Un film per il weekend: “Storia di un matrimonio”
In questo periodo di isolamenti e mancanza di contatti, è possibile riscoprire attraverso un semplice film la valanga di sentimenti che investe la vita di una coppia. Disponibile su Netflix
In questo periodo di isolamenti e mancanza di contatti, è possibile riscoprire attraverso un semplice film la valanga di sentimenti che investe la vita di una coppia. Ci sono molti lungometraggi che raccontano queste situazioni: la nascita di un amore, la passione, la trascuratezza, la mancanza della quotidianità, e molto altro. Uno dei più recenti, che affronta questi temi, con delicatezza e irruenza allo stesso tempo, è “Storia di un matrimonio”, disponibile su Netflix.
La recensione
Tipologia: Film
Titolo: Storia di un matrimonio
Titolo originale: Marriage Story
Nazionalità: Stati Uniti
Uscita: Su Netflix
Regia e sceneggiatura: Noah Baumbach
Interpreti: Adam Driver, Scarlett Johansson, Nicole Barber, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta
Storia di un matrimonio. Il titolo dice tutto, o quasi, o almeno non esplicitamente. Non dice, per esempio, che è la storia del lento logorio di un rapporto che sembra essere normale e allo stesso tempo felice. O è forse un nuovo inizio? Il film diretto da Noah Baumbach, disponibile su Netflix, è diventato un caso internazionale, cresciuto con il tempo grazie al passaparola. Arrivando persino alla Notte degli Oscar 2020 con sei candidature, tra cui una statuetta vinta per l’attrice non protagonista Laura Dern.
Il film è coinvolgente e intenso, uno schiaffo in faccia per tutte le coppie che vivono una vita serena e felice. Già, perché seppur partendo dall’inizio della fine di un rapporto, il film comincia con una dichiarazione d’amore reciproca dei protagonisti. Entrambi, Charlie e Nicole (i fantastici Adam Driver e Scarlett Johansson, entrambi nominati agli Oscar e ai Golben Globe), spiegano in un breve monologo, con voce fuori campo, perché amano il partner: quali gesti, azioni, modi di fare, scaldano il cuore e l’anima. Nessun “ma”, nessun fastidio, ma puro amore. Eppure si stanno separando. Perché?
Nicole è un’attrice, si è trasferita a Los Angeles per lavoro, per realizzare una serie televisiva da protagonista. Porta con sé il figlio Hanry, avuto con Charlie, regista teatrale di successo, cresciuto professionalmente a New York, anche grazie al talento di Nicole. Per dieci anni Charlie le ha promesso che sarebbero andati a Los Angeles ma i continui rinvii della vita, la famiglia, il figlio piccolo, li hanno fatti rimanere a New York. Fino al viaggio di lei a Los Angeles. Con questa separazione capiscono che il loro amore è diventato abitudine, decidono di lasciarsi, senza avvocati, senza discussioni, cercando di essere presenti nella vita del figlio. Ma il mondo intorno, avvocati, burocrazia, soldi, li costringono a litigare, a entrare in un meccanismo che lentamente logora il loro rapporto e quello con il piccolo Hanry.
“Storia di un matrimonio” è uno spaccato di realtà talmente forte da non creare un protagonista assoluto o qualcuno per cui parteggiare. Ci sono ragioni da entrambi le parti: Charlie e Nicole entrano nei nostri cuori, impariamo a tifare prima per uno e poi per l’altra, non sappiamo schierarci. Naturalmente il rimando narrativo più vicino è il film “Kramer contro Kramer”, opera degli anni ’70 con Dustin Hoffman e Maryl Streep, ma la messa in scena è nettamente diversa: lo stile del regista attinge dal cinema indipendente newyorkese, arrivando a quei continui cambi di ritmo, anche emozionali, che sono tipici della vita di tutti i giorni.
A volte per codardia, per troppo amore, per egoismo o per troppo altruismo, si fanno scelte inconsce che provocano danni per sé e per gli altri. “Storia di un matrimonio” racconta proprio questo: l’incapacità di essere felici.
Le star Adam Driver e Scarlett Johansson riescono in quella grande impresa che è il sogno di ogni attore o attrice: far dimenticare allo spettatore il proprio status di star e credere che il personaggio sia reale. Infatti, questo film non è una storia di star. È una storia tanto semplice quanto drammatica, tanto fisica (anche negli scontri tra i protagonisti) quanto psicologica, tanto colorata quanto buia. Non è forse questo un matrimonio?
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