Una rete solidale per il canile di Varese
Il 20 ottobre si terrà una iniziativa per finanziare alcuni lavori urgenti per il canile di Varese. Alessandra Calafà ci ha raccontato quale sia l'attuale situazione della struttura
Poco fuori dal centro città, in via Friuli, una traversa della più nota via Peschiera, si raggiunge il canile di Varese. Dal 2017 è gestito dai volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
“Il nostro canile – scrivono parlando della loro attività – è un luogo di opportunità ed un luogo di transito in cui rimettersi in sesto prima di trovare il proprio posto nel mondo. Spesso i nostri ospiti hanno un passato triste e la loro fiducia è stata tradita; molti di loro non hanno un carattere facile e può succedere che rimangano con noi un pò più tempo del previsto. In canile educatori e istruttori cinofili con l’aiuto dei volontari ascoltano la loro rabbia, capiscono le loro paure e li aiutano ad affrontarle così che possano tornare a credere che con l’umano si può riprovare a stringere un patto di fiducia e alleanza. Noi di LNDC VARESE abbiamo una missione, accompagnarli verso le loro nuove famiglie, pronti a incoraggiarli e a fare subito un passo indietro appena li vediamo pronti a correre verso la loro nuova casa”.
Siamo andati a trovarli e Alessandra Calafà ci ha aggiornati sulla situazione attuale.
Quanti cani sta ospitando il canile e quante adozioni avvengono in media in un anno?
«I cani ospitati attualmente sono ventotto. A causa dell’emergenza Covid, la media di adozioni nel 2020 si è notevolmente abbassata, ma prima della pandemia raggiungevamo anche 60 adozioni all’anno. La adozioni dei cani avvengono secondo un processo in più fasi. Se la procedura non viene seguita nella giusta maniera, corriamo il rischio che il cane non vada bene per la famiglia scelta e che venga rimandato al canile. È fondamentale il concetto di relazione: prima di consolidare l’adozione avviene un colloquio iniziale, una visita pre-affido e almeno tre passeggiate di prova. Tutto questo per abituare la famiglia al cane scelto e viceversa. L’obbiettivo della Lega non è solo quello di far adottare il maggior numero possibile di cani, noi vogliamo diffondere la cultura cinofila».
Il 20 ottobre si terrà un evento “Facciamo rete…per cani”. Di cosa si tratta?
«Attualmente il comune copre il 50% delle spese del canile, mentre il resto viene gestito da noi grazie alle donazioni. Noi non chiediamo mai donazioni “a vuoto”, ma sempre legate ad un progetto. Abbiamo chiamato questo evento “Facciamo rete”, perché attualmente il canile ospita una serie di cani “particolari”, per i quali è necessario l’acquisto di reti e cancelli specifici, che siano più resistenti. Questo per tutelare tutti i cani e i volontari. Nel caso in cui, causa pandemia, si rivelasse impossibile tenere l’evento, stiamo pensando ad un’alternativa online».
Il fenomeno del randagismo è molto presente in Italia. Com’è la situazione di Varese da questo punto di vista?
«Quello del randagismo è un problema sociale: le persone che non possono più tenere i cani, li portano al canile. Alcuni vengono anche da fuori Varese. Il guaio è per quei cani che non vengono portati in strutture apposite, ma lasciati a loro stessi in mezzo alla strada. I cani che vengono ritrovati devono passare dieci giorni al canile sanitario, e solo dopo vengono trasferiti nelle strutture di riferimento del comune. Per farvi un esempio, solo poco tempo fa abbiamo assistito a “finti ritrovamenti”: cani che non sono del territorio, segnalati su pagine Facebook di canili di Palermo, ritrovati qui vicino, in viale Aguggiari».
Cosa potrebbe fare la città di Varese per il suo canile?
«Il canile dove lavoriamo attualmente, non va bene da ogni punto di vista. Negli anni abbiamo fatto numerosi lavori, cercando di accomodarlo al meglio possibile, grazie anche all’aiuto del gruppo VF. Un tempo non esisteva un atrio d’entrata e i cani erano sempre sovra eccitati e a volte infastiditi dal continuo via vai di persone. Come anche le zone di svago per i nostri cani, sono stati costruiti da noi in un secondo momento. L’area adatta per costruire una nuova struttura è già stata individuata. Un posto più sicuro e accessibile dal centro città, che sia costruito su misura per i cani, gestibile per i volontari e per chi viene in visita. Il canile attualmente, oltre a non avere spazio e materiali a sufficienza, è posto in una zona a rischio idrogeologico e appena piove corriamo il rischio che si allaghi. Alla parola canile si collega spesso falsamente una condizione di malessere per gli animali, che nell’immaginario comune li incattivisce. Noi ci teniamo a far capire che i nostri cani possono essere sì difficili, ma non sono cattivi. E’ la struttura che non va bene. La Lega del Cane si offre di partecipare alla progettazione e alla realizzazione al fianco del Comune».
La locandina dell’iniziativa del 20 ottobre
Si aspetta quindi una conferma per l’evento del 20 ottobre, “Facciamo rete…per cani”, o per l’eventuale alternativa online…
«È arrivata l’ora che Varese si metta al lavoro per rendere quella del canile una realtà migliore, sia per i cani che per i volontari, i quali ormai da anni affrontano le difficoltà dovute alla zona e alla struttura, compensandole con l’immensa passione e l’amore che mettono nella cura dei loro ospiti a quattro zampe».
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