Openjobmetis, mamma Andersson attacca Bulleri: “Varese perde per colpa sua”

La signora Kristina risponde ad alcuni commenti sulla pagina Facebook della Pallacanestro Varese: "I giocatori fanno quello che il coach chiede, ma lui dovrebbe fare i compiti"

Supercoppa: Openjobmetis Varese - A. San Bernardo Cantù 84-77

C’è da rivedere qualcosa riguardo al luogo comune che vede gli italiani mammoni e i nordici ben più emancipati quando c’è da rescindere il cordone ombelicale con la famiglia di origine. Almeno stando a quel che succede in queste ore nella Varese dei canestri, dove coach Massimo Bulleri è “sotto attacco” verbale da parte della mamma di Denzel Andersson.

Proprio così: sulla pagina Facebook della Pallacanestro Varese, la madre del giocatore svedese – forse il più deludente tra i biancorossi in questo avvio di stagione – se la prende senza mezzi termini con l’allenatore toscano. In una serie di commenti la signora Kristina non esita ad addossare a Bulleri le colpe delle sconfitte con Cantù e Cremona: «Dovreste chiedere al coach come vuole che i giocatori giochino – inizia rispondendo al giudizio di un tifoso – Non prendetevela con i giocatori: loro fanno ciò che gli viene chiesto».

E ancora: «Se i giocatori non sono utilizzati nel modo giusto, la colpa è dell’allenatore. Il coach non lo considera – dice Kristina parlando del figlio Denzel – Lui è un all-star in Svezia ma anche in Europa, però l’allenatore commette un grande errore nel non avere schemi che lo coinvolgano. Se tu lo vedessi giocare (si rivolge all’interlocutore su Facebook) resteresti scioccato. Non è colpa sua (di Denzel ndr) né degli altri giocatori, è colpa dell’allenatore che dovrebbe fare i compiti».

Kristina Andersson ricorda di aver avuto un proprio club (il marito e papà di Denzel, Jay, era un ottimo cestista americano che vinse anche un titolo NBA con i Celtics; purtroppo è scomparso a 56 anni ndr) e quindi di parlare per competenza, non solo per essere la madre di un giocatore. Ma poi riavvolge il nastro di una settimana e rincara la dose: «Settimana scorsa hanno perso nel quarto periodo ma è stato l’allenatore a voler giocare solo con due giocatori (il riferimento è alla gestione della gran parte dei palloni da parte di Douglas e Scola, e su questo non ha tutti i torti ndr). Varese avrebbe dovuto vincere, ma i giocatori hanno fatto quello che è stato chiesto loro dal coach e hanno perso».

Insomma, una lamentela in piena regola che – purtroppo – non aiuta certo il povero Andersson che, dopo una discreta Supercoppa, ha trovato parecchie difficoltà ad adattarsi alla Serie A italiana. In 4 partite ha fatto registrare appena 10 punti e 7 rimbalzi su un totale di 54′ di gioco (fanno 2,5 punti, 1,8 rimbalzi in 13,5 minuti) con il 33,3% da 2 e il 28,6% da 3 punti. Cifre che al di là della disamina tecnica sono obiettivamente troppo basse per un uomo che parte stabilmente in quintetto base: probabilmente Denzel vale più di quanto mostrato fino a ora ma, appunto, non è mai riuscito a esprimersi.

E nemmeno il precedente a questo punto lo aiuta, visto che l’ultimo genitore apprensivo non ha ottenuto granché: nel 2017 il padre di Damian Hollis, Essie (anch’egli con un passato NBA a Detroit) criticò apertamente su Facebook la gestione del figlio da parte di Attilio Caja (con Bulleri parte dello staff tecnico). Passarono poche settimane e Hollis venne tagliato. Poi quella Openjobmetis arrivò sino ai playoff.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Ottobre 2020
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