La verità di un tweet si deciderà a maggioranza
Twitter lancia Birdwatch, uno strumento per segnalare contenuti falsi in un tweet e aggiungere informazioni per correggerlo. La sperimentazione negli Usa
In principio furono gli alert per segnalare come falsi alcuni tweet dell’ex presidente americano Donald Trump in tema di coronavirus e brogli elettorali. Ora Twitter ha deciso di sistematizzare un sistema di segnalazione di contenuti falsi e ha scelto di farlo affidandosi alla comunità. Tutto questo è Birdwatch, uno strumento che vuole permettere agli utenti non solo di evidenziare le cosiddette fake news, ma anche di fornire informazioni per correggerle.
Ora, che la verità non la si decida a maggioranza lo diceva già Galileo Galilei qualche secolo fa. Nè, al lettore appassionato di politica italiana, sfuggirà l’assonanza con l’idea di una giuria popolare per smascherare le falsità dei media che qualche anno fa valse a Beppe Grillo più di una polemica. Proprio per evitare queste ultime, Twitter mette in campo tecnologia e trasparenza.
Come ha spiegato in un post sul blog aziendale il vice president product Keith Coleman, la piattaforma consentirà agli utenti non tanto di segnalare contenuti che ritengono ingannevoli, quanto piuttosto di aggiungere informazioni di contesto che rendano affidabile il loro giudizio. Di argomentare, in altre parole. E qualora l’algoritmo riscontrasse diverse segnalazioni che vadano nella medesima direzione, le renderà visibili a tutti gli utenti Twitter. Segnalando, un po’ come avvenuto con alcuni tweet dell’ex inquilino della Casa Bianca, la presenza di informazioni non veritiere.
L’antidoto alla trasformazione di questo meccanismo in un tribunale nel popolo, almeno secondo Twitter, sta nel fatto che tutti i dati legati alle segnalazioni su Birdwatch saranno liberamente scaricabili. Così come è già disponibile l’algoritmo che lo farà girare.
Per ora quella legata a Birdwatch è una sperimentazione, attiva per il momento solo negli Stati Uniti, tanto che le segnalazioni saranno pubblicate su un sito separato da Twitter. Solo il tempo dirà se questo strumento sarà efficace nel contrastare la disinformazione creando quello che Coleman auspica essere «un contesto utile e appropriato», oppure se si correrà il rischio che rappresenti una limitazione alla libertà di espressione.
Foto di Thomas Ulrich da Pixabay
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