Pacciamatura: tutto quello che c’è da sapere
Per effettuare la pacciamatura è possibile impiegare una vasta gamma di substrati e di materiali: dalle foglie secche alle bucce di cacao, dal PVC al lapillo, ma anche lo strame, la ghiaia e il cartone, senza dimenticare il polietilene e la paglia
Per effettuare la pacciamatura è possibile impiegare una vasta gamma di substrati e di materiali: dalle foglie secche alle bucce di cacao, dal PVC al lapillo, ma anche lo strame, la ghiaia e il cartone, senza dimenticare il polietilene e la paglia. E, ancora, la corteccia sminuzzata, la carta, il nylon, la cellulosa e così via. Ma a che cosa serve di preciso la pacciamatura? Lo scopo di questa pratica agricola è quello di fare in modo che il terreno in inverno venga mantenuto a una temperatura più alta attraverso una copertura adeguata, che nei mesi più caldi serve anche a garantire la necessaria umidità.
A che cosa serve la pacciamatura
Non deve essere dimenticato, poi, che la pacciamatura in molti casi rappresenta un ostacolo molto efficace rispetto allo sviluppo delle malerbe, contrasta la comparsa della crosta superficiale e fa in modo che il terreno non sia a rischio di erosione. I vari materiali con cui possono essere realizzati i teli destinati alla copertura devono essere elastici e, soprattutto, in grado di adattarsi alla superficie del terreno. A questo scopo viene adoperata una macchina ad hoc, denominata pacciamatrice, che si può utilizzare non solo in campo aperto, ma anche nei tunnel o nelle serre, vale a dire nelle colture protette.
Come è fatta una pacciamatrice
In linea di massima la pacciamatrice è portata all’attacco a tre punti posteriore del trattore. In base alle necessità, si può stendere il film in forma continua e poi bucarlo in seguito nel momento in cui le piantine dovranno essere trapiantate; in alternativa si può realizzare la copertura del suolo insieme con il trapianto, usando macchine trapiantatrici con il modulo di pacciamatura. La stesura sul terreno delle strisce di materiale coprente prevede che ai bordi venga lasciato un riporto di terra.
Quali prestazioni garantisce una pacciamatrice
Una pacciamatrice presuppone uno sforzo di trazione contenuto e non presenta alcun organo azionato per via idraulica o attraverso la pdp. Per questo motivo si può accoppiare a un trattore di potenza contenuta, non superiore ai 50 cavalli. Non mancano, in ogni caso, modelli che permettono di stendere due o tre teli nello stesso momento, e in tale eventualità c’è bisogno di un trattore più potente, fino a 100 cavalli, e con una massa più elevata, che occorre per garantire la stabilità del cantiere. La capacità di lavoro, sia per i teli che vengono forati al momento del trapianto sia per quelli preforati, oscilla da un minimo di 4mila a un massimo di 12mila piantine all’ora in pane di terra cubica che sono già suddivisi o che devono ancora essere suddivisi.
Le soluzioni alternative
Sul mercato si possono trovare pacciamatrici che invece di coprire il terreno messo a coltura stendono i teli fra i tunnel sollevando la terra davanti e trasferendola dietro. Qui la terra viene fatta ricadere sul film che è stato steso e che è pronto per essere zavorrato. Lo scopo di questa pratica è quello di garantire al terreno il necessario livello di umidità e, al tempo stesso, evitare che le infestanti possano crescere.
Tante combinazioni differenti
La pacciamatrice, anche se è disponibile in versione indipendente, in molti casi può essere combinata con altre macchine, come per esempio la trapiantatrice, così che in un solo passaggio in campo possa essere compiuta un’azione combinata. Questa opzione decisamente valida consente di diminuire i tempi di lavoro e, inoltre, riduce il livello di compattamento del terreno, che rappresenta una caratteristica decisiva per le coltivazioni specializzate. Volendo, si può pensare di ricorrere anche a trattamenti fitosanitari e a dispositivi per effettuare le concimazioni.
Come è fatta una pacciamatrice
Un rullo, in acciaio inox o in altri materiali, è posizionato sulla parte bassa di un telaio in profilati metallici che, nella parte davanti, è configurato in modo da poter essere collegato con l’attacco a tre punti del trattore. Il compito del rullo è quello di livellare la striscia di terreno che deve essere pacciamata e compattarla lievemente. Sopra c’è un albero che accoglie il rotolo di film plastico che cade verso il basso. Due ruote pneumatiche costipatrici possono essere sfruttare per compattare il terreno che viene riportato sopra i bordi, così che la sua stesura possa essere stabilizzata.
Checchi & Magli
Tra le aziende italiane che propongono in vendita le pacciamatrici c’è Checchi & Magli, società che è stata fondata nella seconda metà degli anni Settanta a Budrio, nel Bolognese. Qui ancora oggi si trovano la sede e gli stabilimenti produttivi, mentre nel 2006 è stato aperto negli Stati Uniti un ufficio commerciale allo scopo di garantire un sostegno tempestivo ai clienti Usa. Il catalogo di prodotti di Checchi & Magli include, tra l’altro, le macchine per la coltivazione delle patate e le macchine trapiantatrici per le piantine di tabacco e di ortaggi.
Per maggiori informazioni visita il sito checchiemagli.com
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