Il barboncino mignolino e il rosario ritrovato
Una storia vera accaduta a Mara proprietaria di un cagnolino molto particolare

Non siamo mai pronti alla morte, anche quando questa sopraggiunge dopo anni di malattia. Da contorno al triste evento le solite frasi piene di retorica:” Ha vissuto la sua vita e quindi bisogna accettarlo, è meglio così che vederla soffrire…” D’accordo ma si tratta di una mamma, una mamma speciale, di più, un’amica, una confidente, una maestra di vita. Nonostante un’esistenza assai piena di difficoltà e gli ultimi dodici anni passati su una sedia a rotelle, Antonia era sempre felice! Il suo amore per la vita e per il figlio erano tali che tutto passava in secondo piano, persino il dover dipendere dagli altri ed il trascorrere le sue giornate cadenzate dai terribili ritmi che una malattia invalidante impone. E il figlio l’aveva accudita con una dedizione totale, come le grandi storie di amore meritano.
Stefano è talmente frastornato da questo lutto che per organizzare la cerimonia si fa aiutare dagli amici, quelli veri, perché lui non vuole vederla morta. Su questo è tassativo: vuole ricordarla come l’ha vista il giorno prima del repentino peggioramento, quando ha potuto salutarla stando un’ora con lei tenendole la mano, chiacchierando come facevano sempre. Sarà quindi Mara, la sua amica storica, a recarsi all’obitorio, dove viene esposta la salma per l’ultimo saluto. “Per non lasciarla sola” dice, e per metterle un po’ di rossetto, che a lei piaceva tanto. Le adagia sul petto tre rose bianche, le promette che penserà lei a suo figlio e la lascia, come se stesse dormendo, nel suo elegante vestito: giacchino grigio e pantalone nero, al collo la sua collana preferita. Di ritorno a casa, le sovviene all’improvviso che non gli è stato messo il rosario tra le mani, lei ne sarebbe rimasta molto dispiaciuta! Ogni sera lo recitava, prima di addormentarsi. Seguiranno dei malintesi, con le persone che successivamente andranno a darle l’ultimo saluto, cosicché il rosario verrà nuovamente dimenticato.

A distanza di qualche giorno, Mara va in banca con l’inseparabile barboncino Mignolino, che sembra essere la sua ombra bianca. Mignolino è un cane un pò magico: ha occhietti neri e vivaci, quattro lunghissime e magrissime zampe ed un manto candido come neve. Arrivato proprio in un giorno di anniversario di un lutto, questo cagnolino ha una spiccata attitudine nel percepire le persone bisognose di consolazione, segnate nell’anima da un vuoto, che lui riesce momentaneamente a colmare con la sua simpatica esuberanza. Ha naturalmente il vizio di mettersi in bocca tutto ciò che trova per terra ed anche se viene sgridato per questo, lui continua a farlo imperterrito. Ma stavolta ad attirare l’attenzione di Mara, uscita dallo stabile, non è il solito fazzoletto di carta o mozzicone, il suo cucciolo ha tra i denti qualcosa di strano, sembra un sacchetto di stoffa. Cerca di sottrarglielo, ma lui non ne vuole sapere di mollare la presa. Giunti a casa, finalmente i denti di Mignolino si schiudono, lasciando cadere a terra lo strano involucro. Disinfettato accuratamente, viene aperto e con gran stupore Mara si ritrova fra le mani un particolarissimo rosario, personalizzato. Nel mezzo dove i due lembi si congiungono vi è un piccolo ritratto di donna. Senza un minimo di esitazione, Mara prende il telefono e chiama Stefano, che in quel preciso istante si sta recando al cimitero per la tumulazione della madre. Riuscirà così a farlo tornare a casa, prendere il rosario di Antonia ed apporlo finalmente intorno alla teca delle ceneri. Ora, finalmente, insieme per l’eternità, si può procedere alla chiusura del loculo.
Intanto il rosario trovato da Mignolino è stato consegnato alla chiesa di S. Vittore, adiacente al luogo del ritrovo, nella speranza che la persona che lo ha smarrito, possa riaverlo. Hanno svariati modi le anime dei nostri cari per farci arrivare i loro messaggi ed io penso che Antonia ha voluto ringraziare Mara per il suo amorevole gesto scegliendo di farlo attraverso Mignolino, testardo e tenace quanto la sua padrona.
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