Sono inutili o fondamentali? Le mozioni del prossimo consiglio comunale di Varese fanno discutere
Botta e risposta tra i consiglieri della lista Orrigoni e Arcigay Varese sulle mozioni "ideologiche" che per gli uni sono avulse dalla realtà e per gli altri parlano dei diritti fondamentali dei cittadini
L’Ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale di Varese, che si terrà il 3 dicembre prossimo, fa già discutere.
I primi a commentare le prime anticipazioni emerse dalla conferenza dei capogruppo sono stati i consiglieri della lista Orrigoni, che si sono posti diverse domande. Ma a loro hanno risposto i rappresentanti varesini di Arcigay.
LA LISTA ORRIGONI: “TROPPE MOZIONI INUTILI, PARLIAMO DELLA CITTA, NON DI PROPOSTE IDEOLOGICHE'”
I consiglieri comunali della lista Orrigoni si sono domandati innanzitutto: «L’Assemblea cittadina è il luogo dove discutere dei problemi dei varesini, fare proposte e cercare soluzioni, oppure è l’occasione per dispute ideologiche e battaglie di partito che poco o nulla hanno a che fare con la nostra città?».
E poi: «Perché discutere un documento che chiede al Consiglio comunale di manifestare disappunto nei confronti di Regione Lombardia per la gestione dei vaccini? Quale utilità pratica ha, se non fare polemica in una situazione già difficile? Se presentassimo una mozione per ogni atto del Governo, della Regione o del Comune verso i quali vorremmo mostrare disappunto, non basterebbero due mandati da consigliere».
Luca Boldetti, Rinaldo Ballerio e Valerio Vigoni si domandano infine: «Qual è il senso di votare il sostegno ad un disegno di Legge parlamentare sul tema della discriminazione di genere? Me li immagino gli onorevoli che a Roma ricevono (se lo ricevono, ma ho grossi dubbi) il documento del Consiglio comunale di Varese e dicono “Urca! A Varese la maggioranza di centrosinistra appoggia questa proposta di Legge. Teniamone conto!”. Purtroppo, questa è l’ennesima mozione ideologica presentata dal Partito Democratico senza alcuna utilità per i nostri cittadini, ma che anzi fa perdere tempo ai lavori del Consiglio, che – oggi in particolar modo – dovrebbero essere orientati a ben altri obiettivi».
I consiglieri precisano: «Non stiamo entrando nel merito delle proposte, talvolta anche condivisibili: ma consideriamo inopportuno discuterne in un luogo istituzionale solo per mandare messaggi politici e creare inutili diatribe, o per finire sulla stampa o, ancora, per accontentare una segreteria di partito. Ci auguriamo che i colleghi abbiano un po’ di buonsenso e ritirino le mozioni presentate, se non altro per la situazione di emergenza dovuta alla pandemia che dovrebbe farci concentrare sul come affrontarla per quanto ci compete dal punto di vista economico e sociale, lasciando al Sindaco Galimberti le interlocuzioni in materia sanitaria con ATS e Regione».
ARCIGAY RISPONDE: “PARLARE DI DISCRIMINAZIONE E’ PARLARE DI DIRITTI ANCHE DEI CITTADINI DI VARESE”
Non tutti però sono d’accordo con la loro posizione: «Nel prossimo consiglio comunale si discuterà, tra gli altri, l’ordine del giorno sul DDL Zan – spiega Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – Se approvato, il consiglio comunale chiederà al Parlamento di approvare il disegno di legge inerente le misure di prevenzione e contrasto della discriminazione basata su orientamento sessuale, identità di genere, sesso, genere e disabilità. L’ordine del giorno nasce da un’iniziativa condivisa a livello nazionale da alcuni partner della Rete RE.A.DY; la rete RE.A.DY (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere) che attualmente conta 172 partner tra cui il Comune di Varese. Approvare questo ordine del giorno in un momento storico così critico ha diversi significati. Donne, persone lgbt e con disabilità sono state messe ancora di più ai margini da questa terribile pandemia. Questa fase può darci l’occasione di costruire finalmente un Paese più giusto e una società equa in cui nessuno venga lasciato indietro».
Per questo, secondo il rappresentante di Arcigay, «Spiace leggere le polemiche di alcuni consiglieri di opposizione e in particolare mi riferisco ai consiglieri della Lista Orrigoni. Il consiglio comunale, come dicono giustamente i consiglieri, è il luogo dove discutere dei problemi di tutti i varesini. Proprio tutti, aggiungo io. Questo un problema che investe anche la nostra città, le nostre cittadine e i nostri cittadini. Discriminazioni e violenze rischiano di aumentare proprio in momenti emergenziali, in cui le persone rischiano di restare relegati in casa con i propri carnefici o i propri familiari omofobi o misogini. Il nostro consiglio comunale deve e può occuparsi di tutti i temi che coinvolgono le persone e insieme ad altre città può unirsi per chiedere al Parlamento di fare un passo avanti importante sul fronte dell’inclusione».
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Stranamente sono d’accordo con quelli della lista Orrigoni, che non ho votato a suo tempo. Nei Consigli comunali vanno trattati argomenti che riguardano il Comune, per altri problemi ci sono il Consiglio regionale ed il Parlamento. A Varese non mancano argomenti di discussione, non appesantiamo i Consigli comunali con diatribe ideologiche non pertinenti.
Poiché le leggi coinvolgono chi risiede in tutta Italia, ogni consiglio comunale potrebbe occuparsi di qualunque progetto all’esame del parlamento: sai che caos se lo si facesse.