Un doppio weekend con le Giornate Fai d’Autunno
Sono dedicate a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fondo Ambiente Italiano scomparsa lo scorso luglio, i due fine settimana del 17 e 18 e del 24 e 25 ottobre
Sono dedicate a Giulia Maria Crespi, fondatrice del Fondo Ambiente Italiano scomparsa lo scorso luglio, le Giornate Fai D’Autunno che si terranno in due weekend, il 17 e 18 ottobre e il 24 e 25, e che permettendo di visitare e scoprire molti luoghi in tutta Italia.
Un appuntamento che muove dalla curiosità, lo stesso motore che secondo Giulia Maria Crespi “è il filtro che ci permette di capire come fare bene al mondo”.
La conferenza stampa di presentazione si è tenuta questa mattina, è stata trasmessa anche in streaming, ed è stata l’occasione per ricordato il grande lavoro svolto dal FAI in questi anni e la necessità del contributo di tutti, soprattuto in un periodo così particolare come questo a casuas dell’emergenza covid.
Per questo oggi ha anche lanciato la grande campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia”, invitando tutti a iscriversi e a partecipare alle Giornate FAI d’Autunno che vedranno 1.000 aperture straordinarie in 400 città da nord a sud della Penisola.
La fondazione spiega: “Il FAI ha bisogno del supporto degli Italiani per continuare a far bene all’Italia, e per fare sempre di più e meglio. La salute del Paese è messa a dura prova dalla pandemia, ma la salute non è solo fisica. Star bene significa anche vivere in un ambiente sano, pulito e curato e coltivare curiosità e passioni che la cultura accende, riconnettersi attraverso i luoghi a quel patrimonio di storia e cultura, ambiente e paesaggio che è una tradizione di civiltà italiana. La Fondazione, dalla sua nascita, si nutre di curiosità per dialogare e interrogare ogni giorno i propri monumenti d’arte e natura perché raccontino capitoli di sé ancora ignoti, inimmaginabili e infiniti. Grazie al continuo aiuto di chi ci sostiene gli studi, le scoperte, gli interventi virtuosi non si fermano mai e continuano senza sosta, rivelando nuove storie e impegnando sempre di più la Fondazione per offrire una crescente ricchezza collettiva che è per sempre dell’Italia e degli italiani: è la ricetta del FAI per far bene al Paese.
Le storie che raccontano i Beni del FAI sono infinite e si snodano lungo un arco di tempo di 3.500 anni, tanti sono quelli che ci separano dall’insediamento dell’età del Bronzo scoperto all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate (LE) poco tempo fa, curiosando tra gli ulivi. Gli scavi hanno rivelato l’esistenza di una serie di allineamenti di fosse circolari, che contenevano una imponente palizzata, probabilmente una recinzione a protezione dell’abitato. 3.500 anni di storie raccontate e ancora da raccontare come quella ambientata nella Torre del Monastero di Torba, Gornate Olona (VA) dove una campagna archeologica ha permesso di scoprire al suo interno, oltre a tracce di incendi e depositi alluvionali, la sepoltura di un cavallo risalente alla metà del VI secolo, sulla soglia di ingresso: una sepoltura rituale di cavallo e cavaliere, a simboleggiare l’alto rango del guerriero longobardo che all’epoca presidiava il castrum, oppure un rituale propiziatorio, attraverso cui la comunità longobarda di Castelseprio-Torba ha rinunciato a qualcosa di prezioso – come un costoso cavallo – in cambio della protezione divina per mura, torre e città.
Risalgono invece al Seicento le incredibili scoperte del Castello di Masino, Caravino (TO) dove sotto le pareti scialbate nell’Ottocento dell’imponente Salone dei Savoia sono stati scoperti affreschi, ora in via di restauro, datati 1680, straordinariamente scenografici aventi per oggetto il Teathrum Sabaudiae: cioè il Piemontese della fine del XVII secolo. Oppure le trincee della Grande Guerra scavate a Fontanasecca, Quero Vas (BL) saranno oggetto del racconto di uno degli scontri più cruenti del primo conflitto mondiale.
E per arrivare ai giorni nostri, quest’anno, per celebrare il ventennale dell’inaugurazione di Villa Panza, Varese donata al FAI dal collezionista Giuseppe Panza di Biumo, il FAI ha riproposto al pubblico la collezione permanente nel suo allestimento originale e integrale, così come concepito dal collezionista stesso e tramandato con minuzia di dettagli al FAI; è tornata nella Scuderia grande della villa, ad esempio, l’opera Desire (1981) dell’artista afro-americano Martin Puyear, che, prestata ai più grandi musei del mondo, dal 2012 aveva lasciato posto alle mostre temporanee di grandi artisti internazionali, ultima delle quali quella dedicata a Sean Scully, che ha arricchito il patrimonio di opere site-specific caratteristiche di Villa Panza con una serie di piccole vetrate policrome nella serra”.
ALCUNI EVENTI
“Ricordiamoci di salvare l’Italia” significa aiutare il FAI a far bene all’Italia anche attraverso progetti di sostenibilità nei Beni – molti già conclusi, molti altri in cantiere – i quali verranno raccontati per la prima volta durante le Giornate FAI d’Autunno 2020, oltre ai tradizionali approfondimenti storici e artistici. Così, chi si recherà, ad esempio, al Castello di Masino potrà scoprire l’antico sistema di raccolta dell’acqua piovana e l’intervento svolto per ridurre l’utilizzo di acqua potabile: il collegamento tra una delle cisterne sotto la Terrazza dei limoni e un moderno sistema di irrigazione, che permette di innaffiare il Giardino dei cipressi. Anche a Villa Necchi Campiglio, Milano, i visitatori potranno apprendere come sia possibile risparmiare acqua potabile attraverso l’utilizzo dell’acqua di prima falda, mentre a Villa Panza il pubblico potrà ascoltare la storia del monumentale Vascone settecentesco, che raccoglie l’acqua piovana e alimenta le fontane del parco. Tra gli interventi per limitare le emissioni di CO2, si potranno scoprire i dettagli tecnici del padiglione del tennis a Villa Necchi oppure della pompa di calore di Villa Fogazzaro Roi, Oria di Valsolda (CO), alimentata dall’acqua del lago di Lugano. Tutelando gli habitat nei quali i Beni si trovano, il FAI garantisce una casa a molte specie animali che necessitano di protezione: così al Monastero di Torba sarà illustrato il ripristino della rondonara in occasione dei lavori di restauro della copertura della torre, funzionale a ospitare i rondoni, la cui sopravvivenza è a rischio, mentre a Podere Case Lovara, Punta Mesco (SP) si racconterà del tritone alpestre, che abita l’alveo del rio Gatta, del quale il FAI ha recuperato una porzione. Ancora, nei numerosi Beni coinvolti nel progetto “Api e farfalle” saranno mostrate arnie e piante Bee and Butterfly Friendly, ricche di nettare e polline.
Il FAI e i suoi Beni sono generosissimi di storie, delle quali molte ancora da scoprire o da intraprendere. Di altrettanta generosità ora ha bisogno la Fondazione, che ancor più nel 2020 chiede un aiuto concreto per poter proseguire la sua attività, duramente compromessa dagli oltre due mesi e mezzo di chiusura e dalle successive restrizioni messe in atto per fronteggiare l’emergenza sanitaria: dopo l’importante attivo registrato nel bilancio del 2019, le stime sulle perdite a fine 2020, infatti, si prospettano molto significative; l’interruzione di tutte le attività durante il lockdown, dalla chiusura dei Beni all’annullamento delle Giornate FAI di Primavera hanno generato ingenti riduzioni dei proventi.
Il 90 per cento dei cantieri previsti nel 2020, da avviare o da concludere, sono stati sospesi, mentre i costi per i restauri indispensabili e le manutenzioni dei Beni arrivano a 6 milioni di euro, ai quali si aggiungono gli oneri per la sicurezza del personale e dei visitatori. Nonostante la stagione trascorsa, il FAI non si è arreso: segnali positivi non sono mancati – i dati dei rinnovi online sono superiori a quelli del 2019 e il numero dei visitatori nei Beni dell’agosto 2020, pur contingentati e con prenotazione obbligatoria, sono superiori a quelli 2019 – e il “desiderio di Italia” degli italiani nei lunghi mesi di lockdown non si è mai sopito, tanto che, come dimostrano i dati di affluenza dei mesi estivi, non appena i Beni della Fondazione hanno riaperto il 22 maggio, le persone hanno ripreso a viverli e a visitarli.
Sulla scorta di tale passione, entusiasmo e coraggio, l’appello ora è di aderire a “Ricordiamoci di salvare l’Italia” con l’iscrizione online – 39 euro la quota ordinaria valida per 12 mesi – e partecipando sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre in 400 città italiane alle Giornate FAI d’Autunno, che riserveranno accessi dedicati agli iscritti e a chi si iscriverà online e in occasione della manifestazione (i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera del valore minimo di 3 €. Prenotazione online consigliata su www.giornatefai.it. I posti sono limitati. Nei due fine settimana apriranno luoghi diversi: consultare il sito per controllare il programma. Per ulteriori informazioni, vedi scheda allegata).
Anche quest’anno promotori e protagonisti dell’evento saranno i Gruppi FAI Giovani, tanto desiderati da Giulia Maria Crespi ed eredi ideali dell’inimitabile passione e dell’instancabile operosità per la tutela dell’ambiente e paesaggio che in vita hanno mosso la Fondatrice.
Per ulteriori informazioni sulla campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” e sulle Giornate FAI d’Autunno: www.fondoambiente.it; www.giornatefai.it
Alcuni dei BENI APERTI IN LOMBARDIA
Ricordiamo tra gli altri Villa e Collezione Panza a Varese, Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno e il Monastero di Torba a Gornate Olona.
Milano
Ex Frigoriferi Milanesi
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre – Ingresso riservato agli iscritti FAI
Lo storico complesso industriale di via Piranesi, appartenente al gruppo Bastogi, consta di due corpi di fabbrica: il Palazzo dei Frigoriferi e il Palazzo del Ghiaccio. La struttura nasce a fine Ottocento come uno dei più grandi magazzini del ghiaccio europei, cui verrà affiancata nel 1923 una grandiosa pista di pattinaggio di 1800 metri quadrati. Progettato in stile Liberty, l’edificio presenta un’imponente copertura in ferro, legno e vetro e costituisce un felice incontro di virtuosismo architettonico e rigore ingegneristico. Per tutta la prima metà del Novecento, fino al boom economico e all’avvento degli elettrodomestici, i Frigoriferi Milanesi produssero ghiaccio e conservarono le derrate alimentari della città. Dopo la fondazione nel 2013 della società Open Care, nel 2016 si scrive un nuovo capitolo della storia dei Frigoriferi Milanesi, con la nascita di FM Centro per l’Arte Contemporanea, un polo dedicato all’arte e al collezionismo con spazi espositivi, gallerie e archivi di artista. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno si potranno visitare i laboratori di restauro, specializzati nella conservazione di dipinti, arredi lignei, sculture, tappeti, arazzi e oggetti preziosi, dove si vedranno giovani restauratori all’opera.
Ippodromo Snai San Siro
Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre
Di proprietà di Snaitech Spa, l’Ippodromo di San Siro è da oltre un secolo tra i più prestigiosi palcoscenici ippici internazionali. Le piste da corsa sono considerate tra le più selettive al mondo e, grazie ai diversi tracciati, è possibile disputare convegni di corse su distanze diverse, dai 1.000 ai 3.000 metri per le corse in piano, sino a 5.000 metri per le corse a ostacoli. Tra Gran Premi e corse di Gruppo, sull’erba delle piste del galoppo hanno corso, lottato e vinto alcuni tra i più grandi purosangue della storia dell’ippica e prestigiosi fantini. Copre un’area di 1.600.000 mq circa e conta oltre 70 giornate di corse ogni anno, per più di 500 corse complessive ed è l’unico impianto ippico al mondo a essere stato dichiarato “monumento di interesse nazionale”. Venne inaugurato nel 1920 interamente in stile Liberty su progetto di Paolo Vietti Violi; del 1999 è la scultura di Nina Akamu “Cavallo di Leonardo” collocata all’ingresso e realizzata sulla base dei disegni di Leonardo da Vinci per il monumento – mai realizzato – per Francesco Sforza. In occasione delle Giornate d’Autunno, i visitatori avranno accesso agli spazi riservati agli operatori. Una mostra, inaugurata in concomitanza con l’evento del FAI, illustrerà i 100 anni di storia dell’Ippodromo.
Sesto San Giovanni (MI)
Fondazione Campari: sede storica e museo
Visite sabato 24 e domenica 25 ottobre
Quartier generale di Campari Group e sede del museo aziendale Galleria Campari, lo stabilimento di Sesto San Giovanni esprime l’unione tra spirito imprenditoriale e artistico del fondatore Davide Campari, che nel 1904 aprì qui la prima fabbrica del celebre prodotto. Costruita su progetto di Luigi Perrone, fu una delle prime fabbriche italiane in cemento armato, ricoperto esternamente di mattoncini rossi e piastrelle di maiolica invetriata, in pieno stile Art Nouveau. Trasferita nel 2006 la produzione a Novi Ligure, l’area fu oggetto di un importante intervento di riqualificazione urbanistica da parte di Mario Botta e Giancarlo Marzorati: il legame con il brand permane nella conservazione dell’edificio storico, oggi sede del museo, integrato nella nuova costruzione. Nella Galleria Campari è conservato l’Archivio storico, con oltre 3.000 opere su carta, affiche originali della Belle Époque, manifesti e grafiche pubblicitarie dagli anni ‘30 agli anni ‘90, firmate da importanti artisti come Fortunato Depero, Guido Crepax, Bruno Munari, Ugo Nespolo; caroselli, spot e progetti di noti registi come Federico Fellini, Singh Tarsem, Paolo Sorrentino, Stefano Sollima, Matteo Garrone; oggetti firmati da designer come Matteo Thun, Dodo Arslan, Markus Benesch e Matteo Ragni.
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