L’Afi svela gli archivi. Tre mostre a Villa Pomini
L’ Archivio Fotografico Italiano organizza nelle sale della storica villa l’iniziativa dal titolo: Archivi Svelati - L’immagine rivela e celebra il tempo
L’ Archivio Fotografico Italiano, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza, organizza nelle sale della storica Villa Pomini l’iniziativa dal titolo: Archivi Svelati – L’immagine rivela e celebra il tempo.
Quello degli archivi è per l’Afi un impegno durevole che nel suo evolversi ha permesso di conoscere patrimoni spesso celati, ricercando elementi di studio da promuovere mediante incontri, dibattiti, laboratori, progetti editoriali e percorsi formativi, in un incessante confronto tra i differenti stili e linguaggi.
La collaborazione con importanti realtà del territorio lombardo e nazionali, il lavoro quotidiano di catalogazione e conservazione e il confronto con esperti del settore, identificano questo evento annuale per l’offerta culturale, proponendo autori non necessariamente noti, ma di talento, inseriti nella collezione Afi grazie a donazioni specifiche. Un patrimonio sempre più preponderante di famiglie che affidano all’Afi le proprie memorie, un progetto strutturato di acquisizione e catalogazione, ma soprattutto di conservazione e diffusione.
Il bianco e nero è il protagonista indiscusso della rassegna, delegando alle sfumature di grigio, ai contrasti netti e alle spigolature dello sguardo, la sintesi del progetto.
LE MOSTRE:
ITALIA VINTAGE
Virgilio Carnisio
Il patrimonio iconografico di Carnisio non ha nulla da inviare ai più celebrati fondi, in quanto è organizzato metodicamente per nuclei cronologici che ne facilitano la consultazione.
L’odore della chimica si sente ancora, esala dalle tante scatole dove sono conservate centinaia di stampe analogiche, realizzate con cura e sapientemente contrastate, come piace all’autore, che nel tempo hanno conservato volti e luoghi che oggi ci guardano e ci interrogano, spronandoci a cogliere l’importanza della fotografia come espressione figurata dell’esistenza umana.
Virgilio nel suo girovagare ha saputo celebrare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente con una vivacità d’intenti non comune che lo ha condotto a scoprire il Belpaese nei meandri più intimi per arricchire il proprio profilo umanistico, abbeverandosi di vita quotidiana e non di luoghi più aristocratici.
Le sue immagini ci restituiscono una visione del mondo antico, inglobato nell’era moderna, seguendo una tradizione culturale che trova nella fotografia il mezzo espressivo più congeniale per rafforzare il concetto di documentazione con la convinzione che i cambiamenti vacillanti possano connettere passato e presente, rafforzando uno stile di scrittura visiva che da sempre lo identifica.
Indaga gli spazi con discreta curiosità e con una poetica visiva scarna ma nel contempo dotta, avvalorata dall’incivilimento culturale che il tempo, lo studio e la lettura gli hanno accordato, nel perenne desiderio di tradurre la vita reale in un teatro della storia, alla ricerca di equivalenti visivi che scindono il pensiero che contrappone percepito e concepito.
Non mostra mai, per scelta, le esistenze anguste poiché predilige la dignità come bene universale.
Ma è anche il concetto dell’attesa ad emergere dalle fotografie di Virgilio, dove si assapora il piacere della lentezza che lascia spazio all’immaginazione, al vociare delle borgate, alla spensieratezza del gioco, agli amoreggiamenti, alla bellezza di un paesaggio sognante, dove lo sguardo di due innamorati si perde tenendosi per mano.
Una sorta di sospensione transitoria che è sinonimo di libertà, dove pare che le persone siano compiacenti e felici di aver posato contribuendo alle scene, di cui oggi possiamo godere, composte magistralmente e annesse a monumenti, borgate, mercati, piazze, negozi dalle insegne antiche e spiagge, dove tutto si amalgama, giovani e anziani, suore e preti, lavoratori e cittadini, nelle varie stagioni, da nord a sud, con una densità di valori che riflettono una mondo intriso di valori, oggi latente.
Una bella e continua scoperta in quelle scatole ingiallite e zeppe di esistenze, vagliate con mitigata impressione, frapponendo tra i silenzi ovattati della stanza i sussulti fluttuanti della scoperta.
Poi la luce, quella strana seduzione che richiama fotografi e artisti, che Virgilio ha saputo comprendere dando forma alle sue composizioni dalle delicate nuance ai grafismi accentuati, alle ombre corrose dalle stagioni, a volte nitide e vibranti altre volte impalpabili e suggestive. Questa è la luce che ama Virgilio, una sinfonia di sfumature che il bianco e nero sintetizza, come cura dell’anima e della passione per la vita. L’intero Archivio Carnisio fa parte della collezione Afi.
LA SOCIETA’ AMERICANA 1912 – 1943
da una Collezione privata
Questa esposizione è finalizzata a ripercorre, attraverso scatti singoli e istantanee, alcune vicende della società americana, senza la pretesa di rappresentare l’intero periodo storico ma piuttosto di offrire una rappresentazione visiva del tempo nei vari contesti sociali.
La storia abbinata all’immagine ha l’aspirazione di accrescere la conoscenza, di stimolare confronti, di comprendere le evoluzioni sociali, di dare il giusto valore alla fotografia come medium primario nel documentare i fatti, spesso in chiave giornalistica, a volte su incarico istituzionale, altre più liberamente con un linguaggio interpretativo che lascia spazio allo stile e all’inventiva dell’autore
Il paesaggio urbano si ravviva con la presenza dell’uomo, scene di lavoro si fondono con gli ambienti, le attrezzature e gli indumenti, famiglie ai margini in viaggio verso un futuro migliore, scene di vita quotidiana e casalinga tra architetture e ambienti, ma anche la bella vita, la moda, qualche personaggio pubblico.
Ogni fotografia diviene narrazione, fascino, emblema del tempo, che la memoria elabora e l’archivio conserva.
Principi sostanziali del ricordo che riconducono alla rinvenimento di uno principio collettivo, a quel senso di appartenenza che pare smarrito nei tempi moderni, dalla frenesia comunicativa dei mezzi e delle voci che cantano in solitaria e non più all’unisono.
GEOMETRIE DEL PAESAGGIO
Maurizio Colombo
Maurizio Colombo nasce a Busto Arsizio nel 1958 e sin da ragazzo si appassiona alla fotografia. I primi scatti sono in prevalenza figure femminili. Predilige il bianco e nero e impara a stampare nella mansarda di casa.
Nel corso degli anni si appassiona all’osservazione degli spazi, raggiunti con frequenti viaggi esplorando le forme e la bellezza dei luoghi. Ha frequentato il Circolo Fotografico Il Sestante di Gallarate partecipando a diverse mostre collettive e vincendo diversi concorsi fotografici. Negli ultimi anni ha collaborato nel campo della moda. “Cercare di scrivere qualcosa sulle mie fotografie è meno facile che parlarne, forse perché parlandone riesco meglio a togliere dalle immagini tutto ciò che di istintivo vi è racchiuso.
Tuttavia anche scrivendo posso provare a lasciar correre la penna e a lasciarle dire spontaneamente ciò che vi sento.
Ho provato a fermare tanti elementi che mi scorrevano davanti, alcuni a prima vista freddi, come certe composizioni grafiche nell’architettura, in cui ho voluto cogliere l’importanza delle ombre, di tutto ciò che non è detto, che non si vede, ma c’è; poi ho unito al tutto una presenza femminile.
Una donna che non sorride mai, tra le ombre, che cerca l’orizzonte o il sole e che talvolta è parte di queste ombre; lascia però anche spazio al pensiero per correre a ciò che di più vero è una donna…tenerezza, sensibilità, femminilità.
Ho tentato di aggiungere “colore” alle mie ombre essenziali, con questa presenza e con quella di un bambino che contribuisce a rendere i neri meno cupi, come metafora del dono della donna alla vita, che è già luce, ma che ancora ne cerca in cima a una scala”.
Tra le centinaia di immagini donate dalla famiglia, che seguiranno il percorso previsto di selezione, catalogazione e inserimento nel sito e nella raccolta nazionale Afi, abbiamo scelto una serie di stampe vintage che ben rappresentato la sperimentazione dell’autore, risalenti agli anni ’90 e stampate dallo stesso con la finalità di far emergere vedute grafiche e bagliori che ci interrogano sull’essenze, attraverso i silenzi. Si spegne a Novara nel 2017, lasciando una traccia visiva che sa emozionare di particolare impatto creativo. Le immagini fanno parte della collezione Afi.
4 OTTOBRE 2020 – ore 17
Presentazione del libro: CENTO E PIU’ IMMAGINI D’ITALIA
di Virgilio Carnisio – Collana editoriale Afi / 2020
Book signing / visita con l’autore alla mostra
Per partecipare alle conferenze è obbligatoria la prenotazione, scrivendo alla e-mail:
afi.fotoarchivio@gmail.com o Whatsapp 333.3718539
INFORMAZIONI SULLA RASSEGNA:
Luogo: Villa Pomini –Via Don Luigi Testori, 14 – Castellanza (Va)
Periodo espositivo: 4 ottobre – 1 novembre 2020
Orari di visita: Il 4 ottobre 2020 apertura alle ore 17 in concomitanza alla presentazione
venerdì e sabato 15/19 – domenica 10/12 – 15/19 – Ingresso libero
Segreteria organizzativa: e-mail: afi.foto.it@gmail.com / Sito web: www.archiviofotografico.org
Informazioni/curatore: Claudio Argentiero T.347 5902640 / e-mail: afi.fotoarchivio@gmail.com
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