“La musica ci salverà” se sapremo ascoltare anche il silenzio
Il nuovo saggio di Davide Ielmini pubblicato da Zecchini Editore è un viaggio nell'Italia del lockdown, sulle note che risuonavano di balcone in balcone
Che cosa ricorderemo di questa pandemia? Il dolore soffocato dalla solitudine e dalla paura o la forza liberatrice della musica che riecheggiava dai balconi di tutta Italia? Forse entrambi, ma con una consapevolezza in più: la musica, nei giorni del lockdown, ci ha donato energia e libertà. Superando il disagio dello spazio negato, ci ha costretto a entrare in contatto con la bellezza e il soffio divino che alberga in ognuno di noi.
“La musica ci salverà” (Zecchini Editore) di Davide Ielmini partendo da un fenomeno sociale, condiviso a distanza, i concerti dei balconi, indaga sulla ricerca di senso e conoscenza che scaturisce dalla musica. Le note, come una medicina, hanno aiutato a cicatrizzare le ferite della solitudine. In quei mesi dove tutto sembrava perduto, la musica ha aperto nuovi spazi sociali fino allora inesplorati, modellato abitudini, connesso persone separate, non importa se dal mare o da un pianerottolo. Ci ha fatto sentire amati nella nostra fragilità, parte di un tutto che andava in scena nell’immenso palcoscenico allestito di balcone in balcone, lungo tutto lo Stivale.
Scrive Ielmini: «Tanti durante il lockdown hanno chiuso le porte e aperto le orecchie. Hanno acceso la radio, appoggiato una puntina su un 33 giri, riscoperto vecchi cd e scartato quelli nuovi: si attendeva il momento giusto per l’ascolto giusto. Che poi è arrivato».
La musica ci aiuta a pregare, a diventare patrioti al suono della fanfara e cittadini migliori sulle note di Mameli. «Libertà, bellezza e coscienza hanno rappresentato, in questi mesi il punto di appoggio di una comunità che ha riscoperto il senso del vicinato». Nella partitura della pandemia, Ielmini trova spazio anche per il silenzio di John Cage che racchiude in sè finito e infinito, presenza e assenza, il limite sonoro e il suo superamento.
L’autore chiama a raccolta per un confronto sul tempo sospeso del lockdown un’umanità composita: sociologi, musicoterapeuti, medici-musicisti, biologi-compositori, antropologi, chitarristi, pianisti e trombettisti di rango, direttori di teatro e manager. Uno sguardo trasversale in grado di ricomporre gli argini di generi diversi, dal rock al pop fino alla musica classica per riportare l’uomo alla scoperta delle sue origini musicali.
Così Lello Savonardo docente di tecniche della comunicazione: «La musica classica è stata riscoperta in questi riti popolari perché richiama ancor di più le nostre tradizioni musicali. Non necessariamente italiane, ma del mondo. Ti mette in connessione con la tua storia e la tua memoria, con il ricordo individuale e collettivo, locale e globale. Più delle canzoni popolari ti spinge verso le radici per rimetterle in gioco. Perché di fronte all’incertezza, il desiderio di ritornare alle radici è forte».
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Davide Ielmini
La musica ci salverà
Zecchini Editore
pagine 155 euro 21
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