Il comitato Antifascista sui disordini a Capitol Hill: “Epifania della fine”
Il Comitato Antifascista richiama ad attenzione e partecipazione a difesa dei principi democratici di fronte a fenomeni come quello che si è verificato negli Usa

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione del comitato Antifascista di Busto Arsizio in merito a quanto avvenuto a Washington con i sostenitori di Trump che hanno invaso il Congresso, durante le operazioni di convalida dell’elezione di Biden come nuovo presidente degli Stati Uniti.
Se Epifania significa “manifestazione divina”, ciò che si è manifestato il 6 gennaio 2021 nella città di Washington è invece più simile allo stato di barbarie umana e getta ombre inquietanti sul futuro non solo di quel Paese. Gli U.S. portati dalla metà del secolo scorso come modello universale di libertà e democrazia, evocati spesso da sceriffi nostrani per la possibilità di armarsi personalmente e privatamente in barba al riconoscimento di uno Stato chiamato a difendere i propri cittadini, hanno mostrato la vera faccia di un Paese che ha sulla propria coscienza la riduzione in schiavitù e la distruzione di popoli, lo sviluppo di un imperialismo bieco ed ingordo a scapito delle libertà delle altre nazioni. È il Paese “libero e democratico” dove vige la pena di morte, in cui la “diversità” può alimentare pregiudizi letali ed in cui è stata annientata la vita di politici e statisti ispirati da vero amore per la democrazia ed il progresso a partire dai Kennedy.
Gli U. S. “liberi e democratici” hanno messo fuorilegge il comunismo da tempo e più di recente, capitanati da Trump ha indicato i gruppi antifascisti americani quali primi nemici del Paese. Non possiamo dimenticare il tributo di sangue del popolo americano nelle due guerre mondiali del secolo scorso a difesa della libertà, ma per correttezza storica, vanno sviscerate ragioni e tempi dell’ingresso degli USA nei conflitti e la narrazione dal ’45 in poi costruita per cui i nuovi mostri erano coloro che non si piegavano al loro dominio e non si inchinavano al capitalismo. La maschera in questi giorni è caduta proprio sul pavimento di casa e non solo nei tanti “giardini” in cui l’impero ha esercitato la propria violenza e controllo.
La democrazia in quanto sistema implica un elevato grado di coscienza da parte di tutti, un pensiero che va coltivato e praticato e che trova forma e proprio nelle istituzioni. Trump populista, sovranista, suprematista. Lui e i suoi seguaci, li si chiami come si vuole da quella o da questa parte dell’oceano hanno la stessa matrice e presentano caratteristiche simili che ben descrisse 25 anni fa Umberto Eco ne “il fascismo eterno”.
In spregio persino al buon senso che l’emergenza sanitaria mondiale impone ad ogni latitudine e longitudine, il “caudillo a stelle strisce” ha assembrato i suoi e ciò che è accaduto dopo il suo discorso è diventata una oscura pagina di storia. Sono scene di adunate già viste in varie forme in Italia ed in Europa, e non fermate da una democrazia attaccata nei propri fondamenti, resa confusa circa la tenuta del proprio senso e quindi fragile nella propria forma, e, così ridotta, a suo modo generatrice della propria degenerazione.
Chi scrive dichiara la sensazione che, ottemperato dai media il “dovere di cronaca” sia in atto una specie di “veloce rimozione”, come accade al risveglio di un incubo. Il Comitato Antifascista richiama ad attenzione e partecipazione a difesa dei principi democratici, perché la “mamma dei cretini” non conosce contraccezione e si sa che il Trump-pensiero corre ormai libero nelle teste e nella rete; leva inoltre un appello al sostegno e diffusione dell’antifascismo, termine quest’ultimo in sostanza rimosso dal vocabolario politico se non evocato a volte ad un paio di settimane dalle tornate elettorali di vario ordine e grado.
È tempo di riprendere in mano con chiarezza i destini di libertà, partecipazione e sviluppo dei diritti e progresso della giustizia sociale che troviamo ben scritte nella nostra Costituzione e percorrere questa strada con quanti siano sinceramente fianco a fianco per questo impegno e per questi obiettivi.
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