Scatta al pronto soccorso pediatrico la rete per proteggere i minori vittima di violenza
La Procura della Repubblica di Varese e l'Asst Sette Laghi, con le forze dell'ordine e gli avvocati sono parte di un protocollo per la presa in carico immediata di possibili vittime di abusi e violenze
Azioni, collaborazioni, attivazioni di competenze: al Pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Del Ponte di Varese un protocollo indica ai sanitari cosa fare e come muoversi davanti al sospetto di un bambino o ragazzino maltrattato.
È il frutto di un lavoro sinergico tra la Procura della Repubblica di Varese, le forze dell’ordine e l’Asst Sette Laghi che ha definito percorsi, modalità operative e assistenziali per avviare con celerità un’attività investigativa raccogliendo le prove di un presunto reato di violenza prima che queste si disperdano: « La violenza sui minori, che sia fisica, sessuale o passiva in quanto testimoni, è un fenomeno grave e diffuso – spiega la dottoressa Daniela Borgonovo Procuratore della Repubblica di Varese – compromette lo sviluppo sociale della vittima, con devastanti conseguenze future una volta adulto. È importante intervenire con tempestività e, nel caso di conflitti gravi, allontanare il minore».
Dopo il protocollo dedicato alle donne vittima di violenza, la dottoressa Borgonovo e la vice ispettrice Nanni hanno lavorato per costruire un percorso certo anche per i minori. Punto di riferimento è il PS pediatrico diretto dalla dottoressa Anna Plebani : « L’esigenza degli operatori sanitari del PS era quella di avere strumenti per riconoscere e intercettare i casi di abuso nell’infanzia. Il PS è il primo bacino di accoglienza delle vittime di abuso ma spesso è difficile intervenire. Il nostro personale, formato e supportato, rileva e individua i segni, li distingue tra accidentali o ipotesi reato. Avere un canale diretto con la Procura e le forze dell’ordine ci consente di agire con maggior precisione e sicurezza».
Il dubbio innesca il protocollo che prevede atti precisi come fotografare e raccogliere alcuni reperti, coinvolgere il neuropsichiatra infantile, il medico legale e poi le forze dell’ordine e un avvocato che diventi il curatore del minore e ne tutela la sicurezza: « La medicina legale è la sintesi tra ambito sanitario e giudiziario – spiega il dott. Massimo Alonzo, Responsabile S.C. Medicina Legale – i primi atti degli organi inquirenti sono importanti e spesso determinanti alla riuscita del percorso di indagine. La mia equipe è a disposizione per attivare prontamente la raccolta degli elementi indispensabili, evitando che il minore debba rivivere situazioni difficili».
Protagoniste sono anche le forze dell’ordine: « Il protocollo era necessario perché consente un lavoro coordinato e finalizzato – ha commentato il dott. Giovanni Pepè, Questore di Varese – la nostra squadra ha personale specializzato e siamo a disposizione nei limiti e nei segni di quanto individuato dal protocollo»
«Come Arma, attraverso i tanti presidi, saremo presenti – ha assicurato il Col. Gianluca Piasentin, Comandante Provinciale dei carabinieri – Nel protocollo sono previste indicazioni per formare ancora più puntualmente il nostro personale chiamato a raccogliere gli elementi utili all’eventuale indagine».
Nella procedura è inserito il coinvolgimento di un avvocato: « Piena disponibilità a entrare in questa rete – ha affermato l’Avv. Elisabetta Brusa, Presidente Ordine degli Avvocati di Varese – esattamente come lo siamo con il Protocollo destinato alle donne vittime di violenza. Grazie a Procura per quanto fatto in questi anni a tutela dei singoli e dei cittadini. Sono orgogliosa di aver sottoscritto questo documento».
Ogni anno, al PS pediatrico varesino transita una dozzina di casi di violenza e il trend è in preoccupante crescita ( con un inquietante picco proprio nel 2020), ma è solo la punta di un iceberg che il Procuratore Borgonovo vuole smantellare attivando percorsi certi e chiari per proteggere i piccoli indifesi: « Il dubbio deve sempre nascere davanti a un evento traumatico – spiega il Procuratore – il sospetto innesca immediatamente una ricerca storica per verificare che il minore non sia già arrivato in quel PS o in altro con patologie analoghe. Davanti a una situazione dubbia si coinvolge il Tribunale dei Minori e, se è il caso, i servizi sociali per garantire l’incolumità con l’allontanamento del minore dall’ambiente pericoloso».
L’Asst Sette Laghi ha avviato questo percorso protetto al Del Ponte ma l’esperienza verrà presto allargata a tutti i presidi territoriali così come ai consultori dove è già sviluppata una sensibilità al tema della violenza in famiglia e di genere: «La tutela dei minori abusati o maltrattati – dichiara Gianni Bonelli, Direttore Generale di ASST Sette Laghi – è un tema delicatissimo che sta ovviamente a cuore a ciascuno di noi sia come operatori sanitari sia come persone, padri e madri di famiglia.La nostra azienda ha all’Ospedale Del Ponte un polo di eccellenza unico nel suo genere in Lombardia con professionisti particolarmente sensibili e competenti in grado di riconoscere rapidamente i casi sospetti che necessitano del coinvolgimento dell’Autorità giudiziaria»
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