Spillover: il libro che aveva già raccontato (quasi) tutto
Uscito nel 2012 il volume dello studioso americano David Quammen spiegava le epidemie del mondo e faceva una previsione. Il resto è storia
Nel 2012 David Quammen scriveva «È ipotizzabile che la prossima Grande Epidemia (il famigerato Big One) quando arriverà si conformerà al modello perverso dell’influenza, con un’alta infettività prima dell’insorgere dei sintomi. In questo caso si sposterà da una città all’altra sulle ali degli aerei, come un angelo della morte». Riletto nel 2020 sembra una profezia da stregone, in realtà è il frutto di anni di studio che ha portato l’autore a leggere migliaia di riviste scientifiche, fare ricerche sul campo in Africa e intervistare alcuni dei più grandi scienziati in materia. È soprattutto l’analisi dei dati scientifici che, messi uno dietro l’altro, aiutano a fare previsioni e immaginare gli scenari futuri.
Il racconto di Quammen un po’ saggio, un po’ storia della medicina, un po’ reportage, attraversa le più importanti epidemie del mondo che l’uomo ha dovuto affrontare, conoscere e poi cercare di sconfiggere: dalla peste bubbonica, all’HIV a Ebola a Sars. Malattie terribili che non vengono da un altro pianeta, che non nascono dal nulla, ma che sono tra di noi e che spesso sono il risultato di una rottura di equilibri, di forzature, di “invasioni di campo”.
È una lettura impegnativa capace di sbattere in faccia senza mezzi termini la fragilità dell’uomo e ridimensionare l’idea di onnipotenza che porta a credere che i sapiens possano avere il controllo di tutto. Non è così e non lo sarà mai, stando agli studi dell’autore il degrado ambientale favorisce il moltiplicarsi dei virus dove la distruzione degli ecosistemi sembra avere tra le sue conseguenze la sempre più frequente comparsa di patogeni in ambiti più vasti.
David Quammen nel suo racconto avventuroso approfondisce il passaggio dei virus da una specie all’altra, oggi identificato soprattutto nello spillover dai pipistrelli all’uomo. Ma perché proprio i pipistrelli? Innanzitutto perché è un ordine di mammiferi molto vasto e anche differenziato al suo interno, una specie di mammiferi su quattro nel mondo è un pipistrello, vivono a lungo fino a 20 anni e formano colonie grandissime, dove si scambiamo virus tra loro.
Perché un virus passa da una specie all’altra? I virus hanno la capacità di replicarsi ed evolvono. Tutti gli esseri viventi, anche i virus, per la selezione naturale di concezione darwiniana, cercano una opportunità di sopravvivere. Può succedere che un animale venga ucciso per essere mangiato, oppure esserci un contatto con le feci, oppure può anche passare per via area. Nel contatto si verifica il passaggio e se la situazione è ideale il virus sosta, si evolve e si tramette.
David Quammen
Spillover: l’evoluzione delle pandemie. Aldephi edizioni
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