Sanità privata, sciopero generale dei lavoratori
In provincia di Varese è previsto un presidio dalle 8 alle 14,30 davanti alla clinica Multimedica di Castellanza
Continua il braccio di ferro per il rinnovo del contratto collettivo della sanità privata, una situazione che diventerà un caso di scuola del diritto sindacale. Dopo aver raggiunto un accordo definitivo, le sigle datoriali Aris e Aiop hanno abbandonato il tavolo di trattative. Non era mai successo prima, soprattutto con un accordo definitivo già raggiunto su un rinnovo contrattuale atteso da 14 anni.
I soldi dell’Europa scatenano gli appetiti della sanità privata
I sindacati di categoria Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl hanno indetto uno sciopero nazionale per mercoledì 16 settembre. Il punto di arrivo di una protesta che va avanti da mesi. Dopo l’esito negativo del tentativo obbligatorio di conciliazione, il 5 agosto c’è stato un presidio nazionale davanti a Montecitorio, il 24 agosto alcune iniziative a livello locale, tra cui il presidio davanti alla Prefettura di Varese, e il 31 agosto presso la sede di Confindustria a Busto Arsizio.
Lo sciopero nazionale di mercoledì 16 settembre riguarda tutti i lavoratori del comparto per l’intera giornata o turno di lavoro. In provincia di Varese è previsto un presidio dalle 8 alle 14,30 davanti alla clinica Multimedica di Castellanza.
«Nonostante le lettere e gli impegni formali da parte del ministro della Salute e del presidente della Conferenza delle Regioni – scrive in una nota il sindacato – i rappresentanti di Aris e Aiop, anche nel tentativo di conciliazione dello scorso 5 agosto, hanno ribadito di non ritenere che ci siano le condizioni per sottoscrivere in via definitiva il contratto venendo meno agli impegni sottoscritti, cosa mai avvenuta prima e ponendo i lavoratori in una condizione di incertezza e privazione di riconoscimenti economici. Tale comportamento delle parti datoriali appare ancora più vergognoso se si pensa che, ancora una volta, le professioniste e i professionisti della sanità privata hanno operato, unitamente ai colleghi della sanità pubblica, per far fronte alla grave emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 con la stessa professionalità ed impegno ma senza gli stessi diritti ad un medesimo riconoscimento economico. Il tempo degli eroi è già finito e l’avidità dei padroni della sanità privata non conosce limiti, lautamente alimentata da finanziamenti pubblici e con buona pace dei lavoratori, sempre più spremuti in turni estenuanti di lavoro, senza alcun riconoscimento e dei cittadini che di quei servizi sono fruitori».
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