Dal Ministero dei Trasporti uno stop (tecnico) alla ferrovia Gallarate-Malpensa

Parere negativo nella conferenza dei servizi sulle aree del Demanio da impiegare: un pronunciamento che deriva dalla posizione del Comune di Casorate, già espressa in Regione

La ferrovia T1-T2 Malpensa

Dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti arriva uno stop al progetto della ferrovia Gallarate-Malpensa. Un pronunciamento che riguarda l’uso delle aree di Demanio nella zona dell’aeroporto.

Il decreto del Ministero stabilisce la “conclusione negativa della Conferenza di Servizi” sull’opera, appunto per le parti ricadenti nel Demanio Statale. Un atto tecnico che è legato alla “espressione di dissenso del Comune di Casorate Sempione”.

Nel provvedimento  del Ministero si ricorda infatti che l’opera (sempre in riferimento alle parti di territorio demaniali) ha avuto parere tecnico positivo di Enac, parere favorevole di Regione Lombardia, alcune prescrizioni della Soprintendenza, il via libera del Ministero dell’Ambiente (che rimanda all’iter regionale, dal punto di vista ambientale) e poi appunto il parere negativo del Comune di Casorate Sempione, presentato con una nota il 12 gennaio 2021.

«Noi abbiamo ribadito il parere espresso in conferenza di servizio regionale per il Paur» chiarisce il sindaco di Casorate Dimitri Cassani. E in effetti il pronunciamento del Ministero chiarisce che il parere comunale è trasmesso a Roma “sulla base delle motivazioni e pareri espressi” nella Conferenza dei servizi in Regione Lombardia.

La questione riguarda una porzione di territorio casoratese a ridosso di Malpensa: il Comune aveva su questo espresso negativo rispetto ai meccanismi di compensazione. «Noi chiediamo di riaprire il tema delle compensazioni ambientali, a fronte di ettari di terreni impermeabilizzati da opere in quella zona» (la foto si riferisce al prolungamento della ferrovia dal Terminal 1 al Terminal 2, in area aeroportuale).

L’atto a questo punto complica il percorso del progetto, che ha visto l’opposizione di alcuni Comuni interessati  – Cardano al Campo e Casorate in primis – e del Parco del Ticino. A dicembre Regione Lombardia aveva stanziato le risorse per avviare l’opera, segno che si dava in qualche modo per concluso l’iter autorizzativo, che invece ha riservato una mezza sopresa.

In realtà non è poi l’unico fronte aperto: è ancora pendente il ricorso al Tar presentato dai Comuni e da Legambiente. Il sindaco casoratese Cassani sottolinea anche un elemento piuttosto paradossale: «Il ministro infrastrutture dà oggi parere negativo, ma è anche quello che fa opposizione al nostro ricorso al Tar».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 21 Gennaio 2021
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