“Per la riapertura, le scuole stanno rafforzando le misure di sicurezza. Speriamo lo facciano anche i trasporti”
I due dirigenti rappresentanti delle scuole superiori varesine replicano alla lettera di Autolinee Varesine puntualizzando ciò che non ha funzionato in passato ma anche cosa si deve fare per il futuro
Troppe incognite pensano ancora sulla futura riapertura degli istituti scolastici superiori. Le dichiarazioni di Autolinee Varesine alla nostra redazione hanno innescato una dura presa di posizione dei due dirigenti, rappresentanti di tutte le scuole superiori.
Si rimane veramente basiti a leggere l’articolo pubblicato da Varesenews “Si organizza la ripartenza delle scuole ma nessuno ha coinvolto le aziende di trasporto”. Questo perché le affermazioni ivi contenute non corrispondono alla realtà dei fatti.
Non è vero che i trasporti locali non sono stati coinvolti. Nella riunioni convocate dal Prefetto del 27 novembre e del 14 dicembre era presente l’ing. Colombo in rappresentanza del trasporto pubblico locale e per gli Istituti scolastici ha partecipato Il Dirigente provinciale dott. Giuseppe Carcano.
Per parte loro le due scuole capofila di ambito in cui è suddivisa la nostra provincia, il Liceo Cairoli per il nord della provincia e il Liceo Crespi per il sud della Provincia, nella persona dei due Dirigenti scolastici Salvatore Consolo e Cristina Boracchi, hanno comunicato personalmente martedì 15 dicembre con un rappresentante dell’agenzia del trasporto pubblico locale, il dott. Gabriele Venditti, proprio in relazione a un’ipotesi di orario comune tra le scuole per la ripartenza, il tutto dopo avere sentito e coordinato, anche alla presenza del dott. Carcano, tavoli cittadini.
Le disposizioni prefettizie saranno in ogni caso vincolanti per tutte le scuole e quindi Autolinee varesine non ha ragione di paventare mutamenti di orario da parte degli istituti a partire da gennaio.
Aggiungiamo che se a settembre le cose fossero funzionate, molti istituti scolastici non sarebbero stati costretti a cambiare i propri orari scolastici, inizialmente organizzati in due turni di ingresso. Il cambiamento , avvenuto solo in alcuni casi, c’è stato a fronte delle lamentele reiterate da parte dell’utenza
per servizi di trasporto non adeguati, soprattutto per il secondo turno di ingresso intorno alle 9.30/10.00. E le scuole hanno inoltre anche ricevuto segnalazioni e lamentele circa lo stato di affollamento dei mezzi pubblici per cui studenti avrebbero viaggiato “su un mezzo affollato, assembrato, in piedi, in totale assenza di distanza di sicurezza, con finestrini chiusi, a stretto contatto obbligato con gruppi di ragazzi senza mascherina, in assenza di personale che facesse rispettare l’obbligo di indossarla”.
Non crediamo però alla dietrologia e non vorremmo farci trascinare in sterili polemiche sul passato, anche recente. Quello che per noi conta è il futuro e la ripresa a gennaio perché gli studenti giungano nelle loro scuole in sicurezza. Le scuole faranno la loro parte e si atterranno alle misure prefettizie che, del resto, sono un
obbligo.
Al proprio interno i Dirigenti, in sinergia coi responsabili della sicurezza, medici competenti e responsabili della sicurezza dei lavoratori, stanno già rafforzando le misure di sicurezza interna.
Chiediamo quindi e speriamo che , con spirito concreto di servizio, i trasporti, inclusa ovviamente Autolinee varesine, facciano la loro parte a favore della collettività.
Cristina Boracchi (Ambito territoriale 35)
Salvatore Consolo (Ambito territoriale 34)
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Rimango abbastanza sorpreso dalla risposta dei due presidi all’articolo di ieri. In qualità di viaggiatore abituale dal 1998 sugli autobus di Autolinee Varesine, faccio notare ai due dirigenti scolastici, qualche piccolo dettaglio, che smonta tutta questa storiella, che sta prendendo una piega ridicola.
1. a fine agosto Autolinee Varesine ha pubblicato gli orari scolastici, con i due ingressi e le due uscite richieste dalle scuole, e tali sono rimasti, salvo alcune integrazioni o aggiunte. Io stesso ho chiesto chiarimenti su un orario variato di mio interesse, e l’azienda mi ha risposto che la richiesta delle due fasce era nata da incontri estivi proprio con le scuole.
2. Gli autobus di linea non hanno più i finestrini da circa 15 anni
3. Gli autobus di linea prevedono circa 30/40 posti in piedi; sommati ai 45/50 a sedere fa circa 80/90 posti. Nessuno, su nessun DPCM o altro, ha mai parlato di distanziamento sui mezzi pubblici, ma solo di percentuali di capienza. Ciò comporta ovviamente che se la capienza era ridotta all’80%, i posti fruibili erano minimo 64, quindi almeno 14 in piedi. Forse i due presidi non insegnavano matematica..
4.Non è compito di Autolinee Varesine, come mi è stato più volte confermato dalle forze dell’ordine da me interpellate in tal senso, far rispettare le normative covid a bordo degli autobus, ma bensì delle forze dell’ordine stesse, che purtroppo non possono, per carenze di organico, essere su tutti i pullman di tutta la provincia. E’ quindi ingiusto incolpare l’azienda di questa mancanza, seppur reale.
Ritengo pertanto doveroso, da passeggero abbonato da 22 anni oramai, difendere l’operato dell’azienda di trasporto e dei suoi autisti, sempre disponibili e attenti, trovando poco professionale da parte di due dirigenti scolastici, addossare tutte le colpe delle carenze scolastiche ad Autolinee. Io stesso ho 2 figli che vanno a scuola a Varese: uno inizia alle 8 e finisce alle 13, ma non tutti i giorni, perchè altre volte inizia alle 9 e finisce alle 14. L’altro inizia alle 8.45 e finisce alle 14, ma non tutti i giorni, perchè a volte inizia alle 9.30 e finisce alle 15. Ovviamente sempre seguendo la mancanza o meno degli insegnanti, (per assenza, per mancata nomina, per assemblea sindacale o altro) , la non organizzazione della scuola, o i vari cambi di passo sulle percentuali di studenti in classe o in DaD. Capite bene che ogni giorno cambia l’orario in cui prendono l’autobus e come loro tutti i loro compagni.
Concludendo, sarebbe forse il caso che i due presidi, che peraltro hanno confermato la non presenza di Autolinee Varesine ai tavoli convocati in questi giorni, ma bensì quella di altre persone forse più “politiche” ma meno “tecniche”, chiedessero scusa ad Autolinee, prendendosi anche loro le loro colpe, che sono certo le maggiori.
Lancia accuse gravi e non sempre fondate. Si cela dietro un nickname e questo limita la sua credibilità. La questione è più complessa di quella che le appare e la sua esperienza diretta ne fa un caso ma non la totalità.
Il tema è delicato e si chiedono risposte certe e sicure a tutti gli attori, senza tifoserie estemporanee
Cortesemente, signora Toni, sarebbe così gentile da riportare le accuse infondate che secondo lei avrei lanciato? Perchè io le uniche accuse infondate che leggo, le leggo nel suo articolo e sono fatte dai due presidi, che probabilmente un autobus non lo hanno nemmeno mai preso a differenza del sottoscritto, altrimenti non scriverebbero banalità come ad esempio quella dei finestrini da aprire. Proprio perchè il tema è delicato, forse i primi attori da coinvolgere sono i protagonisti e non le semplici comparse o gli spettatori. Nel caso specifico, le aziende di trasporto, che a quanto leggo nell’articolo precedente, non erano presenti al tavolo in prefettura. O sbaglio? In quanto al nickname non si premuri..abbiamo avuto partigiani poi diventati Capi di Stato che combattevano con nomi di battaglia, o picchiatori che oggi sono elogiati quali esperti in medicina…non è l’abito che fa il monaco.
Le aziende erano presenti attraverso l’organismo che gestisce e finanzia il trasporto pubblico. E questa è la prima cosa errata da lei sostenuta. La seconda sono le accuse che rivolge ai dirigenti ignorando cosa sia avvenuto e avvenga quotidianamente nelle direzioni scolastiche. O lei è a conoscenza di come funziona l’organizzazione di una scuola nel dettaglio? Quanto ai partigiani e ai nomi d’arte, Varesenews non è il nemico e non ha dichiarato guerra a nessuno. Crea dibattito e reputa giusto il confronto aperto. Nascondersi dietro uno pseudonimo non la rende più autorevole.