“Ho partecipato ad Antonino Chef Academy per mostrare l’orgoglio per il mio paese di nascita”
Conversazione con Yvonne Inumerable, giovane chef filippino che vive e ha studiato a Varese la sua professione: dall'inizio al CFP ai ristoranti stellati
Anche se, una volta arrivato in finale, si è fermato alla quarta posizione, per Yvonne Inumerable, 22enne residente a Varese di origini filippine, la trasmissione “Antonino chef Academy” è stata un’importante rampa di lancio: i telespettatori hanno potuto vedere le sue capacità tecniche e il suo spiccato senso estetico, già “pronto” per le cucine più importanti e stellate.
E, anche se non entrerà nella brigata di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, il suo futuro sembra segnato in senso positivo.
Ma la sua, finora, è una storia quasi tutta varesina: partita dal centro di formazione professionale di via Monte Generoso. «Ho frequentato il Cfp di Varese – spiega Yvonne – Il giorno dopo l’esame del terzo anno uno dei miei prof mi ha subito proposto un lavoro. Era all’Hotel Capolago. E’ stata la mia fortuna frequentare quella scuola, a cui mi ha iscritto mia mamma: ci sono stato solo tre anni ma mi ha portato nei posti giusti».
Quella prima esperienza è stata molto importante per capire cosa volesse fare nella vita:«All’hotel sono partito da zero, ma la chef che c’era là mi ha insegnato tanto. Ci sono stato un anno e mezzo, poi ho pensato di cambiare, avevo già ambizioni: da quando ho iniziato questo mestiere, ho sempre pensato che se lo facevo, dovevo farlo bene».
Dall’Hotel Capolago è quindi passato all’hotel villa Porro Pirelli di Induno Olona: «Lì sono partito da commis e poi man mano sono migliorato: sono arrivato a fare il capopartita. A Villa Porro Pirelli per la prima volta sono stato “in brigata”, un’esperienza importantissima. E’ stata dura, ho anche pianto parecchio li, ma è stato importante. Si lavorava tantissimo, non guadagnavo come a Capolago ma l’esperienza è stata fondamentale».
Per Yvonne, però, c’erano in vista altre esperienze: «Sono andato all’hotel Sereno, più precisamente al ristorante Berton al Lago, sul lago di Como: il mio primo stellato. Avevo 20 anni e lì ho approfondito meglio l’alta cucina, quello che davvero volevo fare. Lavoravo tanto, dormivo là per non dover tornare a casa tutti i giorni: ma ero davvero soddisfatto, perchè rappresentava un’esperienza importante per il futuro. Mia mamma spera sempre che venga a lavorare più vicino a casa, ma io sto seguendo le esperienze che mi insegnano di più. Non voglio accontentarmi, per puntare in alto bisogna essere disponibili a spostarsi».
Veniamo alla trasmissione: con chi hai legato di più? «Se devo dire la verità avevo legato con tutti: non mi piace avere un amico favorito in una situazione del genere. Stavamo insieme sempre 24 ore su 24, per me era bello stare con ognuno di loro»
Qual è la tua opinione sulla vincitrice, Francesca Stabile? «È molto brava, lo si è capito fin dal primo giorno. Mi stava anche simpatica, e poi aveva un curriculum pazzesco: aveva studiato ad Alma, aveva lavorato in stellati in Francia e Spagna».
Con quali ambizioni hai partecipato? «A dire il vero il mio unico pensiero, prima di cominciare la trasmissione, era che volevo far vedere un filippino in tv. Era una questione di orgoglio, anche se c’è scritto che sono di Varese perchè effettivamente lo sono, abito qui da otto anni. Poi l’esperienza si è rivelata straordinaria, in mezzo a chef stellati. Devo ringraziare tutti: da Antonino a Simone, per come mi hanno accolto».
Parli bene, ma forse il fatto che l’italiano non è la tua lingua madre ti ha un po’ tradito all’esame teorico finale, che non hai superato…
«Le domande dell’esame le conoscevo tutte. Quando tacevo stavo solo cercando la parola in italiano. L’ansia mi ha giocato brutti scherzi».
Cosa succederà adesso? «Ho ricevuto qualche proposta, vediamo come andrà».
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