Gallarate: il ritorno del teatro, in piazza, con la dedica a don Alberto
Lo spettacolo itinerante del "Franco Parenti" ha fatto tappa in città rendendo omaggio al sacerdote scomparso pochi giorni fa, capace di portare i grandi nomi nei teatri di periferia
Un palcoscenico itinerante che si rimpossessa delle piazze cittadine, un moderno Carro di Tespi per far riassaporare il valore unico e insostituibile del teatro, dell’esibizione dal vivo. I Camios del Franco Parenti sono arrivati a Gallarate.
Un’iniziativa fortemente voluta dalla storica direttrice del teatro milanese Andrée Ruth Shammah, regista di lunghissimo corso che ha lavorato con i più grandi, come Giorgio Strehler e Paolo Grassi. Un camion in tour per la Lombardia in piazze poco altisonanti, dai nomi trascurati dal grande pubblico. «Gallarate è la prima città che conosco di questo tour» ammette candidamente Davide Calgaro nel suo monologo comico. Forse non è scontato: Gallarate, in campo teatrale, qualcosa da dire ce l’ha. Lo storico volontario del teatro delle Arti Francesco Carù ha ricordato l’amicizia e la collaborazione tra Giovanni Testori, Shammah (che in questo video racconta il primo incontro con lo stesso Testori) e don Alberto dell’Orto, scomparso pochi giorni fa.
Da sinistra verso destra: Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah e Giovanni TestoriLo spettacolo è stato dedicato al parroco, capace di portare in un piccolo teatro di provincia grandi nomi e grandi spettacoli, con una mentalità apertissima alle novità, alle sperimentazioni e anche alle voci scomode nei confronti della Chiesa. Il regista Marco Rampoldi (con radici gallaratesi) ha raccontato che «noi teatranti siamo abituati a lavorare con i parroci: il 90% degli spettacoli sono in teatri parrocchiali. Ma questo con don Alberto non è mai stato un problema. Era sempre curioso verso le novità, e non gli dispiacevano i testi un po’ irriverenti». Carù ha inoltre sottolineato la peculiarità di quelle amicizie: «Franco Parenti era un non credente, Testori un cattolico, Shammah un’ebrea sefardita. Si trovò meravigliosamente con tutti e tre».
Un’amicizia nata già agli esordi del Parenti, inaugurato nel ’72 sotto il nome di Salone Pier Lombardo dalla via discreta e tipicamente milanese in cui si trova. «L’ultima volta che Franco Parenti portò uno spettacolo a Gallarate fu nell’84, con I promessi sposi alla prova di Testori». Ma la collaborazione non si è mai fermata: negli anni tutti gli spettacoli firmati dalla Shammah sono stati portati alle Arti. La stagione si concluse – prematuramente – il 5-6 febbraio con Buon anno ragazzi, di marca Parenti. «È bello ripartire con loro – ha affermato Carù -. Può essere il segnale di una vera ripartenza; un modo per riprendere il filo da dove si era fermato».
(I promessi sposi alla prova al Salone Pier Lombardo con Franco Parenti)
La serata
Il duo di attori teatrali DUperDU si sono avvicendati in piazza Libertà con la band dall’età media bassissima dei Watt – che hanno alternato loro canzoni con rivisitazioni di classici, da Lucio Battisti a Caterina Caselli – e il comico Davide Calgaro, già ospite di Colorado e Zelig.
La “canzone per Gallarate”
I DUperDU hanno aperto la serata con un’overture scritta apposta per la città, come hanno fatto in tutte le piazze a partire da Codogno – una scelta non casuale.
Dire Gallarate è già poesia
suona bene questo nome
la città più bella che ci sia
qui nell’Alto Milanese.
Ha natura e acqua a volontà
C’è l’Arnetta, il Sorgiorile
Hanno attratto gente in quantità
fin dall’era medievale.
Nel suo stemma spicca il gallo
nell’origine è il suggello
poi sei stata anche Romana
sulla strada Severiana
che collegava Milano
con tutto il Verbano.
Gallarate è bello essere qui
cassœula, polenta coi bruscitt.
Della torre Sforza erano qui
e così anche i Visconti
hanno fatto chiese eccezionali
e a Crenna un bel castello
Poi c’è stato Carlo Borromeo
Hai sconfitto anche la peste
E il tuo San Rocco è bello sai
lui resiste alle saette.
Arrivò Napoleone
poi le nozze per l’unione
epoca già ben descritta
a Gerolamo Rovetta
che nel libro immortalò
la gran farmacia Daho’.
Gallarate splendida tu sei
di stupire non finisci mai
Dell’industria eri un capital
le duecento ciminiere
ma è successo tanti anni fa
e ora torni a respirare.
Qui si ama il teatro più che mai
c’è il teatro delle Arti
Don Alberto vive sempre lì
saprà sempre emozionarci.
E son belli i tuoi giardini
la Boschina e i Fontanili
sono parchi cittadini
di cui non vedi i confini
se vai in centro c’è san Pietro
la loggetta sta lì dietro
la basilica mariana
col suo antico campanile
Gallarate sei la mia città
amo la tua originalità
ma non basta certo una canzone
per descriver Gallarate
e noi per lenire la passion
restiam qua
a Galarà.
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