A fine febbraio arriva Bper Banca. Gli industriali chiedono continuità

Incontro tra i vertici della banca modenese e il consiglio generale di Univa. Il timore è che la riduzione di offerta del credito dal punto di vista del numero degli operatori si traduca in una limitazione dell’offerta degli affidamenti

banche

Dopo l’incontro con Intesa, arriva anche quello con Bper. I vertici dell’Unione industriali della provincia di Varese si stanno muovendo perché il risiko bancario, conseguente all’Opas di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca e alla cessione di quasi tutti gli sportelli in provincia di Varese alla Popolare dell’Emilia Romagna, ha rimesso al centro dell’attenzione il tema dell’accesso al credito per le imprese.

La liquefazione di Ubi Banca nel mare di Intesa risponde a logiche di aggregazione molto gradite alla Bce che spingono alla creazione di banche di sistema sempre più forti e capaci di rispondere alle sfide del mercato globalizzato. Ma il pensiero, più che legittimo, che frulla nella testa ai circa 60mila imprenditori che operano sul territorio con le loro imprese, per lo più di piccole e medie dimensioni, è il seguente: che cosa accadrà quando in provincia di Varese sbarcherà Bper?

Con la cessione di 532 filiali da Intesa a Bper, anche per volontà dell’Antitrust, la banca guidata da Alessandro Vandelli diventa il terzo gruppo bancario in Italia. Un colosso dal punto di vista dei numeri, ma un perfetto sconosciuto sul territorio varesino, considerato che qui questa banca non ha una presenza storica.

Qualche preoccupazione è dunque più che legittima per un sistema di imprese  manifatturiere molto dinamico, che esporta oltre 7 miliardi di euro in beni e servizi, con quasi due secoli di storia alle spalle. A ben vedere, l’unico elemento di continuità è l’attuale personale di Ubi, ultimo custode di un rapporto costruito in un lungo arco temporale. Sulla carta dovrebbe passare in blocco a Bper e quindi si rimanda ogni conclusione sugli effetti di questo passaggio nel momento in cui avverrà.

IL PERCORSO DI UNIVA

Nell’incontro avuto con i vertici di Bper, il consiglio generale di Univa per voce del presidente Roberto Grassi è stato molto chiaro: «Le imprese hanno necessità di trovare nel sistema bancario sponde solide e convinte con cui condividere percorsi, strumenti e obiettivi».
In questi anni gli industriali varesini hanno lavorato moltissimo per sviluppare una solida cultura in tema di finanza di impresa, cercando di svincolarsi da una visione puramente bancocentrica, ben sapendo che una parte di innovazione del sistema passa necessariamente da lì. Grassi ha ribadito in più passaggi che intessere rapporti con Bper è importante, auspicando però che quanto sta avvenendo  nel sistema del credito «sia un’evoluzione nella continuità».

IL RISCHIO DI UNA RIDUZIONE DELL’OFFERTA DEL CREDITO

«In questo passaggio da una banca all’altra – ha sottolineato Grassi – l’impresa cliente ha infatti bisogno che il trasferimento sia incrementale e non il contrario. C’è bisogno di partnership, di collaborazione e di prossimità. C’è bisogno di costruire una più forte patrimonializzazione e di rimettere in moto gli investimenti. La riduzione di offerta del credito dal punto di vista del numero degli operatori a seguito delle operazioni di fusione (in atto o annunciate), non deve tradursi in una limitazione dell’offerta anche a livello di affidamenti, come spesso è stato in passato. Ciò rappresenterebbe un rischio di freno alla crescita del made in Italy, già messo a dura prova dagli effetti economici della pandemia. Il fatto che la fusione tra Intesa Sanpaolo e Ubi non si tradurrà, nella gran parte dei casi, proprio grazie al ruolo che andrà a ricoprire Bper sul territorio, in una sovrapposizione dei rapporti e delle esposizioni che molte delle imprese varesine hanno con le due banche è di buon auspicio».

Pietro Ferrari, presidente di Bper, ha definito la provincia di Varese «un’area fondamentale» per la banca che rappresenta, sottolineando le similitudini tra Modena e Varese, territori accomunati «dall’influenza dei rispettivi grandi capoluoghi di regione, che ha garantito uno sviluppo significativo del settore manifatturiero nel corso degli anni». Il presidente di Bper ha infine espresso l’auspicio che le numerose filiali acquisite «possano diventare un punto di riferimento per la comunità e per l’imprenditoria locale. Siamo sicuri che non ci saranno difficoltà di dialogo, perché la storia di Bper è simile alla vostra».

A FINE FEBBRAIO BPER SBARCHERÀ A VARESE

Entro la fine di febbraio del prossimo anno il gruppo Bper sarà presente a Varese con  70 filiali. L’amministratore delegato, Alessandro Vandelli, durante l’incontro con gli industriali di Varese, ha ribadito che l’obiettivo del gruppo bancario modenese è preservare la rete di interlocutori che acquisirà e valorizzare il personale che già opera sul territorio. «La storia di Bper Banca – ha detto Vandelli – è fortemente legata al mondo delle imprese e al loro sviluppo: per questo abbiamo deciso di essere presenti con una direzione regionale proprio a Varese, a dimostrazione della nostra volontà di costituire per loro un punto di riferimento. Un ruolo fondamentale sarà svolto dai nostri Centri Imprese, che metteranno a disposizione competenze specifiche e servizi qualificati».

Ubi Banca, lo “spezzatino” è servito

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 15 Dicembre 2020
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