“Alfabeto Crugnola”: il nuovo campione italiano rally dalla A alla Z
Conosciamo meglio il pilota varesino, 31 anni, fresco di tricolore assoluto nel rally. Dagli hashtag usati sui social ai suoi navigatori, dalla sua Calcinate del Pesce al sogno - dei tifosi - di tornare nel Mondiale
Che venga da Calcinate del Pesce, sia nato nel 1989 e abbia conquistato per la prima volta il titolo italiano rally assoluto, ormai lo sappiamo tutti. Ma per conoscere meglio Andrea Crugnola – soprattutto per chi non è addentro al mondo del rally – vale la pena raccontare qualche aneddoto, qualche curiosità, qualche fatto in più sulla sua carriera. Svezzato dal padre Daniele, scoperto da Alessandro Borrelli che gli ha dato la possibilità di correre “per davvero”, Andrea nel corso degli anni ha sgrezzato il suo talento cristallino fino a diventare uno dei grandi rallysti italiani di quest’epoca. Eccolo, dalla A alla Zeta.
A come ABOMBAZZA, uno dei due hashtag che Andrea utilizza sui social network (dove narra tanto delle sue corse e del suo lavoro, praticamente nulla sulla sua vita privata, salvo qualche vacanza) per descrivere le sue imprese. L’altro hashtag è #panicoverdura, scelto anni fa e rimasto come “firma” dei suoi post.
B come BASSO, Giandomenico, il pilota che nel 2019 ha battuto in extremis Andrea conquistando il terzo titolo italiano personale, proprio in Toscana. Quest’anno i ruoli si sono invertiti e il pilota veneto ha pagato a caro prezzo la “picchiata” al Due Valli, sprecando un match ball. Ma è stato avversario leale e, come da attese, molto forte: secondo con l’onore delle armi, senza dubbio.
C come CITROEN: dopo aver puntato al tricolore con Skoda e Volkswagen, quest’anno Crugnola ha avuto a disposizione una C3 di classe R5 con cui ha trovato un buon feeling. La casa del double chevron (alla prima vittoria nel CIR con un proprio pilota) non è nuova per Andrea che su una Citroen si impose nel primo dei due Rally dei Laghi vinti. Era il 2o12, il navigatore era Michele Ferrara e la sua Ds3 era di classe più bassa dei rivali, la R3C.
D come DENARO, inteso come sponsor, una componente fondamentale per gareggiare ad alto livello. Crugnola ha quasi sempre dovuto fare i conti con avversari che avevano dotazioni più alte e, di conseguenza, possibilità maggiori anche a livello di test. L’intervento di Fulvione – vedi sotto – e la partnership con HSA, azienda di cosmetici basata a Bisuschio, ha permesso di ridurre il gap e di avere maggiore serenità in questo senso.
E come ERRORE: Andrea, oltre che molto veloce, è anche pilota molto regolare ma uno sbaglio è sempre in agguato. Lui non ha paura a riconoscere i propri errori e a scusarsi con tutto il mondo che lo circonda. E per esorcizzare, non nasconde le sue sbavature ma anzi le pubblica e le condivide come è avvenuto per l’uscita di strada nel “Due Valli” che poteva costargli il titolo.
Fulvione e Crugnola festeggiano dopo l’ultima prova del “Laghi” 2017 – foto L. Roncari/VareseNewsF come FULVIONE, che di cognome fa Solari e che a Varese in tanti conoscono per la sua attività commerciale, il celebre Golden Egg. Fulvio però è anche una delle persone che più di tutti ha aiutato Crugnola ad arrivare in alto, facendogli da manager, da consigliere, da aiutante. E prima di essere ripagato con lo “scudetto”, ha vissuto la grande gioia di vincere un “Laghi” da navigatore di Andrea, nel 2017.
G come GOMME, una variabile sempre molto importante nei rally. Andrea, che è un affezionato utilizzatore delle Pirelli con cui si trova come in pantofole ed è generalmente – non vogliamo tirargliela – bravo a effettuare le scelte degli pneumatici.
H come HAMBURGER – Andrea non fa niente per nascondere la sua passione per i fast food e ci scherza regolarmente sopra sui social network. Tanto che ormai c’è gente che lo tagga quando va a mangiarsi un Big Mac…
I come ITALIANO, il massimo titolo nazionale del rally, quello conosciuto con la sigla CIR. Crugnola è il primo varesino a vincere il campionato assoluto e si inserisce in un albo d’oro costellato da grandi nomi: da Andreucci (11 volte vincitore) a Biasion (una volta tricolore ma due volte iridato), da Cerrato (6 vittorie) a Cunico, da Tabaton ai mitici Munari e Fassina.
L come LAGHI: Andrea vuole bene alla gara di casa, un appuntamento che – quando è possibile – non manca di onorare. E di vincere, visto che ha all’attivo due successi assoluti ottenuti con grandi prove sul “re” Cuvignone: nel 2012 confermò le grandi aspettative che tutti avevano su di lui, e fu la seconda vittoria assoluta della carriera (dopo il Majano 2010); nel 2017 vinse da grande favorito in un’edizione che vide al via tutti gli attuali “assi” varesotti del rally.
Andrea con la coppa vinta in Germania nel Wrc3M come MONDIALE. La prima dichiarazione fatta da Crugnola e Ometto (sui social network) per quanto riguarda il futuro parla di volontà di difendere il titolo nel 2021. Bello, ma da – qui parliamo da tifosi – la speranza è che per loro si riapra qualche porta verso il Mondiale, competizione in cui Andrea ha già messo piede in passato, con una vittoria parziale (in Germania) nel Wrc3 e un 15° posto al Monte Carlo.
N come NAVIGATORI: di quello attuale parliamo subito qui sotto, ma una parola va spesa anche per quelli che hanno accompagnato Andrea nella sua carriera. Tre in particolare: Giulio Turatti, Michele Ferrara e Danilo Fappani – dal passato remoto a quello prossimo – hanno lavorato e vinto con Crugnola offrendo ognuno le proprie, riconosciute qualità sedute sul sedile di destra.
O come OMETTO, Pietro Elia, anni 28, spalla di Andrea nella conquista del titolo italiano ma anche di tanti test e di gare di preparazione. Chi lo conosce ne parla come di un ragazzo giovane ma con la voglia di bruciare le tappe, accumulare esperienza e diventare sempre più bravo. Il complemento ideale per gestire Crugnola in abitacolo, arginando anche l’esuberanza espressa quando ha il volante tra le mani.
P come PESCE (Calcinate del), la frazione di Varese vista lago di cui Andrea è originario, e dove torna ogni dopo ogni gara o ogni occasione di lavoro. Anni fa, se non ricordiamo male, “sfruttò” anche la Calcinatese per allenarsi, fare preparazione atletica e tirare quattro calci al pallone.
Q come QUATTRO che sono sì le ruote motrici della sua Citroen C3 ma pure le vittorie nel CIR 2020 di Andrea che quando è arrivato al traguardo ha sempre vinto la classifica dei piloti iscritti all’Italiano. Primo nel Roma Capitale 2 (la gara laziale era suddivisa in due tranche distinte ai fini del CIR), al Ciocco, alla Targa Florio e ora al Tuscan. O primo, o niente, vien da dire.
R come RINGRAZIAMENTI: prima di ogni gara e dopo ogni traguardo, Crugnola snocciola ogni volta tutti quelli che gli hanno permesso di prendere il via o – all’arrivo – di essere andato forte. Dalla squadra agli sponsor e via dicendo. E allora, mettiamo qui l’elenco che ha scritto dopo aver vinto il titolo: Citroen Italia e Carlo Leoni, FPF Sport, Pirelli, Pietro Ometto, Scuderia Movisport, Fulvione Solari, Giuseppe Freguglia, Andrea Sassi, tutti i partner, Andrea Aghini, ai tifosi, e «a tutte le persone, i navigatori e i team che mi hanno a vario titolo accompagnato e aiutato nella mia carriera».
S come SCARTI, che sono fondamentali quando si fanno i conti per stilare la classifica finale di un campionato rallystico o motoristico in generale. Quest’anno Andrea si è trovato spalle al muro, perché dopo il ritiro di Roma ha dovuto scartare a priori anche uno zero per il “Sanremo” che non si è disputato. E così l’uscita di strada al Due Valli ha rischiato di compromettere tutto.
Crugnola e Ometto sullo sterrato toscano – foto AcisportT come TUSCAN REWIND, oppure come TERRA. Per conquistare il campionato, Andrea ha dovuto andare come un razzo anche sul fondo più naturale ma anche meno frequentato. Missione compiuta sulle strade polverose della Toscana dove Crugnola si è messo alle spalle anche tanti terraioli: a batterlo nella classifica della gara solo il boliviano Bulacia che si è laureato proprio campione del CIRT.
Andrea – a sinistra – con il crossista Gianluca Deghi nel 2009U come UNDER: Andrea si è fatto notare fin da giovanissimo (il suo mentore – e mecenate per diversi anni – è stato Alessandro Borrelli) arrivando a conquistare il titolo italiano (CIR Junior) nel 2013 al volante di una Renault Twingo di classe R2 insieme al già citato Michele Ferrara, davanti ad avversari tutt’altro che teneri: Carella, Andolfi e Scattolon tra gli altri.
V come VARESE, dove ormai sono in tanti gli sportivi che fanno il tifo, più o meno da vicino, per Andrea. Un affetto ricambiato per la gente e le altre realtà cittadine: non è raro, per esempio, che Crugnola faccia capolino al palazzetto o che comunque cerchi di tenersi informato dei risultati della Openjobmetis tra un test, una trasferta di lavoro, un rally.
Z come ZORRO: quando la sfortuna lo lascia in pace, Andrea lascia una firma indelebile sulle sue vittorie come la “zeta” del giustiziere mascherato. I suoi successi arrivano a suon di tempi che mettono in evidenza il suo talento ma anche – con la maturità – la gestione del suo potenziale. Chi lo conosce sa che spesso ha “nel taschino” ancora qualche decimo a chilometro sugli avversari: un tempo lo usava sempre, rischiando di compromettere tutto, ora usa di più la testa.
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