Joe Biden conquista la Pennsylvania e diventa presidente degli Stati Uniti
Lo stanno confermando tutti i principali network Usa, dopo la notizia del suo definitivo vantaggio nel decisivo stato della Pennsylvania.
Joe Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. E’ il 46esimo della storia della Nazione.
Lo spoglio delle schede non è ancora terminato, ma la CNN, nel pomeriggio del 7 novembre (ora italiana) ha confermato la notizia che stava diventando sempre più concreta: il candidato democratico ha vinto. La proiezione della Pennsylvania è stata decisiva, ma sembra che finirà per essere non fondamentale Biden è in testa anche in Arizona, Nevada e Georgia. «America, sono onorato che tu mi abbia scelto per guidare il nostro grande Paese» sono le prime parole di Biden su Twitter.
Nel conteggio finale secondo le proiezioni Biden arriverebbe a 306 delegati, ben al di là della soglia minima della maggioranza, che è di 270. Donald Trump non accetta l’esito delle urne: il presidente in carica ha già reagito su twitter dicendo: “Non dovrebbe reclamare l’incarico di presidente, sarebbe sbagliato. Anch’io potrei farlo. Le azioni legali sono appena iniziate”.
Il rappresentante del Partito Democratico e la sua vicepresidente Kamala Harris, che diventerà la prima donna vicepresidente del Paese, hanno incassato il maggior numero di voti nella storia americana. Hanno ottenuto quasi 75 milioni di preferenze, e lo scrutinio è ancora in corso.
La prima copertina del NewYork Times subito dopo l’annuncioCHI E’ IL NUOVO PRESIDENTE USA
Joseph Biden, detto Joe, è nato a Scranton, in Pennsylvania, il 20 ottobre 1942. Di religione cattolica, dopo la laurea in Legge ha intrapreso la carriera giuridica e di avvocato, dandosi presto, però, alla politica. E’ stato senatore per il Delaware e ha ricoperto diversi incarichi istituzionali, per diventare poi il vicepresidente di Barack Obama, predecessore di Trump alla Casa Bianca.
La sua vita è stata segnata dai lutti familiari: nel 1972 la prima moglie Neila morì assieme alla figlioletta di pochi mesi Naomi in un incidente stradale. Poi la decisione di risposarsi, nel 1981, con l’attuale consorte, Jill Jacobs, madre della sua quarta figlia Ashley. Nel 2015, durante il suo secondo mandato da vicepresidente, un’altra tragedia: la morte del suo figlio maggiore Beau, che aveva combattuto in Iraq, stroncato da un tumore al cervello. (la biografia completa su Wikipedia)
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Per descrivere Trump non posso che fare uso della perfetta anamnesi di Ezio Mauro:
“In realtà l’attacco di Trump alla libertà del gioco democratico, quando minaccia la sua permanenza al potere, chiude il cerchio del populismo sovranista, il cui leader può essere ferito, ma non sconfitto. Dunque solo una manovra oscura, condotta nell’ombra, può interrompere il rapporto fecondo tra il popolo e il suo Capo, che in questo modo risulterà spodestato ma innocente, e intatto nella cornice sacra del suo carisma perfetto. Le elezioni sono lo strumento attraverso cui può realizzarsi questo ribaltamento? Ecco che il leader le dichiara impure, anzi infette. E se l’infezione si propaga all’intera struttura democratica del Paese, risalendo dalle radici del voto libero dei cittadini, tanto peggio: anche la democrazia è nei suoi istituti e nelle sue regole una struttura servente della leadership populista sovrana.”