Malnate, il baseball e la famiglia Patrini: un legame lungo più di mezzo secolo
La storia del “batti e corri” in città è iniziata nel 1969 con la signora Lietta. La figlia Adele è da pochi giorni stata eletta nel consiglio della Federazione della Lombardia

Il baseball non è uno sport presente in tutta la provincia di Varese. I “diamanti”, i campi da gioco, sono giusto una manciata in tutto il Varesotto. Uno di questi è a Malnate, si chiama “Gurian Field”, è un impianto storico per la disciplina, inaugurato nel 1988, e oggi ospita partite di baseball, softball e baseball per ciechi e ipovedenti.
A Malnate quasi tutti i ragazzi hanno provato almeno una volta nella loro vita l’ebbrezza di una battuta e una corsa verso le basi. Se la città del Ponte di Ferro ha un legame così stretto con questo sport molto americano e poco italiano, lo si deve alla famiglia Patrini, in particolar modo a Lietta, che negli anni sessanta – nel 1969 per la precisione – fondò la prima squadra di baseball malnatese.
La passione della signora Lietta è stata passata ai figli, con Adele che è stata per molti anni presidente della società Vikings, ha fondato nel 2011 la squadra per ciechi e ipovedenti – non a caso si chiama “I Patrini” – e da pochi giorni è diventata consigliere regionale della Federazione Italiana Baseball e Softball.
Proprio Adele, che in provincia di Varese è conosciuta anche per il ruolo della sua associazione “Caos” (centro di ascolto operate al seno), che si occupa di supporto alle donne malate oncologiche, racconta con parole sue come è nato il legame tra Malnate e il baseball e come proseguirà negli anni a venire.
Con la mamma Lietta, mio fratello ed io abbiamo mangiato pane e baseball dal 1969, anno in cui portò questo sport nella città del Ponte di Ferro
La nostra storia è tutta racchiusa in un libro carico di informazioni, foto e di emozioni.
Ricordo le polentate a casa nostra a Gurone la domenica, con ospiti d’eccezione come Max Ott (la persona portò il baseball in Italia), Gigi Cameroni (allenatore della nazionale), Goliardo Zanella e Bruno Benek (vicepresidente e presidente nazionale della federazione).
Il fiore all’occhiello della lunga storia malnatese è stata la medaglia di bronzo vinta ai Giochi della Gioventù di Palermo nel 1975: i giovani sono sempre stati il principio ispiratore della società!
La mamma è mancata nel 2008 e quel giorno ho avuto l’onore di prendere la presidenza dei Vikings Baseball Malnate, fino a settembre 2014 – durante quel mandato, grazie a preziosissimi collaboratori , abbiamo visto sul campo le categorie ragazzi, allievi, cadetti e serie c , abbiamo portato contributi notevoli al restyling del campo come tribune e nuovi spogliatoi.
Nel 2011 abbiamo fondato la squadra di baseball giocato da ciechi ed ipovedenti, i Patrini, per ben tre volte campioni d’Italia, movimento che adoro e che considero il mio fiore all’occhiello. Dal 2014 il testimone è passato a Gabriella Concina, attivissima ed appassionata presidente attuale, che ringrazio di cuore!
Guardo avanti e non indietro, anche per interrompere la nostalgia:
Ho così riflettuto su come poter essere utile in veste di consigliere della Federazione Italiana Baseball e Softball Lombardia; non ho esperienze tecniche, quelle le lascio ad altri naturalmente, ma nutro la profonda convinzione che il baseball vada promosso, divulgato, potenziato a 360° facendo leva su specifiche caratteristiche appartenenti a questo sport che sono uniche in assoluto e rappresentano importanti e significative strategie finalizzate all’educazione dei ragazzi, alla loro crescita intellettuale, al rinforzo dell’autostima, alla capacità di fare gruppo e relazionarsi agli altri ed al mondo; ci sono anche studi mirati, fatti dalle scuole, che vanno in questa direzione ed hanno dato un contributo di valore a ragazzi autistici etc..
quali sono le peculiarità sopra citate:
il baseball e’ uno sport basato più sulla concentrazione che sull’azione
si gioca uno contro tutti
e’ uno sport che non ha modelli legati al denaro ed a status symbol che contrastano con valori e messaggi educativi
ed aggiungo che e’ uno dei pochi sport di squadra che possa essere praticato da un non vedente e ipovedente
Dal 1969 ad oggi, seguendo la Lietta, ho visto generazioni di ragazzi crescere sani “dentro e fuori” grazie al baseball…e questo non è un dato insignificante, soprattutto in questo momento storico. Non a caso un insegnante di un istituto comprensivo mise a punto un progetto dal titolo: “Accendi il cervello, si gioca a baseball!”
Per quanto riguarda le giovani generazioni, la pandemia lascerà tanti cocci sparsi per terra che è nostro compito raccogliere e rimettere insieme….abbiamo una mission sociale (non solo sportiva) molto molto importante, e su questa dobbiamo investire… come: mettendo a punto un progetto, in collaborazione con scuole, istituzioni, società ed associazioni, che ricada a pioggia nei territori e, attraverso le società sportive, raggiunga le famiglie.
Babe Ruth scriveva negli anni 30: “Il baseball assomiglia alla vita ed alla vita ti prepara”, ecco il titolo del progetto!
Abbiamo tra le mani e nel cuore uno sport che può fare la differenza ed essere un’arma importante per ricostruire un futuro migliore ai nostri ragazzi. È nostro dovere farlo e noi ci riusciremo, soprattutto perché possiamo trasmettere loro un valore trasversale straordinario: la passione, che nell’universo del “batti e corri”, sport minore per eccellenza, non viene mai meno.
In sintesi: “Non ho mai smesso e non smetterò mai di seguire la Lietta!”
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