Bulli padroni dei parchetti, il sindaco di Castronno: “Adesso basta, genitori fate il vostro dovere”
Dopo l'ennesima segnalazione Giuseppe Gabri ha scritto alle mamme e ai papà di questi ragazzi tra i 14 e 17 anni e li ha invitati a contattarlo per trovare una soluzione. E ha aggiunto: "Credo che un ceffone possa ancora educare"

Il parchetto con i giochi per i bambini è ostaggio di piccoli bulli di paese, il sindaco interviene e scrive ai genitori dei sedicenni che spadroneggiano in paese. Il tono di Giuseppe Gabri, sindaco di Castronno, è quello di chi ha perso la pazienza. Il post su facebook è arrivato dopo l’ennesima segnalazione di una mamma che aveva dovuto abbandonare il parco giochi del paese dopo che i ragazzini che avevano occupato l’altalena, alla sua richiesta di cedere il post a chi, di fatto, ne aveva diritto, l’avevano sfidata e provocata.
«Oggi, come altri giorni, al parco giochi delle scuole medie c’erano ragazzi tra i 14 e i 17 anni – scrive il primo cittadino – . Stanno seduti sulle altalene, bestemmiano, fumano, bevono alcolici e ascoltano musica a tutto volume.
Quando i genitori dei più piccoli si avvicinano per chiedere di scendere, loro rispondono male e non lasciano libere le giostre. I più piccoli non possono così giocare.
Infine lasciano tutta la loro sporcizia per terra».
E qui l’invito ai genitori dei ragazzini: «Se sai che tuo figlio è uno di questi ragazzi, ti chiedo di intervenire perché il parchetto è di tutti e le altalene sono per i bambini sotto i 12 anni.
Chiedo collaborazione affinché questo ed altri episodi spiacevoli non si ripetano».
«E’ una situazione intollerabile – spiega il sindaco Gabri – Prima si trovavano sotto il Municipio, ora si sono spostati. Affrontano gli adulti con arroganza, pare non abbiano paura di nessuno. Alcuni ci fanno notare che non esistono luoghi per i giovani: forse è vero, Castronno purtroppo ha sempre delegato l’oratorio come spazio di accoglienza giovanile e questo è un errore a cui cercherò di porre rimedio nel mio mandato, ma non so se questi ragazzi lo frequenterebbero».
Non possiamo continuare a tollerare questa situazione: la sporcizia a terra, bestemmie e bevute davanti ai piccoli che giocano. Per questo ho chiesto ai genitori di intervenire: se lo desiderano posso dare loro una mano, vengano in Comune e ne parliamo. Arduo compito quello del genitore ma credo che un ceffone possa ancora educare. Bisogna interrogarsi sul perché siamo arrivati a questo punto. Io credo nei giovani e sono certo che i troppi “sì” e il volere essere amico dei figli, stia rovinando una generazione. Solo il confronto può risolvere il problema.
Io sono a disposizione».
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una volta, anche i più “scalmanti” , il rispetto per gli adulti l’avevano.
fino ad una trentina di anni fa, a scuola ci scappava il ceffone dal maestro e magari a casa il ramanone da genitori e nonni quando serviva.
ora non c’è più nulla…da un certo punto in avanti si è iniziato a tutelare e difendere in maniera esagerata, delegittimando scuola ed educatori.
questi sono i risultati
chi dobbiamo ringraziare ?