Indagine su Eolo, chiesta l’archiviazione anche per le ipotesi di truffa e furto
Il pm Caramore ha chiuso anche la seconda tranche dell'inchiesta sull'utilizzo di alcune frequenze non assegnate da parte del provider Eolo. L'esposto era partito dalla concorrente Linkem
Anche per i due rimanenti capi d’imputazione nei confronti Luca Spada, patron di Eolo, è stata chiesta l’archiviazione. Il pm Ciro Caramore, che ha ereditato una parte dell’inchiesta avviata nel 2018 dal collega Nicola Rossato poi trasferitosi a Milano, è giunto alla conclusione che non vi siano elementi sufficienti per chiedere il giudizio per i reati di truffa e furto mentre per il reato di turbativa d’asta era stata la pm Francesca Parola a chiedere di non proseguire nell’azione penale.
La vicenda, costata anche una settimana di arresti domiciliari per il noto imprenditore che fornisce servizi di connessione internet, prende le mosse da un esposto della concorrente Linkem che accusava Eolo di concorrenza sleale per aver utilizzato, attraverso modem di ultima generazione forniti ai propri abbonati, senza autorizzazione – una banda di frequenza non assegnata dal Ministero dello Sviluppo Economico a nessun operatore ed era in grado di offrire una connessione internet più veloce, procurandosi, accanto ai ricavi derivanti dall’attività lecitamente svolta, un presunto illecito profitto pari a circa 3,5 milioni di euro, somma di denaro inizialmente sottoposta a sequestro e poi dissequestrata.
Le spiegazioni fornite dallo stesso Spada, interrogato dagli investigatori, hanno fatto luce sulla vicenda e portato la Procura a rivalutare l’impostazione iniziale. «Non si può rubare una frequenza radio – aveva detto Spada –. È un impulso elettrico che viene trasmesso all’interno di uno spettro elettromagnetico, che è il contenitore che lo Stato gestisce. Io emetto un’onda elettromagnetica che attraversa lo spettro, uno spazio vuoto. È come dire che sono riuscito a rubare la forza di gravità. Una radiofrequenza non si può rubare, al massimo ci si può sintonizzare, cosa che facciamo dalle nostre radio ogni giorno»
Ora dovrà essere il giudice per l’udienza preliminare a decidere se accogliere la richiesta del pm e mettere fine alla vicenda oppure chiedere un supplemento d’indagine.
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