Anche il Ticino dichiara guerra alla Popillia japonica
Dal 2017 l’insetto è stato ripetutamente catturato in trappole a feromoni collocate lungo il confine con l’Italia

Il coleottero giapponese (Popillia japonica Newman) ha fatto la sua comparsa in Europa nell’estate del 2014 nei pressi di Milano.
Dal 2017 l’insetto è stato ripetutamente catturato in trappole a feromoni collocate lungo il confine con l’Italia. Il primo focolaio in territorio svizzero è stato rilevato nell’estate di quest’anno in un vigneto nella parte sudoccidentale del Mendrisiotto. Dopodiché si è ampiamente diffuso nel Sottoceneri. Il coleottero giapponese in Svizzera, così come in tutti gli altri Paesi europei, è considerato un organismo nocivo da quarantena e pertanto è assoggettato all’obbligo di notifica e di lotta.
Se un organismo nocivo da quarantena è talmente diffuso che non può più essere eradicato, in virtù del diritto vigente in materia di salute dei vegetali, la Confederazione, ovvero l’Ufficio federale dell’agricoltura, ha il compito di delimitare una zona infestata e di ordinare l’attuazione, al suo interno, di misure per impedire che l’organismo nocivo da quarantena si diffonda ulteriormente.
Stando alle conoscenze epidemiologiche sul coleottero giapponese, vi è un rischio elevato che si diffonda o venga trasportato in altre zone. Ciò avviene soprattutto per mezzo di piante vive, ma è noto che esistono anche altri vettori, ad esempio i rifiuti verdi (resti della manutenzione del verde) e il terriccio. Pertanto la gestione di queste merci deve essere regolamentata con norme severe. Per misurare l’efficacia delle misure di contenimento nella zona infestata, occorre anche delimitare attorno a essa una zona cuscinetto sottoposta a un’intensa sorveglianza da parte del Servizio fitosanitario cantonale per rilevare l’eventuale presenza del coleottero giapponese. Inoltre, anche nella zona cuscinetto vigono norme severe per il trasporto di merci a rischio.
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