Strada per tutti, il sogno di Giovanni Mandelli: “Città a misura di bici e di pedoni”
Con le sue idee l'architetto di Olgiate Olona sta cambiando la mentalità di persone che non avevano mai usato la bicicletta e ora punta a portare la sua "filosofia" anche nei Comuni. L'esempio di Reggio Emilia
La mobilità sostenibile e l’uso della bicicletta sono diventati argomenti molto caldi per diverse amministrazioni anche del Varesotto. Le piste ciclabili stanno cominciando a moltiplicarsi anche se ancora troppo lentamente, soprattutto nelle zone più urbanizzate, la bicicletta è diventata una valida alternativa all’auto mentre entrano in scena anche altri mezzi come i monopattini elettrici.
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C’è un giovane architetto di Olgiate Olona, di nome Giovanni Mandelli, che da oltre un anno ha avviato una pagina su facebook che si chiama “Strada per tutti” nella quale alimenta la cultura della bicicletta come mezzo per spostarsi non solo per piacere ma anche per gli spostamenti di tutti i giorni (casa-lavoro, casa-scuola o casa-treno). Per promuovere questo tipo di spostamenti si è anche inventato una sfida (seguendo la moda delle challenge on line) che ha chiamato “#monthbikechallenge” nella quale ogni mese si pubblicano sulla pagina i risultati di coloro che hanno aderito (km percorsi in bicicletta per spostamenti non di piacere e totale delle emissioni di Co2 evitate). L’iniziativa ha un suo seguito e dalle 10 alle 15 persone ogni mese pubblicano i loro dati sulla pagina.
Da qualche tempo Giovanni sta anche cercando di far entrare la “filosofia” della bicicletta negli uffici pubblici, cercando e a volte ottenendo l’attenzione di politici, amministratori e associazioni locali: «Mi sono laureato l’anno scorso al politecnico di Milano. Dopo un anno di Erasmus in Belgio mi sono reso conto che la qualità della vita nelle città dipende anche dall’organizzazione delle città stesse. Le macchine, ad esempio, occupano molto spazio pubblico a differenza delle biciclette. Liberare questi spazi dalle auto permette anche un miglioramento della qualità della vita dei cittadini» – racconta Mandelli.
Nel 2018 ha iniziato a pensare a cosa potesse fare nel suo piccolo: «Per prima cosa ho comprato una bicicletta e ho iniziato ad usarla il più possibile. Così ho scoperto che il 90% dei miei spostamenti era fattibile in bicicletta. Tra Olgiate Olona, Castellanza, Busto Arsizio, Legnano è possibile spostarsi in bici senza grande fatica».
Questa convinzione ha rafforzato in lui la voglia di cambiare le cose: «Farlo da solo era difficile e quindi ho deciso di coinvolgere chi la pensava come me creando una community social. Nel 2019 parte Strada per Tutti con una pagina Facebook per fare comunicazione e sviluppare competenze progettuali apprese all’università. Tra le varie iniziative del progetto c’è #monthtbikechallenge. Mi sono reso conto che nel 2019 ho percorso quasi 3000 km, risparmiando 1500 euro e ho evitato di emettere 410 kg di co2».
Durante il lockdown ha anche creato il sito internet Strada per Tutti in cui ha raccolto tutti i materiali postati su Facebook:
«Si trovano anche articoli di professionisti che spiegano i benefici sulla salute dell’andare, l’impatto sulla società, informazioni sulle nuove tecnologie come l’auto elettrica e la loro sostenibilità». Ma la sua azione, come detto, ha attirato l’attenzione di molte realtà: ad esempio al Circolo Gagarin, sotto la scalinata, ha posizionato una rastrelliera gialla antifurto, con la collaborazione di Legambiente-BustoVerde ha studiato sistema di piste ciclabili (di cui si parlerà in un convegno il 16 ottobre) per la città di Busto Arsizio e che ha riscontrato anche l’interesse dell’assessore alla Sicurezza Rogora. Anche a Legnano ha collaborato con la lista Ri-Legnano per il progetto di bicipolitana poi presentato in campagna elettorale dal candidato poi eletto sindaco Lorenzo Radice.
Eppure per farsi apprezzare è dovuto andare fino a Reggio Emilia, dove oggi vive per metà della settimana: «Sono stato assunto dal Comune per il servizio mobilità. Tra le opere realizzate la conversione di un parcheggio per automobili in uno spazio di socialità per gli studenti, davanti ad una scuola. Va detto: lì sono avanti anni luce. Nel mio comune sono riuscito a portare avanti il progetto “Bike to work” con l’amministrazione comunale, un’idea mutuata da un’esperienza simile in Val d’Aosta. Vengono percorsi dai 2500 ai 4000 km al mese in bicicletta da cittadini che prima usavano l’auto per recarsi al lavoro. Tramite l’app Strava controlliamo l’effettivo chilometraggio di ogni utente che, in base ai km percorsi, ottiene dei buoni da spendere».
Per il suo territorio vorrebbe fare di più ma serve che le amministrazioni locali cambino il loro modo di immaginare la mobilità in città: «Servono scelte coraggiose ma non basta che lo faccia un solo comune. Da noi le poche piste ciclabili realizzate sono fatte con poca cura progettuale e risultano scomode per chi le usa. Manca, inoltre, una visione globale che permetta ad un cittadino di andare in bici da un comune all’altro senza soluzione di continuità. Questo oggi non accade».
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