Tra frontalieri e vaccini, il lavoro dei medici di base nel Luinese

Il dottor Giancarlo Pagano: “Noi abbiamo in carico numerosi frontalieri che per le questioni più disparate ci interpellano e come è noto la gestione sanitaria oltre confine è ben diversa, ciò rende il nostro lavoro ancora più complesso”

Generica 2020

Continua la somministrazione del vaccino antinfluenzale presso l’oratorio di Luino. Una realtà che vede la partecipazione, sempre più, di medici che, appena avute le dosi vaccinali, si rendono disponibili nell’immediato a presenziare. “Il medico di base”, figura di cui si parla poco ma che gioca un ruolo fondamentale per la comunità.

“Lavoriamo più di dodici ore al giorno e ormai l’attività non è più solo circoscritta al nostro ambulatorio o al momento delle vaccinazioni, ma ce lo portiamo anche a casa.”  Sono queste le prime parole con cui il dottor Giancarlo Pagano risponde alla domanda di come stanno vivendo la situazione. “Siamo sommersi di responsabilità e mole di lavoro non indifferenti. Ci sono di supporto anche le Usca ( Unità speciali di continuità assistenziale) ma questo cambia di poco la situazione.”

Grande è l’impegno che mettono in campo tutti i medici di base nei confronti dei propri pazienti e ancora di più, come racconta il Giancarlo Pagano, è quello che dimostra chi come loro opera sul confine italo-svizzero: “Noi abbiamo in carico numerosi frontalieri che per le questioni più disparate ci interpellano e come è noto la gestione sanitaria oltre confine è ben diversa, ciò rende il nostro lavoro ancora più complesso”.

Una situazione difficile è quella che riporta Pagano, con affianco il suo collega Modesto Alfarano. Una situazione problematica che vede una risoluzione con il previsto arrivo dei primi vaccini tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. “Durante il primo lockdown eravamo in un’ isola felice ora la situazione è sempre più aspra ma la speranza è quella che tutto si sistemi al più presto”.

Si conclude così la giornata: tra la fine di una chiacchiera e le telefonate repentine di bisogno, i medici tornano al lavoro e nell’aria non rimane nient’altro che un profondo senso di gratitudine e stima verso di loro.

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Pubblicato il 13 Novembre 2020
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