Coronavirus, Conte: “Chiudere cinema e teatri ci addolora, vi sosterremo”

Nel lungo intervento di oggi alla Camera, il premier ha dedicato ampio spazio ai lavoratori dello spettacolo. Al termine ha spiegato i provvedimenti contenuti nel decreto ristori

Conte è tornato in Parlamento oggi, giovedì 29 ottobre, per “illustrare le ulteriori misure restrittive adottate” dopo la “subdola e repentina” impennata della curva dei contagi.  Un lungo discorso in cui ha affrontato tutti i temi più caldi: scuola, trasporti misure economiche. E ampio spazio del suo discorso lo ha riservato ai lavoratori degli spettacoli penalizzati dall’ultimo Dpcm e dai provvedimenti del primo lockdown.

L’ultimo provvedimento prevede lo stop a cinema e teatri dal 26 ottobre e almeno fino al 24 novembre: “Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico – si legge nel testo – in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”.

E le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo hanno previsto di scendere in piazza in tutta Italia venerdì 30 ottobre dalle 10,30 alle 13, rispettando le regole anticontagio, per chiedere un intervento urgente sul settore.

Oggi Conte ha dedicato ampio spazio alla questione. Riferendosi a tutte le attività più colpite dall’ultimo decreto, bar ristoranti palestre e tutte le piccole società sportive  ha detto: «Queste attività non sono state sospese perché ritenute non essenziali: si tratta di attività, e ne siamo perfettamente consapevoli, fondamentali per il benessere psicofisico integrale della persona che presuppone la cura del corpo ma anche il nutrimento dello spirito. Era necessario però  diradare i contatti sociali e le interazioni tra le persone».

Per quanto riguarda invece i lavoratori dello spettacolo il premer ha fatto un lungo intervento in cui ha espresso solidarietà e vicinanza: «Ho già avuto modo di affermarlo: la chiusura di cinema e teatri è stata la scelta più dolorosa che abbiamo dovuto compiere. I protagonisti del mondo dello spettacolo stanno affrontando ormai da molti mesi enormi difficoltà. Purtroppo gli stessi protocolli di sicurezza messi in atto per limitare i contagi, hanno limitato la presenza del pubblico contribuendo a un generale depauperamento del settore, già in crisi. Siamo consapevoli che il danno deriva anche dalle modalità di organizzazione che si basa su una programmazione e non di breve periodo,  quindi la chiusura interrompe attività sulle quali si era investito sotto il profilo delle risorse umane e finanziarie.

La chiusura ci rammarica ancora di più per il significato che questi luoghi implicano, per il loro valore sociale e culturale e non solo economico. Sappiamo quanto  quegli spazi nutrano lo spirito, quanto la persona possa in quei luoghi articolare la capacità di definire la proprietà identità ed emotività; non solo: lì si rafforza il senso di apparenza alla dimensione collettiva, si trasmettono quei valori di civiltà, essenziali in questo momento di crisi.
Il governo si è posto quindi in ascolto della categoria in crisi – ha detto ancora il premier-. Capiamo il senso frustrazione che i cittadini provano vedendo minata la propria sicurezza economica. Per questa abbiamo ritenuto necessario confrontarci con le categorie e annunciare le proposte di ristoro e di indennizzo individuate dal Governo. Abbiamo predisposto adeguati strumenti per sanare gli squilibri esistenti che rischiano di generane nuove diseguaglianze».
Il decreto ristori, ricordiamo, prevede indennità specifiche per i lavoratori dello spettacolo e del turismo pari a mille euro ciascuno.

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Ottobre 2020
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