“Chernobyl”, la serie tv da scoprire: il terrore è nel silenzio
La recensione della serie tv che racconta quanto accaduto nel 1986, dopo l'esplosione del reattore nucleare che sconvolse il mondo
È capitato anche a voi di guardare un film, o una serie tv, o leggere un libro e pensare: “Ma non si possono toccare! E la distanza?”. Ecco, è normale, è la nostra reazione a quello che stiamo vivendo in questo periodo, con i provvedimenti che dobbiamo rispettare per la nostra sicurezza. Proprio per questo è importante godersi delle belle serie tv, o film, che sono disponibili in streaming sulle varie piattaforme. Partiamo quindi con alcuni suggerimenti, a cominciare da Chernobyl, la serie tv nata da un’inchiesta giornalistica su quanto accaduto con l’esplosione di quel reattore nucleare che nel 1986 sconvolte il mondo. Quando, in quelle settimane, si aveva paura di un altro nemico invisibile.
La recensione
Serie Tv
Produzione: Sky e HBO
Nr. puntate: 5 da 60-72 minuti
Disponibile su Sky e NowTv.
Ideatore: Craig Mazin
Regia: Johan Renck
Interpreti: Emily Watson, Jared Harris, Stellan Skarsgår
Inquietudine. È questo il sentimento dominante che genera costantemente la visione di Chernobyl. Non solo per quello che già si conosce di quel disastro, ma anche per quello di cui si viene a conoscenza durante la visione. Negli anni è emerso quasi tutto su quanto accaduto nel 1986, in quelle ore, in quei giorni che sono seguiti all’esplosione del reattore nr.4 della centrale nucleare russa. La serie prodotta da Sky ha il pregio, ed anche il coraggio, di andare oltre la rappresentazione puramente documentaristica, senza nemmeno calcare la mano su “effetti speciali” emozionali.
La storia narrata nella serie comincia subito con l’esplosione, avvenuta in quel maledetto 26 aprile 1986. I primi soccorsi, le prime negazioni, con i responsabili che non dicevano nulla riguardo la gravità della situazione: era più importante non finire puniti dal Partito Comunista che salvare la propria vita o quella dei propri cari. Il resto della serie, nelle puntate successive, prende pieghe diverse, anche assumendo le sembianze di un racconto horror, con il nemico invisibile presente costantemente nell’aria, che ti entra nelle pelle, nei polmoni. Immagini silenziose che fanno vedere i bambini che respirano l’aria contaminata, mentre giocano, mentre ridono, mentre vivono. E noi sappiamo che per loro è solo l’inizio della fine. Non possiamo fare nulla. Siamo inermi. Come loro.
Il tutto viene rappresentato con le poche spiegazioni (non pesanti e davvero chiare) che illustrano come uccide la radioattività, a seconda del tempo che impieghi a respirare quell’aria contaminata. Ma non solo: la grande capacità della serie è anche quella di mettere in scena personaggi che hanno saputo dire la verità, che hanno lottato contro il sistema che cercava di nascondere tutto. Si tratta di persone che hanno creduto di poter salvare delle vite, rischiando la propria esistenza, il proprio futuro, mettendo in discussione quello in cui hanno sempre creduto ciecamente. Come Ulana Khomyuk, interpretata da una fantastica Emily Watson (la ricordate nel film “Le onde del destino”?), che con il suo senso di giustizia è la vera coscienza della serie, capace di convincere Valerij Alekseevič Legasov (uno straordinario Jared Harris) e Boris Shcherbina (interpretato da Stellan Skarsgård), a fare la cosa giusta, a credere che senza dire la verità le vittime sarebbero potute essere centinaia di migliaia. Una verità che ancora oggi viene negata: secondo la versione ufficiale russa, i morti nel disastro sono solo 31.
Chi ha ricordi di quei tragici giorni del 1986, rammenta benissimo i telegiornali con la nuvola radioattiva che copre mezza Europa, che lentamente si avvicina all’Italia. Nonostante fossimo stati solo sfiorati da quella nube, c’erano gli avvisi di non uscire quando pioveva. Ma soprattutto, oltre a questo, vi era una scarsità di informazioni ufficiali. E la serie svela anche perché ed è questo il fattore più inquietante: l’insana capacità dell’uomo di anteporre il proprio benessere a scapito del proprio futuro, dei propri figli. Di eroi in questa storia ce ne sono stati e vengono ben rappresentati: oltre a quelli citati, ci sono i minatori che hanno scavato con coraggio sotto il reattore (senza di loro il bilancio delle vittime sarebbe stato molto peggiore). Ma la verità è che questa è una storia di cui avremmo fatto volentieri a meno. E leggere sui social che ci sono delle persone che chiedono agli autori della serie tv se ci sarà una seconda stagione, fa ancora più venire i brividi.
La cinque puntate della serie hanno riscosso un successo planetario. La serie prodotta da Sky e HBO è stata apprezzata non solo dalla critica che l’ha eletta all’unanimità come la migliore serie dell’anno. “Chernobyl” è risultata la serie europea di Sky più vista di sempre e il quarto titolo in assoluto dietro due produzioni italiane di Sky, “Gomorra – La serie” e “The Young Pope” e all’HBO “Il Trono di Spade”. Numero anche i premi raccolti nel 2020, culminati con la vittoria del Golden Globe (premio della critica internazionale) come miglior miniserie. Tutta la stagione completa di “Chernobyl” è disponibile on demand su Sky e NOW TV.
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