Varese ricorda i suoi deportati nei campi di sterminio
Durante la commemorazione di domenica 31 gennaio a villa Recalcati sono state consegnate le medaglie d'onore ai familiari di nove abitanti della provincia deportati nei lager nazisti
Cerimonia ridotta ma fondamentale per ricordare la pagina più nera del nostro Paese nel secolo scorso. Domenica 31 gennaio nella sala convegni di Villa Recalcati a Varese si è celebrato il Giorno della Memoria, per ricordare le vittime dei campi di sterminio nazisti. Al termine della commemorazione sono state consegnate le medaglie d’onore alle famiglie di nove deportati della provincia di Varese.
«Di fronte alla realtà dei campi di sterminio – ha commentato il prefetto di Varese Dario Caputo – si prova un disgusto difficile da esprimere a parole. In mezzo a tutti quegli orrori qualcuno, forse per destino, è però riuscito a salvarsi». «Ma questi sopravvissuti – ha ricordato Giuseppe Carcano, dirigente dell’ufficio scolastico di Varese – il tempo ce li sta portando via poco alla volta, e presto i giovani non avranno più l’opportunità di ascoltare direttamente le loro testimonianze. Solamente finché i docenti continueranno a trasmettere queste conoscenze la memoria resterà viva anche tra le nuove generazioni».
«All’epoca – ha raccontato Antonio Maria Orecchia, storico e docente del corso Storia e storie del mondo contemporaneo all’Università dell’Insubria – uno sterminio organizzato in modo così razionale come quello nazista ai danni di ebrei, zingari, omosessuali e disabili era un episodio mai visto, che gli storici non sapevano neppure come definire. Un “vuoto storico di significato”. Non è stato facile neanche capire quali potessero essere le motivazioni dietro a questo massacro. Si è pensata a una follia personale di Hitler, ma in realtà la logica dello sterminio era biologica e razziale. La pulizia etnica non era solo propaganda, bensì il vero elemento fondante dello stato nazista».
Organizzata dalla Direzione scolastica di Varese in collaborazione con l’ANPI, l’Università degli studi dell’Insubria, il Comune e la Prefettura di Varese, la commemorazione si è chiusa con la consegna delle medaglie d’onore alle famiglie di nove deportati della provincia di Varese, che erano riusciti a sopravvivere agli orrori dei campi di sterminio. Un simbolico risarcimento morale per ricordare: Olimpio e Renzo Bizzi, Enrico Borghi, Damiano Dellanoce, Antonio Paolo Gallazzi, Mario Gherardi, Giovanni Grava, Guerino Mario Leoni e Flavio Saporiti.
«Queste persone – ha ricordato Ester De Tomasi, presidente di Anpi provinciale Varese – rappresentano per me un legame importante con la mia famiglia. Mio padre è stato tra i deportati politici al campo di sterminio di Mauthausen. “Se qualcuno cerca l’immagine peggiore dell’Inferno la può trovare qui“, così scriveva della sua prigionia. Una volta a casa, mio padre per molti anni non ci parlò mai del periodo trascorso a Mauthausen, forse per proteggerci da una realtà troppo cruda per dei ragazzi. Noi di Anpi vogliamo continuare a raccontare, non solo per trasmettere i nostri valori, ma anche raccogliere i contributi dei più giovani».
Prima della consegna delle medaglie, sono intervenuti proprio le ragazze e i ragazzi di tre istituti del Varesotto: il liceo Galileo Ferraris di Varese, il liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio e il liceo Marie Curie di Tradate. Attimi di musica e teatro accanto a momenti di ricerca storica, ma anche racconti delle esperienze vissute in prima persona durante le visite ai luoghi della Shoah.
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