Quelle strane presenze al Castello di Cuasso
Dopo aver letto una leggenda del Castello, due esperti hanno cercato presenze paranormali tra le antiche mura. Questa sera online il primo di sei episodi sulla singolare ricerca
(Foto di Claudia Migliari) – Chi “abita” tra le antiche mura del Castello di Cuasso?
La domanda ha portato in Valceresio due ricercatori nell’ambito del paranormale. Nei mesi scorsi la Pro loco di Cuasso è stata contattata da Fabio Tavaglione e Vanessa Lindiri, fondatori della Pdu (Paranormal detection unit) di Milano, i quali, dopo aver letto una leggenda del Castello di Cuasso al Monte, si sono resi disponibili a ricercare presenze paranormali tra le antiche mura.
«La leggenda racconta la storia d’amore di Carlo, figlio del Conte Cuasso, e Rosa Maria, figlia del maggiordomo di corte – spiega Pino Caprino, presidente della Pro loco di Cuasso – Rosa Maria, nel momento in cui l’amato non volle riconoscere il figlio che lei portava in grembo, decise di suicidarsi, gettandosi dalla cascata del torrente Cavallizza, luogo in cui i due amanti solevano incontrarsi segretamente. Il fratello della fanciulla decise poi di vendicare la morte di Rosa Maria, uccidendo Carlo».
La notte tra il 12 e il 13 settembre, dopo aver posizionato varie apparecchiature, Pino Caprino, accompagnato dalla vice presidente Simona Molteni e da Maria Perrone, socia della Pro loco, è stato testimone della ricerca compiuta.
Durante la notte, le apparecchiature hanno rilevato diverse informazioni, che verranno trasmesse in sei episodi sulla pagina Facebook della Pro Loco Cuasso, e sul canale You Tube della Pdu.
Il rimo episodio verrà trasmesso questa sera, mercoledì 21 ottobre.
«Negli ultimi anni la Pro loco sta cercando di concentrare il proprio interesse su particolari luoghi appartenenti al territorio di Cuasso al Monte, per creare curiosità e interesse – dice il presidente Pino Caprino – Un luogo sicuramente rinomato è appunto il Castello, che dopo l’evento Locus Cuvaxi ha assunto particolare importanza. Di questo dobbiamo ringraziare anche Renato e Simone Bonomi, delle omonime cave, i quali collaborano con la Pro loco di Cuasso con grande perseveranza».
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