Il reparto Covid dell’ospedale di Varese occupato a metà. Tutti liberi i 20 letti dedicati al Del Ponte
Rimangono ancora chiusi ai visitatori esterni i presidi dell'Asst Sette Laghi. Secondo il direttore generale la situazione è tranquilla ma si lavora per potenziare la rete di indagine: presto il laboratorio sarà capace di processare 1600 tamponi
I numeri dei contagi sono in crescita a livello nazionale. In provincia di Varese, da tempo, si registra un numero di contagi secondo solo alla provincia di Milano. La notizia buona è che, attualmente, all’ospedale di Varese la situazione dei ricoveri per Covid19 è tranquilla: «Abbiamo ricoverata una decina di pazienti e il numero si mantiene stabile da tempo – spiega il direttore generale della Sette Laghi Gianni Bonelli – i pazienti sono di bassa o media gravità. Solo per un paio di casi si è fatto ricorso alla ventilazione assistita. Non abbiamo letti di terapia intensiva dedicati perché esiste una rete regionale. Noi abiamo inviato un paio di persone al Sacco». (Foto: Maurizio Borserini scattata nella prima fase dell’emergenza all’ospedale di Circolo a Varese).
Nonostante il momento di relativa tranquillità persista, l’azienda ha comunque pronti i piani per affrontare qualsiasi scenario: « Abbiamo un reparto Covid composto da 16 letti, tutti in stanze singole. In questo momento, come dicevo, non è pieno. Abbiamo altri 6 letti pediatrici e 14 ostetrici al Del Ponte che sono vuoti. Rimangono comunque dedicati e pronti. Così come è attualmente vuoto ma pronto a ripartire all’occorrenza l’ospedale di Cuasso al Monte. La nostra è un’organizzazione modulare in grado di riconvertirsi velocemente in caso di emergenza».
Il grande sforzo, al momento, è sull’attività di indagine con i tamponi: « Con l’apertura delle scuole e dell’ambulatorio ad accesso libero ci siamo trovati a far fronte a un’impennata di esami. Per questo motivo abbiamo deciso di aprire due altri punti tampone negli ospedali di Cittiglio e di Tradate e di migliorare l’accoglienza a Varese. Stiamo potenziando anche la capacità di processazione del laboratorio di microbiologia dove da ieri c’è un nuovo primario, il professor Fabrizio Maggi che arriva da Pisa e che è uno dei massimi esperti mondiali degli Anellovirus, una famiglia di virus a filamento singolo di recente identificazione e componente fondamentale del viroma dell’uomo. In pochi mesi siamo passati da 400 esami al giorno, agli attuali mille e nel giro di qualche settimana arriveremo a 1500/1600 al giorno, con tempi di risposta a 12/15 ore. Sta arrivando nuovo personale tecnico per potenziare il laboratorio». Il laboratorio della Sette Laghi resta un punto di riferimento per Ats Insubria: qui si concentrato le indagini di tutta la provincia e di parte del territorio comasco.
La relativa tranquillità che abbiamo vissuto nei mesi estivi non giustifica un abbassamento della guardia: « Abbiamo ancora il doppio triage in pronto soccorso, cosa che limita la ripresa appieno di tutte le altre attività ospedaliere perchè richiede un impiego di personale importante – commenta il dg Bonelli – Monitoriamo i numeri, se dovessero continuare con questi ritmi potremo anche prevedere un alleggerimento dell’attuale organizzazione».
I numeri, però, al momento non suggeriscono nessuna novità, nemmeno sul tema dell’apertura agli esterni dell’ospedale: « I nostri presidi rimangono ancora chiusi ai visitatori esterni – spiega Bonelli – non è il momento di allentare le misure. Abbiamo però, adottato una piattaforma per migliorare il sistema di comunicazione tra pazienti, famigliari e medici. Un sistema che è già in funzione a Trento e che si è rivelato molto efficace».
Prevedere cosa succederà il futuro rimane molto azzardato. La Sette Laghi lavora per il ritorno alla normalità con un grande sforzo sia sul fronte dell’attività ambulatoriale sia su quella chirurgica. L’attenzione, però, al momento resta sull’evoluzione della pandemia.
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