La basilica di San Vittore ad Arcisate compie 500 anni tra lavori e aneddoti curiosi
Mentre prosegue l'intervento di sistemazione esterna, vengono alla luce decorazioni e lapidi che rivelano importanti tappe della storia della chiesa
Si celebra quest’anno il 500esimo anniversario della basilica prepositurale di San Vittore ad Arcisate, nel medesimo anno in cui si stanno attuando i grandi lavori di restauro, che riporteranno le pareti della chiesa all’antico splendore.
Un intervento che sta facendo emergere notizie e dettagli curiosi sulla storia della chiesa: «Il restauro delle pareti esterne della nostra basilica – dice don Valentino Venezia – sta facendo emergere numerose decorazioni e notevoli particolari che rivelano aspetti importanti e curiosi della nostra storia di fede».
Grazie alla scoperta di una lapide nella parete adiacente il battistero, è stato possibile riportare alla luce una croce astile sormontante la scritta “ISZI”, ovvero 1521, la data di inizio della costruzione dell’attuale collegiata. La consacrazione della basilica, escludendo alcune aggiunte avvenute nei secoli successivi, è verosimilmente avvenuta nel 1525, come recita una delle lapidi: “Il 29 novembre 1525, io Antonio Melegnano, vescovo di Lodi e suffraganeo del Rev.mo cardinale Ippolito d’Este, arcivescovo di Milano, ho consacrato questa chiesa in onore di San Vittore Martire”.
Le origini del complesso di S. Vittore e dell’attiguo battistero di San Giovanni rimandano probabilmente al V secolo, come suggerito da una testimonianza epigrafica rinvenuta durante i lavori di risistemazione del presbiterio eseguiti nel 1745. La prima attestazione scritta della prepositurale risale invece al 1095. Coevo a questo documento è anche il campanile, situato lungo la parte nord della facciata della chiesa.
Due lapidi esterne, recentemente riscoperte, attestano la presenza di presbiteri già nel 1252 e nel 1256: la lapide di Ogerio da Borezio sul fianco meridionale e la lapide sepolcrale di Arderico de Peracio, cittadino del paese, ritrovamento interessante poiché presuppone già nel 1256 la presenza di una comunità per poter celebrare la messa.
Sulla parete esterna dell’attuale altare della Madonna del Rosario è stata rinvenuta la data di costruzione della stessa “J811”, ovvero l’anno 1811. Fu realizzato, insieme all’altare del Crocifisso, per volere del cardinale Odescalchi di Como, oggi Beato Papa Innocenzo XI, per poter ospitare i notevoli altari marmorei di epoca barocca, qui collocati come veri e propri altari papali. Nella data resta visibile l’utilizzo della lettera J per indicare il numero 1, peculiarità ricorrente in altre datazioni presenti nel centro storico di Arcisate, probabilmente una tecnica decorativa tipica di un autore locale.
Rilevanti sono anche le iscrizioni del portale e del pronao di ingresso. La prima, posta al di sopra del portone principale, è tratta dal libro della Genesi ed è affiancata da un affresco con due angeli. La frase si collega all’esperienza di visione di Giacobbe, in cui Dio gli comunicò che tutti coloro che entrano nella Casa di Dio, sono invitati ad accorgersi della sacralità del luogo. La seconda, posta sulla facciata della chiesa, ricorda San Vittore, il dedicatario del tempio, soldato martire e patrono di Arcisate, il quale ha dedicato la vita al Signore.
«Quest’anno sarà opportunità e occasione per riscoprire la nostra basilica e per festeggiare questa comunità, che rinnova ogni giorno la propria fede, diventando comunità gioiosa, fatta di pietre vive, capaci ancora oggi di annunciare e testimoniare il Vangelo», conclude don Valentino.
Sotto la Basilica tante tombe e i resti della chiesa medievale
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