Inchieste a Cassano, il sindaco difende i suoi: “Alta professionalità e grande passione”

Rispondendo alle richieste del Pd Nicola Poliseno ha risposto sull'indagine che tocca urbanistica e Sieco. Ma ha anche invocato il garantismo e ribadito la fiducia ad amministratori ed ex amministratori toccati dalle ultime inchieste

giunta Poliseno 2016

Il sindaco di Cassano Magnago difende il suo vice Osvaldo Coghi e la regolarità delle pratiche sotto esame. Lo fa rispondendo alle domande del Pd cassanese, che è tornato sui due nodi dell’inchiesta: da un lato la pratica per il supermercato Lidl, dall’altra l’affitto di un capannone di proprietà dell’assessore alla società (controllata dallo stesso Comune) Sieco.

«Oggetto dell’indagine – ha risposto Nicola Poliseno – sono la pratica di insediamento della media struttura Lidl di via Dubini-Via De Gasperi e il contratto di locazione tra la società Sieco srl e la società Casa del Gas», società del vicesindaco Coghi.

E dunque, sul primo punto Poliseno ribadisce la regolarità della pratica per il supermercato Lidl e in particolare la realizzazione, posticipata, della rotatoria per fluidificare la viabilità nella zona. «La rotonda non era indispensabile all’apertura del supermercato essendo essa una opportunità che l’amministrazione comunale ha colto per migliorare la viabilità della zona» ha puntualizzato Poliseno. E se da un lato l’amministrazione aveva indicato come elemento di valore pubblico la rotatoria, il sindaco ribadisce oggi che «non era e non è funzionale alla medesima», «non essendo necessaria alla media struttura» (“media struttura” viene sottolineato nel testo).

E il ritardo contestato dal Pd solo qualche settimana prima che si sapesse dell’inchiesta? «Ogni intervento urbanistico va inserito nel suo contesto proprio che ne determina tempi e modi attuativi» ha risposto il sindaco, di fronte alle contestazioni del Pd che segnalavano come in altri Comuni le opere collegate a interventi Lidl siano stati completati prima dell’apertura dei supermercati.

Inchiesta Cassano, la vicenda del capannone del vicesindaco affittato a Sieco

Quanto alla vicenda che tocca personalmente il vicesindaco Coghi, vale a dire l’affitto di un suo capannone alla società comunale Sieco, Poliseno si è affidato alla stessa risposta data dal suo vice:  «L’affitto del capannone – oltre a risultare perfettamente coerente con gli importi di mercato – è sempre stato versato regolamente e fatturato con la massima trasparenza», ha detto il numero due del Comune di Cassano.

La scelta dell’assessore di affittare un immobile della sua società (La casa del gas srl) alla società del Comune era determinata dalla «urgente necessità della Sieco srl di trovare un deposito per il sale da utilizzarsi per lo “spargimento” lungo le strade nel corso dell’inverno», dopo una “raccomandazione” dei vigili del fuoco che avevano chiesto di separare il magazzino del sale dal deposito mezzi. Esisteva un conflitto d’interessi? (Tra Coghi amministratore pubblico e Coghi proprietario del capannone) Su questo Poliseno, affidandosi alla ricostruzione del suo vice, non risponde  direttamente, ma evidentemente fa riferimento al fatto che l’operazione fu fatta alla luce del sole.

Inchieste a Cassano: Poliseno garantista difende i suoi

Fin qui le precisazioni sui capitoli dell’inchiesta. Sul piano politico Poliseno invece ribadisce la fiducia nei suoi uomini. Lo fa ricordando la «legittima difesa che le singole persone hanno garantita dalla nostra Costituzione» e contestando l’espressione «implicati in diverse vicende giudiziarie» riferita dal Pd ai vari amministratori dimissionari, vale a dire  Paola Saporiti (coinvolta direttamente in Mensa dei Poveri)Salvatore Maida (dimessosi spontaneamente, sempre dopo Mensa dei Poveri), l’ex presidente del Consiglio comunale Angelo Palumbo (dimessosi dalla carica, anche se rimane consigliere, eletto), l’ex amministratore Sieco Antonio Frascella e oggi, appunto, anche Coghi.

Su questo punto Poliseno è stato molto netto, dicendo che «le persone che ricoprono e hanno ricoperto ruoli amministrativi» in Comune o in Sieco «hanno sempre dimostrato alta professionalità e grande passione per il lavoro svolto». Una rivendicazione molto chiara: in fin dei conti lo stesso Poliseno aveva già usato in passato espressioni soft, parlando di «passo indietro per senso civico» da parte di chi era stato toccato dalle inchieste. Al di là dell’inchiesta cassanese di oggi, il processo Mensa dei poveri è attualmente alla fase della udienza preliminare, la fase in cui si decide per il rinvio a giudizio o i patteggiamenti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Dicembre 2020
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