Ai nidi non piacciono le sezioni Primavera in pandemia: troppe regressioni

Non c'è solo la competizione sulle iscrizioni dei bimbi di 2 anni: la portavoce dei nidi lombardi spiega le ragioni pedagogiche per cui scegliere asili piccoli

asilo nido

Il boom di iscrizioni registrato dalle sezioni primavera attivate dalle scuole dell’infanzia, pubbliche e paritarie, preoccupa gli asili nido “non tanto e non solo per una questione prettamente numerica, perché i bambini iscritti alla primavera sono quelli che lasciano il nido con un anno di anticipo, ma anche e soprattutto per ragioni pedagogiche, particolarmente evidenti in contesto di pandemia”, spiega Barbara Bottan, titolare dell’asilo nido Camminiamo insieme piccoli passi di Busto Arsizio e portavoce lombarda dell’associazione di Categoria “Il mondo dei bambini”, che conta centinaia di strutture di nido lombarde e nata all’inizio del 2020 durante il primo lockdown.

Dal punto di vista prettamente numerico è ancora presto per fare i conti, dato che le iscrizioni degli asili nido si completeranno in primavera, tra marzo e aprile, ma il trend è chiaro: il calo della natalità continua ad accelerare, quindi ci sono sempre meno bambini nella fascia 0-3 anni cui sono rivolti i servizi di nido. Se poi aumenta la quota dei bambini tra i 2-3 anni che invece di frequentare il nido anticipano l’ingresso alla materna, per i nidi è lecito aspettarsi un’ulteriore riduzione delle iscrizioni. 

La crisi del numero delle iscrizioni alle scuole dell’infanzia ormai lo vediamo da anni, e da ancora più anni esistono le sezioni primavera – precisa Bottan – ma il fatto che un maggior numero di famiglie le scelga proprio in questa fase di pandemia non ha senso, innanzi tutto per le necessità e il benessere dei bambini”.
E a sostegno di questa affermazione cita la propria esperienza personale: “I bambini del mio nido che si erano iscritti alla primavera a settembre sono rientrati entrambi in asilo perché non era il momento per loro di spingere sull’acceleratore – racconta – Il lockdown estremo di primavera, ma poi anche le successive norme per il contenimento della pandemia, hanno molto impattato sulle routine e sulla socialità dei bambini causando regressioni. Regressioni che si registrano a tutte le età, anche tra i piccolissimi che quindi a maggior ragione hanno bisogno di ambienti più piccoli e contenuti come quelli offerti dai nidi”. 

“Anche dal punto di vista del contenimento dei contagi i numeri più contenuti delle sezioni di nido sono un vantaggio”, aggiunge Bottan, sia con riferimento alla salute dei bambini che corrono meno rischio di ammalarsi, sia per le famiglie che di conseguenza meno frequentemente durante l’anno dovranno tenere i bambini a casa.
Un’ultima considerazione riguarda le caratteristiche delle sezioni primavera “che per essere tali devono avere un progetto pedagogico specifico, spazi ed educatrici riservate – spiega Bottan – Non possono funzionare invece quelle sezioni primavera che sono solo sulla carta e che di fatto trattano i bambini di due anni come fossero anticipatari di un paio di mesi, lasciando che condividano spazi e attività con i bimbi di 3-6 anni”.

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Pubblicato il 10 Febbraio 2021
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