarà.

 

 

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caccianiga.marco@yahoo.it
Pubblicato il 03 Settembre 2020
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