Ripartire con cautela: a marzo si torna sui parquet della Uisp
Trenta formazioni giovanili e una decina di senior: numeri lontani dal pre-Covid, ma i cestisti non si arrendono. Le parole di Renato Vagaggini, "commissioner" del torneo
Il basket Uisp riparte: le iscrizioni chiuderanno a breve, e sono soprattutto le giovanili ad avventurarsi in questo inedito campionato, che inizierà a marzo per terminare come sempre in maggio. Tre mesi che sanno di boccata d’ossigeno per chi ama lo sport e non ha avuto modo di praticarne dallo scorso marzo. Soprattutto per i più giovani.
«Le iscrizioni chiuderanno venerdì 22 gennaio, e il portale dedicato (CLICCATE QUI) resterà aperto fino all’ultimo – dice Renato Vagaggini, responsabile della Struttura Pallacanestro Uisp Varese – ma non mi illudo di arrivare alla situazione pre-Covid, quando c’erano 150 squadre iscritte al nostro campionato. Ma, con la situazione attuale, avere trenta squadre giovanili e una decina di formazioni senior mi sembra un ottimo risultato». Un segno di fiducia, perché con i vaccini appena iniziati e la pandemia ancora ben presente, tornare in campo comporta dei rischi.
Ma un aspetto positivo c’è, soprattutto per i più giovani: «I ragazzi dagli 11 ai 18 anni sono stati lasciati per ultimi, lo sappiamo – dice Vagaggini – ma alla loro età la mancanza di movimento può diventare un’emergenza sociale per molte ragioni: hanno bisogno di scaricare energie, di incanalarle in qualcosa di positivo. E non dimentichiamo l’aspetto di aggregazione con i coetanei, fondamentale per gli adolescenti. Del resto, i ragazzi non stanno rinunciando a giocare, ma si ritrovano nei campetti all’aperto, senza controlli».
Ecco allora i protocolli Uisp, validati da FIP e Coni, che impongono la misurazione della temperatura e l’autocertificazione con la registrazione dei dati di chi entra in palestra. «Un controllo minimo – ammette Vagaggini – ma che permette di tenere una traccia dei contatti, per risalire subito in caso di positività di qualche compagno di squadra, bloccando la catena dei possibili contagi». Questo, però, spiega la difficoltà di adesione da parte delle squadre senior: non solo gli adulti hanno “meno necessità” di fare sport, ma soprattutto chi lavora non può permettersi di correre più rischi dello stretto necessario.
Ma Vagaggini non è ancora soddisfatto: «Sappiamo che la FIP (la Federazione Italiana Pallacanestro, quella dei professionisti che regola i campionati di interesse nazionale come sono anche quelli Uisp) sta inoltrando al Coni un proprio protocollo ancora più stringente, che obbliga le squadre anche giovanili a sottoporre a tampone rapido ogni due settimane». Un costo, per le squadre, che potrebbe diventare un costo per i genitori, ma si tratterebbe solo di pochi mesi.
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