La nuova linea di Legnano su Accam spiazza Bellora: “Poca chiarezza ma Amga e Agesp vadano avanti”
Il presidente di Accam avrebbe preferito un mandato chiaro per il sindaco di Legnano: "Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno ma Accam salva senza inceneritore è difficile"
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La delibera d’indirizzo votata dal Consiglio Comunale di Legnano su Accam mette in discussione nuovamente il piano di salvataggio di Amga e Agesp per salvare la società che gestisce l’inceneritore di Borsano dal fallimento.
Con 18 voti a favore e 7 astensioni da parte del centrodestra, il consiglio comunale di Legnano ha approvato la delibera di indirizzo con l’emendamento presentato dal consigliere comunale Franco Brumana che ha di fatto eliminato ogni riferimento al possibile riutilizzo e futuro dell’ inceneritore nell’ambito dei propositi di economia circolare.
L’obiettivo dichiarato è quello di diminuire sempre di più, nel tempo, la quota di rifiuti da bruciare e arrivare all’obiettivo auspicato da tutti: il rifiuto zero. Sparisce, quindi, la manifestazione di interesse di Amga che era finalizzata al salvataggio dell’impianto, pur rimanendo la disponibilità della partecipata del Comune di Legnano di mettersi in gioco come attore nello sviluppo della gestione dei rifiuti con investimenti.
Se Accam deve sopravvivere, dunque, dovrà farlo senza l’inceneritore ma il presidente di Accam Angelo Bellora ora si chiede come fare, avendo in mano un impianto con una caldaia che ha bisogno di essere rimessa in sesto e le turbine distrutte dall’incendio ancora da riparare: «Nel testo della delibera guardo il bicchiere mezzo pieno quando si dice che la gestione dei rifiuti deve rimanere in mano pubblica ma non posso non notare che c’è una contraddizione in termini. Si dice che Accam deve ricorrere alle procedure di concordato previste dalla legge Madia, si parla di un piano di area vasta per il ciclo dei rifiuti, di economia circolare e riduzione dei rifiuti. Faccio notare che dall’esperienza che ho fatto qui in Accam, l’economia circolare si può favorire (raccolta puntuale, riciclerie) ma se non si parte da un ripensamento della produzione del bene, il rifiuto ci sarà sempre. Sarebbe stato utile un indirizzo più preciso ma sono convinto che il sindaco di Legnano non avrà problemi ad esplicitarlo meglio in assemblea dei soci».
Per Bellora «il progetto Amga -Agesp rimane, comunque, sul tavolo. Per noi la manifestazione di interesse è ancora valida fino a fine marzo anche se il tempo si sta esaurendo. Se il gioco è quello di portarci a rimanere senza aria passando il cerino di mano in mano tra i comuni soci, lo dicano chiaramente».
Bellora non fa mistero della gravità della situazione: servono soldi per rimettere l’impianto in piena operatività, soprattutto per quanto riguarda la produzione di energia, e per far fronte all’accordo con Europower per il pagamento dei 5 milioni che le spettano (in tutto circa 13 milioni). E conclude: «I lavoratori a rischio non sono solo i 26 di Europower ma anche i 22 dipendenti diretti di Accam e quelli dell’indotto e delle cooperative – spiega – che portano il numero totale di posti di lavoro a rischio a 90».
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