Gli studenti mettono le foto sui banchi per far sentire meno soli i prof
L'idea della classe 3D dell'istituto Pavoni che ha fatto posizionare sui banchi le foto di ogni ragazzo con una scritta alla lavagna: "Coraggio prof". La preside Broggi: "Una lezione di vicinanza che ci ha commosso"
Gli studenti di terza media mettono le loro foto sui banchi per far sentire meno soli soli. È la “sorpresa” che risono trovati di fronte i professori della classe 3D dell’istituto Ludovico Pavoni di Tradate: al posto di fare lezione da soli, in classe, di fronte allo schermo di un pc per la Didattica a distanza, i professori di questa classe si sono ritrovate sui banchi della classe le foto dei loro studenti.
«Dopo la DAD (Didattica a Distanza) all’Istituto Pavoni di Tradate è tempo di DAV (didattica a vicinanza) – spiega la preside dell’istituto, la professoressa Federica Broggi -. Le nuove restrizioni hanno costretto le scuole secondarie di primo grado (ad esclusione delle classi prime) e di secondo grado, a rinunciare alla scuola in presenza. Ancora una volta i ragazzi pagano il prezzo di una pandemia che continua a galoppare. Gli intraprendenti terzini non si sono però persi d’animo. Hanno pensato ai loro prof, a come avrebbero potuto sentirsi soli e spaesati nel fare lezione in videoconferenza davanti allo schermo di un pc in un’aula vuota e silenziosa. Si sono pertanto organizzati per far arrivare a scuola delle fotografie con i loro volti da posizionare ognuna al proprio banco. I prof, che si sono succeduti per le diverse lezioni, sono stati pertanto accolti dai loro sorrisi su carta, dai loro sguardi ammiccanti ma sopratutto sono stati travolti dalla voglia dei ragazzi di “esserci”».
Alla lavagna i prof si sono ritrovati anche un grande cartello: “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. Nulla è per sempre, anche questo brutto momento passerà per tutti. Coraggio prof, vi siamo vicini!”
«Per quanto un istituto possa mettere in atto strategie innovative ed improntare efficaci metodologie di apprendimento anche attraverso i più moderni sistemi digitali, non si può dimenticare che la scuola è prima di tutto relazione – conclude la preside -. È il prendersi cura l’uno dell’altro, è il sostenersi, è il fare comunità. Seminare speranza non è coltivare illusioni: è vedere il futuro con gli occhi di chi sa come affrontare le avversità, è testimoniare che anche nelle restrizioni deve prevalere la Bellezza dello stare insieme, con modalità diverse, ma sempre insieme. E i ragazzi della 3D ci hanno dato una gran bella lezione».
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io sono nell’ articolo , sono il primo il seconda fila, la fama è dure da gestire, ahahhahahahah