Lavoro, “riflettiamo sullo sviluppo Malpensocentrico”
Intervento dell'UniCoMal Lombardia, l'unione dei comitati dell'area di Malpensa

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di UniCoMal Lombardia, l’unione dei comitati dell’area di Malpensa
Siamo d’accordo con la richiesta della Cgil di prolungare gli ammortizzatori sociali per ulteriori dodici mesi ai lavoratori di Malpensa colpita dalla crisi Covid; questo deve anche invitarci a riflettere su un modello di sviluppo malpensocentrico che si è prorogato acriticamente per diversi decenni in modo univoco con il consenso delle parti sociali e che ha sacrificato forze produttive, territorio, ambiente e salute.
E’ ovvio che quando le disgrazie arrivano, come in questo caso, i costi vengono riversati sulla società, mentre, lo sappiamo bene, quando i profitti aumentano questi finiscono solo nelle tasche degli azionisti (vedi Sea). E’ per questo che la nostra solidarietà va a tutti i lavoratori colpiti, con i loro drammi familiari, esistenziali e occupazionali, ma non alle compagnie aeree o agli enti che in questi anni hanno gestito la realtà aeroportuale.
Un modello di sviluppo diverso comporta una differenziazione delle attività produttive che possono essere realizzate in vari settori di attività, come la difesa dell’ambiente (pensiamo solo ai dissesti idrogeologici), al rimboschimento delle zone deturpate da un’industrializzazione caotica e selvaggia, all’incoraggiare nuove start up che possono concretizzare nuove tecnologie sostenibili e non inquinanti (propulsione elettrica, all’idrogeno e innovazione digitale).
Si potrebbe valorizzare la nostra secolare industria aeronautica con la produzione di aerei ed elicotteri per l’impegno civile sul nostro territorio (in funzione di soccorso, pronto soccorso, antincendio, impiego agricolo, ecc.), magari sperimentando nuovi tipi di motori a basso impatto ambientale, di cui potrebbe usufruire anche l’aviazione civile.
Inoltre si potrebbe rafforzare la sanità pubblica territoriale, messa a durissima prova dopo i numerosi tagli e l’esplosione della devastante pandemia che stiamo subendo, con un incremento del personale medico ed infermieristico che si è rivelato l’elemento vincente durante la crisi , nonostante l’insufficiente competenza dimostrata dai vertici regionali.
Ci si potrebbe sbizzarrire su nuove figure professionali e su nuovi settori produttivi che andrebbero a beneficio del nostro territorio, ma per decenni si è insistito sul modello unico di Malpensa con il consenso di molti enti istituzionali, Regione, Provincia e alcuni Comuni. Tutti sanno che nell’economia finanziaria occorre differenziare gli investimenti e in agricoltura diversificare le coltivazioni e ciò dovrebbe essere fatto con più coraggio anche per il nostro territorio.
Infine ricordiamoci di alcune ipotesi sulla comparsa del virus del Covid affermano che ciò sia dovuto ad uno spillover dovuto alla deforestazione e alla distruzione di habitat naturale che hanno favorito i contatti fra nuove specie animali e l’uomo. E’ stato dimostrato che esiste una correlazione tra questo virus e l’inquinamento atmosferico, pensiamo alla famosa fotografia
scattata dallo spazio della Pianura Padana coperta da una nebbia grigio scura, questo dimostra che ci troviamo in una zona tra le più inquinate del pianeta. I dati di Arpa Lombardia confermano nei mesi di novembre e dicembre i numerosissimi superamenti della soglia di allarme del PM2,5.
Quindi secondo noi non è più realizzabile un percorso malpensocentrico perché questo sarebbe ancora una volta il problema e non la sua soluzione.
Per questo UNICOMAL richiede con urgenza una VAS (Valutazione Ambientale Strategica) su Malpensa quadrante Ovest, una VIS (Valutazione Impatto Sanitario) sull’aeroporto in quanto produttore di inquinanti e possibile luogo di diffusione di epidemie e ,infine, una comunicazione trasparente e condivisa con la popolazione dei dati orari sul rumore e sulle emissioni inquinanti che finora SEA si è rifiutata di diffondere.
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