Nel Tempio di Duno il ricordo commosso per i 179 medici d’Italia morti per Covid
La cerimonia al Tempio votivo dei medici d'Italia si è aperta quest'anno con la lettura dei nomi di tutti i medici caduti mentre lottavano contro il virus, tra cui il dottor Roberto Stella presidente dell'Ordine di Varese
Grande commozione questa mattina alla cerimonia al Tempio votivo dei Medici d’Italia, dove si è svolta l’annuale messa commemorativa per i medici defunti. Una cerimonia quest’anno particolarmente significativa e intensa, perché sono stati ricordati i tanti medici uccisi dal Covid, a partire dal dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine varesino, primo di un triste elenco che ad oggi conta 179 morti.
«Ricordiamo oggi con questa messa i colleghi defunti mentre affrontavano un virus sconosciuto che ha improvvisamente e inopinatamente invaso il mondo – ha detto il dottor Marco Cambielli, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri di Varese dando il via alla commemorazione con la voce rotta dall’emozione – Colleghi che hanno pagato con la vita la fedeltà a servizio della persona, lasciandosi guidare dalla missione di curare e prendersi cura, onorando in maniera solenne la professione medica – Una cerimonia che ci dà anche la possibilità di superare l’impossibilità di partecipare alle loro esequie circostanza che ha reso ancora più acuto il distacco. Il loro nome verrà ricordato nel sacrario di questo tempio».
E proprio con la lettura dei nomi dei 179 medici italiani caduti sul fronte della guerra al Covid si è aperta la cerimonia, proseguita poi con la messa presieduta da monsignor Ivan Salvadori, vicario generale della diocesi di Como, e accompagnata da piano, violino e voce solista.
Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti delle autorità religiose e civili, la famiglia del dottor Stella e il presidente nazionale Cao – Commissione albo odontoiatri Raffaele Iandolo che di Roberto Stella era collega ma soprattutto amico.
La mattinata si è chiusa con una preghiera nel sacrario dove da oggi c’è una nuova lunga lapide.
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